Non c’era al mondo qualcosa che mi facesse più piacere dell’intaglio. Scolpivo il legno, davo vita ad ogni singolo rametto, ai tronchi. Non esisteva creatura che sfuggisse alle mie rappresentazioni. Gufi, gatti, cani, galli, mucche, galline, ma anche figure umane, stilizzate. Sembravano ombre, le mie donne e i miei uomini, tutti allungati, protesi verso un chissà dove. Cercavano la luce, cercavano un contatto verso un aldilà.
Ero uno scultore, innanzitutto. E poi un idraulico, un elettricista, un arredatore, un manutentore di frigoriferi industriali. Ero tutti questi mestieri messi insieme, mi piaceva creare e riparare. Riparavo anche il legno, lo proteggevo dalla dimenticanza, dall’isolamento. Attraverso l’arte donavo ...