WeForGreen, la cooperativa che autoproduce “sharing energy”
Ben 500 cittadini uniti per l’autoproduzione di energia. E’ la sharing energy, bellezza! Nome nuovo per una pratica antica che si nutre di spirito mutualistico e filosofia cooperativistica. Tradizione ed innovazione che trovano applicazione nel caso dei “Campioni” di questa settimana: la cooperativa WeForGreen Sharing. Uomini e donne che hanno dato vita al progetto Lucense 1923, riqualificazione di un’antica centrale idroelettrica a Lugo di Grezzana, piccolo paesino a nord est di Verona, voluta ai primi del ’900 dai cittadini per produrre energia elettrica destinata a tutti gli abitanti del paese e dei dintorni.
“La cooperativa ha l’ obiettivo di diffondere modelli di energy sharing, ovvero di far partecipare i cittadini alla produzione e consumo di energia pulita tramite la condivisione di impianti di produzione. L’impianto Lucense 1923 permetterà al territorio di beneficiare di una media annua di 700.00 chilowattora”. A raccontarci la missione di WeForGreen Sharing è il presidente Gabriele Nicolis, a partire dall’ultima iniziativa “cominciata con Finval Spa, finanziaria locale, sull’esperienza delle società e delle coop presenti del Nord Europa. Un volano per lo sviluppo locale“.
Ma la forza di WeForGreen si estende in tutta Italia: “siamo nati nel 2011 e abbiamo soci in 18 regioni. Più che una rete elettrica siamo una rete social dalla storia antica, siamo i discendenti della cooperativa fondata nel 1923. La condivisione è nel nostro DNA, i nostri antenati costruivano le reti elettriche con l’idroelettrico”. Ecco l’origine di tutto svelata da Nicolis, che dopo la rievocazione storica passa però al presente: “abbiamo messo insieme le persone interessate al progetto, che attraverso quote finanziarie hanno investito in forma condivisa. Oggi abbiamo la gestione di tre impianti fotovoltaici – 2 centrali in Puglia e 1 a Verona – e la partecipazione nella rete idroelettrica, con cui garantiamo l’autoproduzione energetica alle famiglie interessate“.
La filosofia è quella della sostenibilità, in senso lato: “quella energetica, con la quale io socio riesco a produrre l’energia di cui ho bisogno, a distanza in questo caso; e quella economica perché noi vendiamo l’energia prodotta dagli impianti a un grossista che poi la rivende ai soci al prezzo del mercato elettrico. Si paga il servizio, ma si ottiene un risparmio del 17% rispetto ai prezzi del mercato“, chiarisce il presidente. Ed ecco la sostenibilità finanziaria: “come cooperativa abbiamo un ritorno economico che viene distribuito ai soci. In termini monetari se hai acquistato una quota da mille euro in 15 anni hai un ritorno di 1.500″. Questo il modello di funzionamento.
Ma non finisce qui, la sostenibilità è ovviamente anche ambientale (“utilizziamo solo risorse rinnovabili”) e sociale: “ogni anno facciamo degli educational con le scuole, con la visita agli impianti tra marzo e maggio. Sono coinvolti bambini delle elementari e superiori”. Quest’ultima dimensione non è meno importante delle altre “perché in caso contrario resterebbe una politica calata dall’alto, che non fa cultura né diffonde modelli di condivisione. Questa è una sfida importante”.
Un aspetto fondamentale è infine la modalità di progettazione delle centrali dove, sottolinea Nicolis, c’è una forte attenzione all’ambiente: “a Lecce abbiamo realizzato un impianto in una discarica esaurita bonificata. Utilizziamo tecniche di costruzione sostenibili, a basso impatto. Dal nostro bilancio ogni anno viene accantonata una quota per ripristinare la struttura a fine ciclo. Se non lo fai, lasci al territorio un rifiuto elettrico“. Nicolis fa un esempio per spiegare questa filosofia: ”un impianto in un tetto di una scuola, se non hai i soldi per smantellarlo lasci un rifiuto pericoloso nella struttura. Noi abbiamo un fondo recupero, purtroppo non è una pratica diffusa. Ci poniamo sempre questa domanda: cosa ne faremo dell’impianto quando ha esaurito il suo ciclo di vita?”.
Bene dunque la sharing energy, benissimo l’autoproduzione con risorse rinnovabili, ma i soci della WeForGreen Sharing fanno di più e pensano anche al paesaggio, ristrutturando, in alcuni casi, vecchie centrali o cercando, in altri, la massima armonia, come per quell’impianto dove si è preservato il pascolo di un pastore e le pecore usufruiscono dell’ombra creata dai panelli fotovoltaici. Quando tradizione ed innovazione possono convivere bene…
Gian Basilio Nieddu