Viaggio dalla Capitale al Ghiacciaio
Per la rubrica “Racconti d’Ambiente” pubblichiamo oggi un estratto del libro “Sotto il ghiacciaio”, di Halldór Laxness, edito da Iperborea (pag.288, 16.00 euro ).
Ho viaggiato in corriera, con i miei bagagli in una sacca da marinaio. Ultimo giorno della stagione di pesca, 11 maggio. Questo periodo dell’anno è detto “tra il fieno e l’erba”, guardando dal punto di vista delle pecore: il fieno è esaurito e l’erba non è ancora spuntata. È spesso un periodo duro per i ruminanti, tant’è che in Islanda è sempre la primavera la stagione in cui muoiono uomini e animali.
Le poche persone che si spostano in quest’epocadell’anno sono banali quanto il sottoscritto; noiose e insignificanti; scendono senza farsi notare dalla corriera in luoghi impensati, e spariscononelle paludi lungo la strada, come se abitassero lì nel pantano; oppure il conducente ferma in qualche punto sperduto e lancia dal finestrino qualche carabattola, che di solito finisce in una pozzanghera: un fascio di giornali, un fagotto,un pacco.
Le montagne sulla destra della strada sono nere in cima. Qua e là qualche chiazza di neve, pendii avvizziti, grandi acquitrini color caffè tra i monti e la costa. Ma dai fiumi e dai laghi uno strano bagliore illumina il viaggiatore, per quanto il tempo sia uggioso e lo scopo del viaggio poco entusiasmante. Il sole è alto in questa stagione, e la notte non è veramente buia, ma nemmeno ancora del tutto chiara. Le pecore mi sembrano ancora semi addormentate mentre cercano da mangiare nella palude; ma presto le cose miglioreranno. Gli uccelli, invece, sono ben vispi in terra come in mare, sono sempre le prime creature a trovare cibo. Sui laghi sono arrivate le strolaghe, e hanno cominciato a tuffarsi a lungo, dunque qualcosa trovano; i cigni a coppie negli stagni, così bianchi che risplendono,o a gruppi sulla riva, a pulirsi col becco. Una sterna vola verso l’entroterra, poi torna sopra il mare.
“Che strano, una sterna sola”, dice uno, “le ho sempre viste a migliaia.” Allora una donna grida che quello è un uccello esploratore, mandato dalle altre sterne per verificare che ci sia ancora la terra emersa.
“E lei come lo sa?” chiede qualcuno.
“È ovvio”, dice la donna, “perché oggi è soltantol’11, e la sterna non arriva mai prima della festa dell’Invenzione della Croce, il 14″.
Domanda: “Ma chi lo dice, che tutte le sterne arrivano il 14, tranne questa?”
La donna: “C’è scritto sul giornale.”
Lo stercorario è un uccello ombroso, e nella bonaccia vola come un foglio portato dal vento, senza quasi battere le ali. Lascia fare all’aria, lui si limita a controllare la direzione; ogni tanto finge di aver perso lo slancio, o addirittura la capacità di volare, e si lascia sballottare fino a precipitare giù, con il sedere bianco per aria; siagita a terra.
Halldór Laxness*
*Premio Nobel nel 1955, Halldór Laxness (1902-1998) è considerato il grande maestro della narrativa islandese del Novecento. Viaggiatore infaticabile, trapiantato in America per anni, è venuto in contatto con le principali correnti culturali del nostro tempo. Le sue opere più famose sono Gente indipendente e Il concerto dei pesci, entrambe pubblicate da Iperborea, oltre a L’onore della casa.