Lella Costa, tra ambientalismo privato e attivismo pubblico
In un mondo antico, abitato da dei ed eroine, Lella Costa, erede dei classici, “femminile singolare” come lei stessa dice di sé, vestirebbe senz’altro i panni di una donna del mito. Dal mito, del resto, ha attinto a piene mani per molti suoi monologhi, dalla tragedia alla favola, come una curiosa Alice nel Paese delle Meraviglie, sociologa dei sentimenti, straordinaria interprete delle emozioni che albergano nell’animo umano. Di lei conosciamo il volto dell’artista poliedrica, protagonista solitaria di spettacoli coraggiosi. Insieme a Giovanna Zucconi, ripercorrerà la storia della sua carriera stasera, alle 21, al Teatro Sociale Busca di Alba, in una serata tra parole e buon vino. Ma il suo impegno non finisce qui. Da anni, l’attrice milanese è anche un’attivista di Emergency. Oltre che una consumatrice modello, secondo i parametri dell’ecosostenibilità.
D) Lella Costa, da quanto tempo è testimonial di battaglie per i diritti umani?
R) Da moltissimi anni. E continuo con grande convinzione. Non si può non guardarsi attorno e pensare che cosa comportano le guerre per i civili che le subiscono. Bisogna raccontare cos’è questo scandalo, a gran voce. C’è chi lo fa lavorando come medico e personale logistico. Io faccio quel che posso, cerco di mantenere alta la visibilità attraverso ciò in cui credo. Fuori dai miei spettacoli ci sono quasi sempre banchetti di Emergency o Amnesty.
D) Alcuni suoi colleghi, detrattori di questa logica, dicono che fare il testimonial può essere un modo per autosponsorizzarsi. Lei che ne pensa?
R) Nel mio caso è, piuttosto, il contrario. Spesso, tra il pubblico può esserci chi non la pensa come me. Dipende dal tipo di visibilità che cerchi. Per esempio, io non sono mai stata a un Telethon, perché mi sembra si avvicini molto a quello che lei dice. Oggi impegnarsi nella solidarietà non è mandare un sms, o mettere mano alla carta di credito. Nel mio piccolo, io cerco di essere vicina a realtà concrete, come il Cesvi. Sto raccogliendo anche un gruppo di firme per chiedere l’istituzione di testamenti biologici a Milano. Tante micro battaglie, che si reggono sulla credibilità che ti sei conquistato. Di questi tempi, se le organizzazioni sono serie si liberano rapidamente dei falsi testimoni. Richiedono serietà.
D) Lei è anche ferrea sostenitrice di uno stile di vita improntato all’ecologia. E’ vero?
R) Sì. A me sembra di rispettare l’ambiente per cose molto marginali, anche se non banali: non lascio mai il rubinetto dell’acqua aperto, riutilizzo le bottigliette di plastica per non inquinare, vado in treno e non in aereo, faccio un’attenta raccolta differenziata, stacco le spine dalle prese degli elettrodomestici che non utilizzo e a Milano mi muovo soprattutto in bici.
D) Sempre e solo in bici?
R) Sì, spessissimo. In città è il modo più veloce ed economico per spostarsi. Sarà rischioso ma dal punto di vista del tempo ti permette di muoverti rapidamente. Certo, non mi avventuro su tangenziali. Ho una bellissima bicicletta di Rossignoli, costruttore “senza logo”, elegantissimo, con i freni a bacchetta e una meravigliosa sella in cuoio che mi hanno già rubato due volte, cestini senza i fiori, sobri, davanti e dietro per portare le buste della spesa.
D) Non ci dica che è lei che va al mercato a comprare frutta e verdura…
R) E’ così. Per fortuna il mio lavoro ha orari che mi permettono una notevole flessibilità diurna. Mi servo in un mercato comunale vicono casa. Abbastanza costoso, ma con merce eccellente. Mi piace fare la spesa fermandomi a chiacchierare. A Milano non si riesce a trovare proprio il “Km 0″, ma almeno il “km 100″ lo preferisco di gran lunga a quello “2000″. In famiglia abbiamo anche ridotto drasticamente il consumo di carne, almeno di quella di cui non ho la certezza che provenga da allevamenti rispettosi di ambiente e animali. E’ stata una richiesta della figlia piccola, quando aveva 15 anni. E’ diventata vegetariana, lei che adorava la pancetta e faceva scorpacciate di fiorentine alla griglia. L’abbiamo seguita volentieri su questa strada. Io invece mangio molto pesce pescato.
D) Qual è per lei il paradiso terrestre?
R) La vacanza del ristoro della mente e del corpo è il mare. Da molti anni andiamo a Levanto, dove abbiamo un gozzo, una barca da pesca, che va pianissimo. Quando arriva maggio o giugno ed esco da sola al largo per me è il non plus ultra. Le Cinque Terre sono il luogo delle meraviglie.
D) E’ stata spesso cantrice di denuncia della condizione di vita della donna. A che punto siamo oggi riguardo alla tutela dei diritti femminili?
R) Il senso di fatica, frustrazione, avvilimento per il trattamento riservato alle donne, a partire dal luogo di lavoro, per finire con le politiche sulla famiglia, è sempre lo stesso. Fatta salva la buona fede di tutti, non mi sembra siano stati fatti passi avanti. Una delle parole chiave durante il discorso di insediamento di Mario Monti è stata “equità”. Non mi pare se ne stia vedendo tanta. Prendiamo il presidente dell’Inps che guadagna 27 stipendi. Ti domandi quale lavoro faccia, mi auguro che dorma poco visti gli impegni che dice di riuscire ad assolvere! Disparità, arroganza. Trovo ignobili gli esponenti dei partiti, che il giorno dopo la vicenda della Lega hanno invoncato a gran voce una legge di finanziamento ai partiti. Ma dov’eravate prima? Al di là delle tematiche femminili, stiamo allargando la distanza tra il Paese reale e il Palazzo. Anche se meno cialtrone, il Palazzo non ci sta mettendo al riparo da guai seri sul fronte economico. Ti senti totalmente impotente, ti devi fidare. E’ un momento molto difficile, si percepisce grande scoramento. Spero salti fuori una nuova capacità di resistenza, un cambiamento di sguardo, bisogna inventarsi la vita. Mi sembra quasi un miracolo.
D) Mai pensato di candidarsi in politica?
R) Di offerte ne ho avute a iosa. Ma sono così antica da pensare che per fare un mestiere si debba studiare e prepararsi a fondo. Nel mio funzione così. In politica forse no. La politica comunque, nel senso greco, sociale e civile del termine, si fa anche sul palco. Mi compete di più, e mi espone meno a rischi di inappropriatezza…
Letizia Tortello