“Più asini-taxi per tutti”. Il sogno slow di Beppe Tosco diventa realtà.
Boscaiolo, eremita, pescatore. Beppe Tosco il visionario anticipatore di mondi impossibili. Il sognatore, che precorre i tempi in cui “La benzina è finita”, titolo di un suo libro (Mondadori, 2010) e gli asini taxi si sostituiscono alle automobili senza rimpianti, per necessità. L’attore piemontese, uno degli autori televisivi di sketch per i comici più famosi, quali Luciana Litizzetto e in passato Enrico Bertolino, Ale e Franz, Luca e Paolo, professa e confessa uno stile di vita “green” che più green non si può. Tra la città e la natura, la civiltà e la quiete sperduta dei campi, dei fiumi, dei monti e dei laghi non ha dubbi: sempre e comunque i secondi. Novello Adamo, ricercatore di un paradiso terrestre naturale che fa anche da sfondo al suo ultimo volume, “Perché le donne credono nel colpo di fulmine, gli uomini nel colpo di culo”, presentato oggi al Circolo dei Lettori di Torino.
D) Una visione un po’ maschilista in questo testo… E’ finito ogni romanticismo?
R) “Mi sono interrogato sulla verità delle cose amorose e ho provato a sondare il parere femminile sulla questione. Avessi trovato una donna che sia riuscita a parlarmi male degli uomini… Iniziavano a spifferare i difetti delle altre, era più forte di loro! Poi ho capito che è questione di visioni: siamo 7 miliardi su questa terra. Riuscire a trovare un accordo di fedeltà a due per tutta la vita è un bell’obiettivo, ma non sta scritto da nessuna parte che debba funzionare. La monogamia non ha senso, anche se è stata inventata in tempi di necessità, quando vigeva il principio che l’unione fa la forza, potremmo accettare questo fatto e sollevare in alto il cuore, smettendo di soffrire per l’amore. Non sarebbe più facile?”.
D) E forse più naturale… Ma come mai tutto questo scetticismo apocalittico? E’ ancora convinto che “Tutte le zanzare siano puttane”, come recita sarcasticamente un altro suo titolo?
R) “Spesso i nomi dei miei libri li sceglie l’editore. Io li chiamerei in altro modo. Certi titoli tolgono la poesia alla mia scrittura. Io sono un ambientalista per pragmatismo, non sopporto il falso amore per la natura perché non conduce mai a nulla di buono. Ho l’istinto del cacciatore, ma se vado al fiume pesco due trote per volta, lo stretto necessario per me. Se continuiamo a mangiare via pezzi di mondo indiscriminatamente, tra un po’ non ci resta più nulla. Infatti la tendenza oggi è di tornare all’antico. In un mio libro lanciavo l’idea onirica degli asini-taxi. Sarà incredibile, ma nel comune di Reggio Emilia li hanno istituiti per davvero contro il caro benzina”.
D) Quali sono i suoi rifugi naturali?
R) “Moltissimi…Dal fiume Orco nel canavesano, un posto da trote, al laghetto Bringuez in Val d’Aosta, a 2700 metri d’altezza. Lì una volta ho avuto un incontro ravvicinato con una mucca, che quasi voleva entrare nella mia tenda. Ero solo, ho provato 15 minuti di paura, poi mi son detto: hai mai sentito qualche campeggiatore morto per assalto di bovino gigante? No. Allora mi sono tranquillizzato. Lo narro in uno dei miei racconti”.
D) Mai pensato di abbandonare la città e darsi all’eremitaggio?
R) “Più o meno questa è la mia vita. Abito a Castagneto Po, un tempo a Torrita Tiberina, un posticino minuscolo di 800 abitanti. Quando la civilità mi stressa prendo la tenda e mi ritiro sui monti. Un esempio per tutti, quelli della Laga, sull’Appennino. Mi ritengo un uomo fortunato, perché faccio un lavoro che si concilia con la libertà. A tutti gli altri, stressati stakanovisti dico, ma chi ve lo fa fare?”.
Letizia Tortello