Vasco Brondi: “alla fine la Terra si salverà”
Veronese di nascita, ma ferrarese ed emiliano nell’animo, Vasco Brondi è un cantautore insolito. Il suo progetto Le luci della centrale elettrica non è solo note, ma il contaminarsi di diversi linguaggi artistici: il cinema, il fumetto, il videoclip, l’illustrazione, la pittura, la danza e la scrittura. Mentre “Per combattere l’acne”, una delle sue canzoni più popolari, entrò nella colonna sonora del film di Federico Rizzo “Fuga dal call center”, del 2009. Poi le parole, quelle del libro “Cosa racconteremo di questi cazzo di anni zero” per Baldini&Castoldi. E ancora il fumetto: “Come le strisce che lasciano gli aerei” con Andrea Bruno. Vasco è culturalmente onnivoro, difficilmente catalogabile e riesce a entusiasmare anche vecchie volpi della musica italiana come Jovanotti e Francesco De Gregori, con cui ha condiviso il palco.. La sua ultima creatura musicale è “Terra” del 2017. Tutta da ascoltare.
D) Vasco, che peso hanno le tematiche ambientali nei tuoi testi?
R) Nelle canzoni ci deve essere tutto: amore e guerra, cielo e terra, megalopoli e villaggi in mezzo alla natura. L’ultimo disco si chiama “Terra” e ho pensato a questo titolo quando ero alle Azzorre, in giro per queste isole sperdute e quasi disabitate, tra gli ultimi posti al mondo dove si può bere dai torrenti e con inquinamento intorno allo 0%. L’ultimo posto del Pianeta in cui si sono insediati gli esseri umani – e in effetti sembrava proprio di essere su un altro pianeta…
D) Qual è il problema ambientale che ritieni più urgente?
R) L’emergenza più pericolosa è l’inconsapevolezza umana, che è addirittura oltre l’ignoranza, perché ormai sappiamo tutti com’è la questione: è un’inconsapevolezza che ha qualcosa di autodistruttivo.
D) Pessimismo totale sul genere umano, dunque?
R) Credo che alcuni di noi comincino ad essere consapevoli dei propri gesti, a vedere che quello che facciamo è connesso a tutto il resto, che ha delle conseguenze che possono essere anche molto positive. Con un po’ di attenzione…
D) Sembra che molti però non vogliano cambiare “stile di vita”…
R) Mi colpisce sempre chi dice che sarà difficile per noi “rinunciare a qualcosa del nostro stile di vita” per renderlo più sostenibile…Quando in pochi decenni – proprio a causa del nostro stile di vita - abbiamo già dovuto rinunciare a cose fondamentali come respirare aria che non sia velenosa o poter bere acqua che non sia necessariamente filtrata e depurata! Per non parlare del cibo, trattato in ogni modo e impoverito. Ma credo che una buona parte della popolazione ormai se ne sia resa conto e che senta molto chiaramente la voce del nostro Pianeta (che comunque sa benissimo come difendersi).
D) Intendi dire che comunque si comporti l’uomo alla fine la Terra si salverà?
R) Non esattamente. Qualcuno ha scritto però che la Terra non è in pericolo, nel senso che troverà il modo di rigenerarsi. Sono gli esseri umani che potrebbero avere un bel po’ di difficoltà continuando così!
Gian Basilio Nieddu