Van Gogh non è più qui
Sono già passati 37 anni da quando sono nato.. O 38? Dio, non ricordo più.. 37, 38, 39… L’etá è come la febbre, dai 37 in su ti fa sempre più male.
Sono circa le 20.45 e sono seduto nel bar più squallido e più bello di Carrapateira: invece di essere nella mia pensioncina davanti al caminetto, sono venuto a scrivere sotto questa luce bianca che mi acceca, il volume della televisione appesa sopra di me che mi assorda, e quei quattro uomini dietro per cui il tempo è una cosa che non li riguarda, che mi guardano.
Freccette, le pareti bianche , un orologio, un idrante rosso fissato al muro, un’assurda rete da pescatori appesa al soffitto con qulche pesce palla incollato, un tavolo da biliardo coperto e uno scoperto, sui cui ho appena giocato con quel viziato di Misha, e ancora quei 50enni dai capelli neri, fermi.
Ma non hanno voglia di fare qualcosa? Ma non sentono quello che la televisione portoghese gli grida? L’economia sta crollando! Bisogna fare sacrifici!! Dobbiamo uscire dalla zona Euro! Stanno uccidendo i nostri bambini!
Non riesco proprio a capire perchè sono così tranquilli… Il televisore continua a gridare avvertimenti, ma a loro non importa, fino a quando il frigo va avanti a cigolare e la macchina del caffè sibila contenta, per loro va tutto bene. Il loro vino è dello stesso colore delle rocce qua attorno, la loro energia è lenta ma inesorabile come l’oceano. E’ per questo che hanno ancora tutti i capelli neri. E non si vergognano di vendere il caffè a soli 50 cents ed un panino a 1.5 euro.
Sono finito in un covo di matti. Sono nella punta sud del parco naturale “de sudoeste”, il parco naturale più stretto d’Europa, che si trova a sua volta nella punta occidentale dell’Algarve che tra l’altro è l’unica regione del Portogallo perfettamente definita, e cioè senza una divisione amministrativa confusa come il resto del Paese.
Carrapateira è un paesino di 200 anime e 50 case praticamente tutte in affitto d’estate per i nostri amici surfisti. Qui è tutto in affitto, c’è spazio per i turisti spagnoli carnivori e per gli americani pancioni. A proposito di pancioni, ho notato che i vecchi del paese assomigliano tantissimo ai meridionali italiani, tranne che non hanno lo stomaco gonfio come i miei consanguinei. Che sia merito di qualche ingrediente segreto della Cataplana?
A sentire i giornali portoghesi, l’altra cosa che è esplosa è il mercato immobiliare. Con la presenza di centri commerciali, aeroporti (con le low cost Ryanair e Norwegian l’Algarve ha sicuramente attirato decine di migliaia di turisti), palazzoni, hotel, ecomostri in affitto e altri non-luoghi, le strutture immobiliari di questa striscia di terra hanno sicuramente acquisito valore: non per i portoghesi, ma per gli stranieri che comprano e speculano. Ai turisti nordici interessa solo caldo, belle spiagge e bel tempo.
Certo, ci sono delle eccezioni. La mia pensione è stata comprata per 500.000 euro dal portoghese Alfonso e dalla sua donna Greta, che si sono conosciuti a Bruxelles lavorando per l’EU, lui informatico lei traduttrice. E’ credo il posto più accogliente che ho visto in vita mia. Colori, ospitalitá, panorama, il suono dell’oceano di notte, e quando ti addormenti sai che fuori ci sono un mare di stelle.
Nella pensione c’era un altro ospite, all’inizio pensavo fosse una tartaruga gigante, come quelle ultracentenarie che si trovano morte ogni tanto nelle spiagge di Amado o Zavial: sono lì, in mezzo alla sabbia, pietrificate, a bocca aperta come se la morte le avesse colte di sorpresa, e fanno inciampare i surfisti.
Guardando bene, ho capito che era il padre di Alfonso, 84 anni, enorme, inesorabile anche lui, sembrava uno di quei pupazzi di neve che costruisci mettendo una palla di neve (testa) sopra una ancora più grande (il corpo). Camminando, ondeggiava come un Mondeshawan dei film di Besson. L’unica cosa che fa è mangiare, dormire ed andare in bagno. Puntuale, inesorabile. Ex alcolizzato, ex postino, ex padre è ora ospitato perennemente in questa pensione i cui colori e l’accoglienza lo convincono che tutto va bene e che ogni giorno è un anello di una catena che andrá avanti all’infinito, non importa se verso il fondo o verso il cielo.
E stasera sembra che anche Alfonso e Greta siano andati a fondo, hanno appena litigato, e questa è la ragione per cui sono qui. Me ne sono andato, che comincino a comunicare tra loro da soli. Per il prezzo incredibile di 19 euro a notte per quel paradiso, si sono guadagnati un pò di privacy.
E mentre scrivo, ecco, alle mie spalle una voce raschiante (non è la televisione) che mi domanda cosa sto scrivendo. La prima cosa che noto è un grande naso. Più che un naso sembra una spugna imbevuta di vino rosso, si vedono distintamente i pori aperti; poi la bocca sottile circondata da una barba ispida, e due occhietti che si nascondono tra le fosse del cranio, dolci, rassegnati , ma sopratutto malinconici per le scelte che non sono state fatte.
Sembrava un Bukowski che non aveva mai ottenuto nulla nella vita, probabilmente perchè non era stato abbastanza cattivo. Ed eccolo li, che mi chiede cosa sto scrivendo, e nello stesso momento alla televisione comincia un romanzo rosa portoghese.
Il nuovo amico mi voleva addirittura offrire una birra, un alcolizzato che mi offre da bere! Buffone, ovviamente gliela offro io..E’ giá quasi troppo ubriaco, ma si siede lo stesso, e quegli occhi incredibilmente tristi mi costringono a rimanere. Per fare conversazione gli chiedo com’era Carrapateira 10 anni fa, e mi risponde che erano diversi, più veri, più hippies, ora pensano solo ai soldi e ad affittare le case ai surfisti. Gli chiedo che ne pensa dell’Algarve e lui risponde che fino a Lagos non lo considera: Faro, Albufeira, Portimao, troppi ecomostri costruiti unicamente a scopo turistico, edifici sbucati fuori dal niente che schiacciano la cultura locale, solo a pensarci gli viene voglia di bere di più, meglio Lagos, Villa di Bispo, Praia da Ingrina, Praia Mareta, il Capo de Sao Vicente con il faro che divide Atlantico e Mediterraneo, Praia do Telheiro, Praia da Barriga, la favolosa Praia do Amado e sempre più su, fino a Nord (molto a Nord!) a Viana do Castelo dove c’è pure il più grande parco eolico d’Europa.
Insomma, molto meglio qui a Carrapateira, ma l’onda sta arrivando, nonostante per ora siano protetti dal Parco Naturale, perfetto per le gite in bicicletta tra gli arbusti, l’argilla, i laghi, i cani, le spiagge e le strade che ti accompagnano tra colline e pale eoliche, tra ripetitori e gli sbuffi del mare.
La televisione, l’urbiaco davanti a me. ”Come ti chiami?” gli chiedo? Evidentemente la domanda gli risulta banale, perchè mi dice ”Adolf Stalin”. Al che io gli rispondo ”Marco Polo”. Lui ride, un sibilo gustoso che esce dai denti radi. “Sai che sei strano?” Mi dice. ”Mi ricordi me da giovane, quando volevo fare lo scrittore.” Dopodichè mi offre lui una birra..
”Quali sono le tue origini?” gli chiedo. ”Metá Norvegese e metá Portoghese.” Ecco spiegato il mistero. Il governo norvegese gli dá una di quelle pensioni di invaliditá che solo i paesi Nordici possono dare. Nel sud del Mediterraneo è la famiglia che pensa a te, nel Nord Europa è lo Stato.
Adolf Stalin mi confessa che ha vissuto decenni nella natura, lontano dalla banalitá delle pecore, della mediocritá di una lavatrice che non funziona e di una vita sempre uguale. Come disprezza le persone che fanno questa vita! ”Caro Adolf ” gli dico, ”ti sbagli. In realtá sono loro le persone reali, e noi quelle che viviamo nei sogni, solo gli Abba con la loro canzone I have a dream ci hanno veramente capito. Sono le persone che tu disprezzi quelle veramente coraggiose. E chiediti pure come fanno? Dove trovano le forze per avere un lavoro 8 ore al giorno e passa, per fare il bucato, lavare i piatti, essere fedeli alla persona con cui vivono da anni, avere il tempo e l’energia per tenere i figli, di non cadere in un mare di depressione, di non impazzire, come fanno a fare l’amore per delle ore, a mantenere le promesse fatte a sè stessi, come facevano giá a 18 anni a sapere quello che avrebbero voluto fare nella vita, a laurearsi in tempo, e sopratutto a tenere pulita la casa? La veritá è che noi abbiamo paura di loro e delle loro vite, per questo ne fuggiamo, e così ci rifugiamo nella ”natura”, come nel tremendo film Into the Wild, e ci ritroviamo vecchi e disillusi e senza nessuna vita. A volte fuggire porta esattamente nella direzione opposta. Il rifugio nella natura si gusta ancora di più quando sei padrone della tua vita, se no rischi di rovinarti i polmoni come è successo a te e niente più natura!”
Mentre parlavo lui mi guardava con gli occhi pieni di quella bontá che gli ha rovinato la vita, e mi dice ”you are a clever man”. Forse era ironico.. Mi dice che ha sempre avuto la sensazione che c’è qualcuno che vuole sempre fare la guerra attorno a lui ma non riesce a capire chi ha cominciato. E poi tutta questa corruzione. Il Portogallo ha tutta una serie di leggi ermetiche, un sistema giudizionario che non funziona, la legislazione così confusa che incoraggia la corruzione, portando il Paese secondo l’indice CPI al 32mo posto del livello di corruzione. “Non ti preoccupare” gli rispondo “l’Italia è al 67mo posto dopo il Ruanda”.
“Problemi di corruzione a parte” Gli dico ”Almeno tu hai sempre avuto la tua libertá, hai sempre fatto quello che volevi. Adolf, ma sei felice?” “Non lo so” mi risponde tristissimo, Van Gogh non è più qui.”
Anche lui ha ragione, come dargli torto? ”Hai bambini” gli chiedo, per provare a tirarlo su. Diventa ancora più triste e scuote la testa. “Non lo so” mi risponde desolato. Ecco, penso, almeno lui è sincero, è diretto. Comunicazione. Perchè Alfonso non si siede a parlare dei problemi vari con Greta, perchè non prende Misha e lo abbraccia dicendogli che gli vuole bene? Certi ragazzi devono cominciare a fare la guerra giá da quando hanno 10 anni, e se non sono forti abbastanza soccombono, tu non puoi fare altro che dargli una stretta di mano e augurargli il meglio.
Gli chiedo cosa ne pensa delle presidenziali che si stanno svolgendo in questi giorni in Portogallo. ”Mah” risponde ”sono tutti uomini e tutti molto vecchi. E non sono sexy. Forse voterei il più vecchio, Manuel Alegre, un poeta. Non voterei mai per l’attuale presidente, è un opportunista”.
Intanto la soap opera sopra di noi va avanti. Una folata di vento frizzante mi investe, viene dalla porta sempre aperta del bar. Fuori svolazza un manifesto presidenziale. Sopra c’è scritto:
Vote Francisco Lopez
Una candidatura
Patriotica
E de Esquerda
Ondeggia e sbatte violentamente, il vento sembra volerlo strappare via dal palo a cui è legata, sembra una vela di windsurf, qui tutto fa riferimento a sport di vela e tavole da surf.
“Adolf” gli chiedo, ”ma perchè sei qui a Carrapateira? “Perchè c’è Pace” risponde. ”Questo posto non ti chiede niente. Quando cammini nel bosco i grilli smettono di cantare, le rane smettono di gracchiare, sembra che la Natura si tiri rispettosamente indietro per lasciarti il tuo spazio, così come molta gente di questo paese si offre di aiutarti anche se non sa come. Pace, insomma.”
In una mossa drammatica vuota l’ultimo bicchiere, si alza, tira fuori la sua armonica, e si allontana suonandola terribilmente, la sua faccia e guance ci affondano come gomma. E’ andato a dormire.. Un’altra volta ancora,come direbbe lui.
Qui nel locale sono andati via tutti. Carrapateira dorme, il proprietario stá pulendo l’ultimo tavolo, ci siamo solo io lui e la televisione, l’unica cosa che continua ad emettere suoni, e la telenovela che continua imperterrita tra le sue gioie e dolori, vite e miracoli. Io continuo a scrivere. Poi uno scarabeo arrabbiato mi piomba dritto sui fogli. Forse anche per me è ora di andare.
Marco Germinario