UE: rifiuti, emissioni, etichette e inquinanti all’ordine del giorno della mini-plenaria
La gestione dei rifiuti, se fatta in maniera efficiente, può attrarre investimenti e creare lavoro. In particolare, l’industria del riciclo ha un potenziale europeo di mezzo milione di posti di lavoro. E’ una realtà ormai ampiamente nota agli operatori, ma ora lo afferma esplicitamente anche una risoluzione approvata dal Parlamento Europeo lo scorso 2 febbraio durante la “mini sessione plenaria” di Bruxelles.
Il testo della risoluzione, approvata con 632 voti a favore, 18 contrari e 22 astensioni, affronta le problematiche sollevate da 114 petizioni inviate dai cittadini europei, nel periodo 2004-2010, sul mancato rispetto della legislazione comunitaria nella gestione dei rifiuti. Tali denunce provengono principalmente da Italia, Francia, Spagna e Irlanda. Nello specifico, il Parlamento chiede alla Commissione di proporre criteri più chiari per la creazione delle discariche e le distanze minime da scuole, case e ospedali per ridurre i rischi sanitari. I deputati propongono anche un sistema a colori per classificare i rifiuti al fine di aiutare i cittadini a comprendere il ciclo dei rifiuti e aumentare i tassi di riciclo. Si chiedono infine maggiori investimenti per predisporre strutture di gestione dei rifiuti efficienti. Infatti, i principali problemi evidenziati dalle petizioni sono la mancanza di personale adeguato a livello locale e regionale, di risorse sufficienti e di un sistema di controllo efficiente a livello europeo. Dovrebbero dunque essere rinforzate le ispezioni, sia a livello comunitario sia nazionale e, per migliorare la lotta alle infiltrazioni del crimine organizzato nel processo di gestione dei rifiuti, è auspicabile la definizione di un sistema efficace di monitoraggio finanziario sui fondi comunitari erogati alle imprese, da parte di autorità locali e nazionali.
Sempre nel corso della mini sessione plenaria, il Parlamento Europeo ha posto il veto sulla proposta della Commissione di cambiare le etichette nutrizionali dei prodotti alimentari riguardanti le percentuali di zuccheri, sale e grassi contenuti negli alimenti stessi. La proposta avrebbe consentito, per esempio, un annuncio del “15% in meno di zucchero” basato su una precedente formulazione dello stesso prodotto. Secondo i 393 deputati che hanno votato contro la proposta, le nuove etichette avrebbero potuto trarre in inganno i consumatori, in quanto il prodotto sarebbe potuto sembrare più sano rispetto ad un altro simile, recante però l’annuncio “basso livello di zucchero”. Effettivamente, dalla comparazione di prodotti analoghi, sempre nel caso dello zucchero presente in essi, la legislazione europea impone una riduzione del 30% al fine di essere considerati più sani.
Matthias Groote, il direttore della Commissione Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare del Parlamento EU (ENVI), si è detto soddisfatto dell’approvazione della risoluzione legislativa approvata “in difesa degli interessi dei consumatori, i quali necessitano delle giuste informazioni per una comparazione chiara nella scelta dei prodotti alimentari che acquistano”.
Proprio dalla Commissione ENVI, riunitasi lo scorso 31 Gennaio, arriva inoltre la richiesta di miglioramento del sistema per lo scambio delle quote di emissioni di CO2 dell’Unione Europea, al fine di ridurre dell’80% i gas clima-alteranti entro il 2050. Il rapporto non legislativo del deputato liberale britannico Chris Davies appoggia fortemente la “tabella di marcia verso un’economia competitiva a basse emissioni di carbonio nel 2050” della Commissione Europea, sottolineando però l’importanza di investire maggiormente nelle tecnologie green. Il deputato inglese ritiene che il sistema UE di scambio delle quote di emissione (il cosiddetto Sistema ETS) svolgerà un ruolo essenziale per introdurre sul mercato un’ampia gamma di tecnologie a bassa intensità di carbonio.
A questo proposito le richieste della Commissione ENVI si dirigono, in particolare, verso la produzione di biocombustibili. Le richieste sarebbero di sviluppare criteri di sostenibilità per l’utilizzo delle biomasse e l’introduzione di fattori che considerino la formazione di gas serra causata dalla produzione dei biocombustibili stessi. Nel caso del settore dei trasporti, gli euro-deputati chiedono, inoltre alla Commissione, una proposta legislativa per tagliare le emissioni provenienti dal traffico marittimo, in assenza di una accordo internazionale sulla questione. Infine, una raccomandazione riguarda la nuova PAC e i target relativi all’utilizzo sostenibile dell’energia nel settore agricolo.
Dalla Commissione Europea arriva infine la proposta di aggiungere quindici nuove sostanze chimiche all’elenco di trentatré inquinanti monitorati e controllati nelle acque europee di superficie. Infatti, secondi i tecnici della Commissione i miglioramenti della qualità dell’acqua nell’UE potrebbero essere compromessi da nuove forme di inquinamento chimico. Le quindici sostanze comprendono prodotti chimici industriali e sostanze utilizzate nei biocidi, nei farmaci e nei prodotti fitosanitari, scelte sulla base di prove scientifiche che ne attestano la possibilità di rappresentare un rischio significativo per la salute. La Commissione propone l’elenco rivisitato come parte della direttiva che modifica la direttiva quadro sulle acque (WFD) e la direttiva sugli standard di qualità ambientale (EQSD). La proposta sarà trasmessa al Consiglio e al Parlamento per la discussione e l’adozione.
Donatella Scatamacchia