UE: i sovrapedaggi per i TIR scatenano la furia populista dell’Italia
Il principio è semplice: chi inquina paga. In vista dell’esodo estivo il Parlamento Europeo ha approvato, con 505 voti a favore e 141 contrari, la revisione della Direttiva “Eurovignette III”, che consente di istituire sovrapedaggi sul trasporto merci, con l’obiettivo di stimolare trasporti più efficienti e meno inquinanti.
Il testo adottato in prima lettura dal PE, in relazione alla normativa fiscale che dovrà regolare il trasporto su strada europeo, punta a realizzare ricavi da utilizzare per finanziare sistemi di trasporto più sostenibili dal punto di vista ambientale. Si punta cioè ad aggiungere 3-4 centesimi (per veicolo/km in media) al costo di utilizzo delle infrastrutture, per coprire i costi esterni generati dal trasporto su strada, come l’inquinamento atmosferico e quello acustico.
Oltre alle reti di trasporto transeuropee (Ten-T), la direttiva sull’Eurovignetta riguarderà le autostrade e si applicherà ai veicoli superiori alle 3,5 tonnellate. Se uno Stato membro intende concedere deroghe ai mezzi fino a 12 tonnellate, dovrà comunicarne le ragioni alla Commissione Europea. Gli Stati si impegnano in ogni caso a investire il 15% dei ricavi totali nelle reti di trasporto transeuropee, mentre i fondi rimanenti dovranno essere utilizzati per attenuare gli effetti nocivi e sviluppare sistemi di trasporto maggiormente ecosostenibili. Per garantire la trasparenza dell’operazione i deputati hanno incluso nella direttiva l’obbligo per gli Stati membri di informare periodicamente la Commissione sulle tariffe e sull’utilizzo degli oneri percepiti.
I veicoli a motore meno inquinanti saranno esenti dai costi legati all’inquinamento atmosferico, fino al 1° gennaio 2014 per la classe di emissione Euro V, e fino al 1° gennaio 2018 per la classe Euro VI. Nelle aree sensibili e nelle zone montuose, ai costi esterni si aggiungerà una maggiorazione fino al 25% per i veicoli più inquinanti (da Euro 0 a Euro II) e, a partire dal 1° gennaio 2015, sarà esteso alla classe Euro III.
Per ottenere una gestione più efficiente del traffico il tasso di variazione dei pedaggi potrà arrivare fino al 175% nelle aree congestionate, con tariffe superiori applicabili nelle cinque ore di punta e con tariffe più basse per gli altri periodi.
Negativo il commento degli europarlamentari italiani impegnati nella Commissione Trasporti, Antonio Cancian e Carlo Fidanza, che hanno votato contro il provvedimento ritenendolo «un colpo pesante per il nostro settore dell’autotrasporto e, più in generale, per il nostro Paese». L’Italia, sostengono i due europarlamentari, ha nell’import/export uno dei suoi punti di forza e, insieme ad altri paesi periferici dell’UE, soffre di barriere geografiche che rendono più costosi gli spostamenti delle merci, soprattutto transfrontalieri e internazionali.
Pare dunque che in Italia l’Eurovignetta troverà – come in altre occasioni - vita dura nell’applicazione: il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli (ex Ministro dell’Ambiente) si è infatti già detto contrario ai possibili pedaggi autostradali sul Grande Raccordo Anulare di Roma e su altri tratti stradali nazionali, come la Salerno-Reggio Calabria. Il GRA, questa la motivazione della contrarietà, è considerato una via di collegamento fondamentale, non solo per i romani, e l’imposizione di un pedaggio autostradale peserebbe significativamente sui cittadini. Regione Lazio e Provincia di Roma sembrano soddisfatti per la presa di posizione del Ministro, ma non si comprende, francamente, il richiamo generico (e un po’ populista) ai cittadini, quando la direttiva europea è chiaramente diretta ai soli mezzi superiori alle 3,5 tonnellate…
Francesca Fradelloni