Che aria tira su auto e sostenibilità? Le voci dal congresso di Venezia
Quale futuro per la mobilità, il settore automotive e la sua filiera? Quali le traiettorie tecnologiche più promettenti su cui investire, per raggiungere obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale che garantiscano anche risultati economici soddisfacenti all’industria dei car-maker? Come supportare una fruttifera interazione fra gli attori in gioco (consumatori, policy maker, industria) al fine di implementare un sistema di mobilità sostenibile per il futuro? Anche quest’anno cerchiamo di rispondere a queste e altre domande sul tema Automotive & Sustainability facendo riferimento al symposium internazionale dal titolo Sustainability and the New Automotive Value Chain, che si è svolto a ottobre nella suggestiva cornice dell’isola di San Servolo, sede della Venice International University.
L’evento, organizzato da Alcantara e svoltosi con la supervisione scientifica del CAMI (Center for Automotive & Mobility Innovation) dell’Università Cà Foscari di Venezia, è stata un’ottima occasione per far incontrare la comunità accademica (grazie alla partecipazione di scholars internazionali di primo livello) e il mondo dell’automotive industry. Presenti fra gli altri Uwe Koser (Head of Scientific Projects di Audi), David Tulauskas (Director of Sustainability di General Motors) e Cristophe Midler (Research Director presso il Centre de Recherche en Gestion de l’Ecole Polytechnique).
Come ha rimarcato Pietro Lanzini, responsabile comunicazione del CAMI, la soddisfazione è stata quella di non aver organizzato una semplice vetrina per “figure di spicco della filiera automotive”, ma occasione per alimentare un autentico e serrato dibattito su alcune tematiche di grande interesse quali il ruolo e l’efficacia degli indicatori di sostenibilità e del reporting ambientale delle aziende, o le prospettive di sviluppo di specifiche traiettorie tecnologiche, come ad esempio gli Electric Vehicles o, ancora, il ruolo che la domanda deve rivestire nel guidare il cambiamento verso nuovi modelli di sostenibilità.
I due giorni di lavori hanno visto sessioni parallele fra gruppi dedicati a una specifica tematica (una dedicata alle percezioni del consumatore, una agli indicatori di sostenibilità ed una alle nuove tecnologie eco-sostenibili), alternarsi a presentazioni e discussioni aperte a tutti i partecipanti. Su alcuni temi la convergenza di opinioni è stata ampia, come ad esempio sulla necessità di uniformare maggiormente gli indicatori di performance ambientale, per rendere più semplici i paragoni fra soluzioni e attori differenti e per contrastare la confusione che ad oggi attanaglia chi si interfacci con la comunicazione ambientale dei player industriali, minandone di conseguenza l’efficacia.
Su altre questioni sono invece emerse, con forza, divergenze di opinione, come ad esempio sulle prospettive tecnologiche e commerciali dei veicoli elettrici. L’industria automobilistica dimostra diverse sensibilità e visioni sul tema, con alcuni attori pronti a puntare con decisione su un’alternativa ritenuta molto promettente e altri invece molto meno ottimisti, evidenziando le problematiche connesse (infrastrutture di distribuzione, produzione energia elettrica, costi di produzione e conseguenti prezzi di vendita elevati).
Una tematica che ha particolarmente acceso il dibattito è stata poi la prospettiva legata al consumatore, alle sue percezioni del tema sostenibilità e di quale sia il suo ruolo nello sviluppo di nuove traiettorie nel comparto automotive. Secondo il Prof. Zirpoli (CAMI Scientific Director): “È un errore comune considerare dal medesimo punto di vista tutti i mercati indistintamente. Le specificità macro-regionali rivestono un ruolo centrale nel plasmare i rapporti di forza fra industria, consumatori e policy makers”. In tal senso alcuni interventi hanno sottolineato come, ad esempio, in Cina sia lecito attendersi che il motore del rinnovamento sia rappresentato dal Governo e dalle sue emanazioni territoriali (tramite lo sviluppo di Direttive e Standard), così è probabile che in Europa e Nord America il cambiamento possa essere maggiormente demand driven, con il settore pubblico che fissa degli obiettivi di performance, l’industria che sceglie in libertà le alternative tecnologiche che permettono il raggiungimento di tali obiettivi ed il cliente che rappresenta il giudice di ultima istanza, capace di premiare la tipologia di offerta che reputa maggiormente consona alle proprie esigenze.
La volontà dei partecipanti pare quella di trasformare l’incontro veneziano in un appuntamento fisso, una piattaforma dove far incontrare ed interagire le diverse voci del settore automotive, della sua filiera e degli stakeholder rilevanti. E sicuramente spingerà in questa direzione Alcantara, l’azienda ideatrice e organizzatrice del congresso, leader nella produzione di materiali per interni auto, che è diventata una delle prime realtà aziendali carbon neutral in Europa.
Antonio Sileo
@ilFrancotirator