“Teraplando”, la terapia a pedali di Manuela Ansaldo
Pedalare fa bene al corpo, allo spirito e alla mente. Una terapia buona non solo, per esempio, per chi soffre di obesità ma pure per chi deve fare i conti con rilevanti problemi psichici, come la depressione o l‘ansia. La dottoressa Manuela Ansaldo, psicoteraputa con PhD in Neuroscienze è partita da questi assunti scientifici per elaborare una ricetta terapeutica base di attività aerobica.
Non si tratta di una nuova moda new age né di roba da casalinghe ricche e stressate. Teraplando – questo il nome della terapia con i pedali – è una formula consigliata dai medici del DSM Cinecittà di Roma ovvero gli psichiatri, guidati dal capo dipartimento Roberto Parravani, che indirizzano i loro pazienti alle cure di Manuela. Ed è anche un marchio registrato, che protegge appunto la precisa “formula” elaborata, perché non basta semplicemente pedalare per ottenere questo tipo di risultati. “Teraplando è il frutto dei miei studi sugli effetti benefici dell’attività aerobica sui toni dell’umore. Un risultato arrivato grazie anche alle collaborazioni scientifiche e alle relazioni e rapporti con i medici psichiatri del Dipartimento di Salute Mentale”.
Tanto ricerca, dunque, e lavoro sul funzionamento e le reazioni del cervello. Ma come si sviluppa, in concreto, l’attività per i pazienti, avviata nel 2015? “Io opero come personal trainer, da coach, e tratto ogni patologia in modo specifico. In altri termini è ben diversa la problematica di chi soffre di obesità e di chi deve confrontarsi con un disturbo bipolare. Per questo prima di iniziare l’attività vera e propria si parte con un test medico sportivo e mi consulto con il medico curante”. La terapia è anche un modo per attenuare gli effetti secondari provocati dall’assunzione dei farmaci che “portano spesso al sovrappeso”. Inoltre, spiega Manuela, “puntiamo sulle risorse auto-curative che ognuno di noi ha, ma che spesso non sa utilizzare“. Per questo tutti i partecipanti a Teraplando devono seguire delle indicazioni molto precise, in quanto “si tratta di un lavoro cardiaco di una certa intensità”, costantemente monitorato dal coach.
Oltre il dato individuale la psicoterapeuta romana riconosce l’effetto sociale del pedalare: “questa è una spinta per usare la bici anche fuori casa, con la famiglia, con gli amici. Le due ruote sono un grandissimo strumento di socializzazione“. Stare sul sellino, insomma, fa bene alla propria salute fisica e mentale, ma apre pure le porte anche ad un miglioramento dei rapporti e delle relazioni sociali.
Chiariti e comprovati i benefici, ora si dovrebbe trovare il modo di incentivare un metodo come Teraplando: “Per i primi due anni la terapia è stata offerta gratuitamente e vorrei continuare così, ma ora serve un supporto. E finora non ho avuto sostegni di questo tipo“. Eppure Teraplando è un’ottima risposta ad una società dove ci si muove poco e male, il che comporta costi enormi per la sanità pubblica. Perché non prevenire? “Il corpo umano è fatto per il movimento, i nostri geni sono predisposti per questo. La sedentarietà va conto natura, non è un caso che la depressione sia una malattia dei nostri tempi – denuncia la Dott.ssa Ansaldo – Stare ore e ore seduti davanti ad una scrivania con la luce artificiale non ha nessun giovamento per il corpo e la mente”.
Sarebbe utile per tutti ritagliarsi uno spazio in palestra, visto che siamo fatti per il movimento – “siamo dei mammiferi”, ribadisce la dottoressa. E invece la nostra scuola cosa fa? “Negli USA si promuove molto lo sport nei college, ma è orientato ad una dimensione agonistica e competitiva, mentre bisognerebbe sottolineare l’aspetto ludico. C’è da incanalare i ragazzi verso lo sport e verso uno stile di vita sano, sembra invece che il messaggio dominante sia quello legato al fatto che sei bravo se studi seduto su una sedia tutto il giorno. E, al contrario se fai movimento ‘perdi tempo’, quasi un giudizio negativo per chi si muove al di là degli spazi consentiti”.
Il messaggio in realtà è antico: mens sana in corpore sano. Senza per forza dover puntare all’agonismo, come sostiene la Ansaldo stessa, che nella “vita privata” è comunque una sportiva professionista: “sono una ciclista, faccio agonismo e sono seguita da un preparatore atletico”. Ma in Teraplando il traguardo da tagliare non è quello di gara, è quello del proprio benessere psicofisico.
Gian Basilio Nieddu