Sulle orme di Marco Polo con la “Via della Seta” ferroviaria
La libera circolazione delle merci, delle persone e delle idee entro i confini comunitari è uno dei principi sui quali si basa la costruzione dell’Unione Europea, messo a dura prova, oggi, dalle sfide del terrorismo internazionale, dell’immigrazione di massa e di trattati controversi come l’ormai famoso TTIP.
Questa visione, declinata nel mondo dei trasporti, ha preso il nome di TEN-T (Trans-European Networks – Transport), una fitta rete con nove corridoi, di cui è previsto il completamento entro il 2030: sette riguardano gli storici itinerari Nord-Sud, cioè le direttrici lungo le quali si è consolidato lo sviluppo nel dopoguerra; poi ci sono due corridoi Est-Ovest, con il Corridoio Mediterraneo tra la penisola iberica e l’est europeo passando per la Pianura Padana. L’Italia è toccata da tre di questi canali, il Corridoio Mediterraneo, dal Portogallo all’Ungheria, attraverso la linea Torino-Trieste, quello Rhône-Alpes, che collega il porto di Genova ai porti del Mare del Nord come Rotterdam e Anversa e il corridoio Scandinavo-Mediterraneo, che va da Helsinki a La Valletta, passando per La Spezia, Napoli e Palermo.
Ma nelle ambizioni UE c’è di più, si punta a potersi spingere fino all’estremo oriente e unire ben due Continenti, l’Europa e l’Asia, secondo una rivisitazione in chiave ferroviaria della “Via della Seta”, l’itinerario storico di Marco Polo.
In concreto, si tratta del prolungamento a Est del Corridoio Mediterraneo. Il progetto in questione si chiama “Metro of the Metr” (Middle Est, Europe, Turkey, Russia) e si propone di realizzare una vera e propria “metropolitana” intercontinentale via binario e ad alta velocità fino a Pechino. 223 città-stazione su un totale di 87.700 km.
Recentemente è stata la città di Torino a promuovere un’azione rivolta ai sindaci dei centri abitati che verrebbero toccati dalla grande opera. Il progetto di sviluppo dei corridoi dell’Alta Velocità tra Europa e Asia (con traguardo al 2050) è stato tracciato, per la prima volta, nel Libro Bianco, dopodiché è nato il Forum delle “Città della nuova via ferroviaria della seta”, voluto dall’Italia o e arrivato a trenta aderenti, con una prima sede inaugurata il 5 maggio nel capoluogo piemontese e altre due che apriranno a Pechino e Mosca, nei prossimi mesi.
Il piano si pone l’obiettivo di promuovere lo sviluppo di nuovi corridoi ferroviari euroasiatici, in grado di connettere e integrare la rete ad alta velocità europea e quella cinese in un unico grande network di trasporto intercontinentale. L’idea che si sta definendo è quella di una grande “metropolitana della pace”, come l’ha definita qualcuno. Un sistema di trasporto che permetta spostamenti rapidi via treno tra le città principali che ne diventano le fermate. Dal 2050, partendo da Milano al mattino, si potrà arrivare a Teheran per la cena, o viaggiare da Mosca a Pechino in meno di un giorno. Per spostare merci e persone nell’ottica della cooperazione e dell’abbattimento di barriere e confini.
Accanto ai fronti caldi dell’Alta velocità ferroviaria europea, con il corridoio mediterraneo e la Torino-Lione ci sono le linee in territorio russo e cinese. Mosca e Pechino stanno, infatti, per formalizzare l’accordo di finanziamento della tratta Mosca-Kazan, uno dei tasselli fondamentali della Nuova via della Seta.
Il progetto potrebbe sembrare piuttosto visionario, ma il primo viaggio di un treno merci di un operatore cinese partito da Wuhan è arrivato qualche settimana fa a Lione, dopo 11.300 chilometri attraverso Cina, Kazakistan, Russia, Bielorussia, Polonia, Germania e Francia percorsi in 15 giorni. L’Italia, per adesso, è tagliata fuori, ma con l’inaugurazione del tunnel del Gottardo, e poi con la Torino-Lione (prospettiva 2019 per la prima parte, 2027 per completamento dello scavo e 2029 per attrezzare la galleria, salvo complicazioni), potrà entrare a far parte della nuova rotta “della seta”, consentendo di accorciare il percorso generale di 1.500 chilometri.
Per concretizzare questa visione restano dunque ancora migliaia di chilometri di rotaie da costruire e un’importante interruzione da superare in Medio Oriente, dove Metr si propone di progettare una nuova linea, con la sfida di inserirla in un contesto molto critico di equilibri geopolitici.
Piero Fassino, il sindaco di Torino e attuale presidente ANCI ha però voluto indirizzare un messaggio fiducioso (visti anche i tempi di campagna elettorale) ai suoi omologhi delle città euroasiatiche: “In un mondo globalizzato le città sono ancora un punto di riferimento e oggi, insieme al patrimonio storico che rappresentano, si va riscoprendo il loro ruolo fondamentale di simbolo di territori e garanti delle comunità. Tocca alle città costruire da protagoniste il proprio futuro assumendo una funzione trainante nelle politiche di sviluppo e di attrazione degli investimenti promuovendo in prima persona progetti che immaginino nuovi scenari per il futuro dei trasporti e disegnino la mobilità delle persone e delle merci in una prospettiva di scambio tra popoli”.
Il prossimo appuntamento del Forum sarà il 3 giugno a Sochi, in Russia, dove firmeranno la loro adesione i sindaci delle città cinesi e russe e dove sarà presentato il secondo Libro Bianco, dedicato proprio alle Città lungo la futura Via della Seta su rotaia.
Beatrice Credi