Si scrive PD si legge Petroleum Development. Le rogne ambientali del Governo Renzi
Se il Governo targato Matteo Renzi voleva chiarire il proprio livello di insensibilità ai temi ambientali, negli ultimi giorni ci sta riuscendo alla grande.
Prima il Ministro dell’Ambiente (mai qualifica fu più inappropriata) Gian Luca Galletti, con la dichiarazione urbi et orbi di volersi astenere dal voto sulle trivelle del 17 aprile. Non pago, il Ministro ha ribadito giusto ieri a Radio Capital (con un certo orgoglio), di aver confuso anche i figli: “uno di loro era partito per il sì poi quando l’ho portato a ragionare è diventato più indeciso“. Congratulazioni ministro per la capacità di illustrare alle nuove generazioni i concetti di sviluppo sostenibile e green economy!
«Galletti è un ambientalista doc – ironizza Beppe Grillo – voleva mettere centrali nucleari in Emilia Romagna ed è stato un fiero oppositore del referendum sull’acqua pubblica, che infatti il governo sta stralciando in questi giorni. Il ministro dell’ambiente trivellato!». Forse Grillo parlava come comico, ma il WWF no, quando ha chiesto di porre fine a una penosa lezione di “diseducazione civica”, richiedendo al Ministro, con una formulazione di grande eleganza, “maggiore equilibrio istituzionale”: “purtroppo il Ministro sembra essersi accodato a quanti, ben sapendo che la stragrande maggioranza degli italiani è per il sì, punta all’astensionismo per scoraggiare ogni confronto e l’esercizio democratico del voto”. “Chi invita all’astensionismo – aggiunge in una nota stampa l’associazione ambientalista - sa di perdere nel confronto democratico e si rifugia nell’unica arma a disposizione, quella della delegittimazione della scadenza referendaria“.
E ora il Ministro Federica Guidi - che certo non ha mai brillato per ambientalismo - dimessosi ieri sera per una torbida vicenda che vede indagato il proprio compagno Gianluca Gemelli, “imprenditore” costantemente a caccia di contratti nel settore petrolifero per la propria società. L’inchiesta esplosa in Basilicata ha due filoni d’indagine, che hanno già visto sei arresti (tra cui Rosaria Vicino, ex sindaca del PD di Corleto Perticara) per traffico e smaltimento di rifiuti, 60 indagati e la sospensione della produzione di petrolio ENI in Val D’Agri.
Da un lato, infatti, la Procura di Potenza contesta al Centro Oli di Viggiano dell’”azienda di stato” lo sforamento consapevole dei limiti di emissione in atmosfera (con tanto di manipolazione dei dati) e il declassamento a “non pericolosi” di rifiuti speciali che avrebbero, al contrario, dovuto subire un trattamento “adeguato”, ben più costoso per l’azienda. “Dispiace rilevare che per risparmiare denaro ci si riduca ad avvelenare un territorio con meccanismi truffaldini“, ha commentato amaramente il Procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti. ”Non è giustizia a orologeria – ha aggiunto Roberti, con riferimento al voto per il referendum del 17 aprile e le comunali di giugno - le indagini sono iniziate nel 2013 e sono state complesse e delicate: le richieste di misura cautelare sono state presentate tra agosto e novembre del 2015. Quindi prima del referendum e in tempi non sospetti“.
Il secondo filone d’indagine riguarda invece l’affidamento di appalti e lavori per l’infrastrutturazione del giacimento “Tempa Rossa” della Total. Il compagno della Guidi, Gemelli, è accusato di traffico di influenze illecite perché, si legge nelle carte della Procura “sfruttando la relazione di convivenza che aveva col ministro allo Sviluppo Economico indebitamente si faceva promettere e otteneva da Giuseppe Cobianchi, dirigente della Total, le qualifiche necessarie per entrare nella bidder list delle società di ingegneria” della multinazionale francese, per poter così “partecipare alle gare di progettazione ed esecuzione dei lavori per l’impianto estrattivo di Tempa Rossa”. Una gara da più di due milioni di euro già vinta in partenza, che gli viene infatti assegnata nei giorni successivi all’interessamento del Ministro Guidi con la collega Maria Elena Boschi, Ministro dei Rapporti con il Parlamento, che – a quanto emerge dalle intercettazioni – avrebbe assicurato la reintroduzione, nella Legge di Stabilità, di un articoletto di legge che un emendamento del M5S aveva fatto stralciare dal precedente decreto “Sblocca Italia” (già prevedendone i rischi).
Se fossi Crozza mi verrebbe da ironizzare sul nuovo significato della sigla “PD” & Co., ma non sono un comico e non c’è niente da ridere.
Andrea Gandiglio