S.O.S. specie aliene invasive! L’Europa lotta per evitare 12 mld. di danni
Le specie aliene invasive (IAS) sono inizialmente trasportate dall’uomo fuori dal loro ambiente naturale valicando le barriere ecologiche. Sopravvivono, si riproducono e si diffondono nei nuovi luoghi con effetti negativi sull’ecologia locale e con gravi ripercussioni economiche e sociali. Costituiscono una grave minaccia per la biodiversità in Europa, dove si contano oltre 12 mila specie estranee agli habitat locali. Circa il 15% di queste è invasivo e in rapida crescita. Il fenomeno è, infatti, destinato ad aumentare in futuro se non si interviene significativamente per controllarne l’introduzione e l’insediamento.
L’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha recentemente pubblicato un documento che raccoglie ventisei studi di casi provenienti da più di quindici Paesi, europei e non, basati su contributi di enti regionali e locali e da istituzioni scientifiche. Gli esempi mostrano azioni concrete contro questo fenomeno, messe in campo a livello urbano. Le aree metropolitane sono, infatti, particolarmente vulnerabili alle IAS, a causa della quantità di beni in arrivo o di passaggio per le attività commerciali vie predilette dalle specie aliene invasive. I problemi che possono sorgere nelle città sono principalmente schematizzabili in quattro categorie. Alcune IAS possono creare allergie (Ambrosia), altre danni ai monumenti (Albero del Paradiso), senza contare poi i problemi di salute (Zanzara Tigre) e i danni al paesaggio (Punteruolo Rosso). Con questa pubblicazione, IUCN intende mettere in evidenza il ruolo fondamentale che hanno gli enti locali e regionali nell’attuazione degli obiettivi nazionali ed internazionali sulla biodiversità e nella prevenzione dei rischi connessi ad invasioni biologiche .
Lo studio ha anticipato di poco l’uscita delle nuove regole UE sulle IAS. Sulle quali la Commissione Europea ha appena proposto un nuovo atto legislativo per prevenire e gestire la minaccia, in rapida crescita, rappresentata dalle specie invasive. L’obiettivo, auspicato anche dall’IUCN, è che il nuovo atto europeo fornisca una risposta più armonizzata e coordinata a questa sfida a livello di Unione, rispettando gli impegni della strategia dell’UE sulla biodiversità fino al 2020.
I problemi a cui l’Esecutivo di Bruxelles intende dare soluzione sono di diversa natura. In primo luogo, le specie esotiche invasive causano danni di tipo economico. Si stima che la perdita di risorse sia almeno di 12 miliardi di Euro. Sotto forma di pericoli per la salute pubblica, danni alle infrastrutture (la Fallopia Japonica che deteriora gli edifici) e perdite di raccolti agricoli (la nutria che distrugge i seminativi). In secondo luogo, le specie esotiche invasive possono danneggiare gravemente gli ecosistemi e causare l’estinzione di specie necessarie invece a mantenere l’equilibrio dell’ambiente naturale. Per esempio, il ciliegio americano è nocivo per gli ecosistemi forestali e gli scoiattoli grigi stanno sostituendo quelli rossi. Molti Stati membri, infine, stanno già impegnando ingenti risorse per affrontare questo problema ma gli sforzi rimangono vani se sono circoscritti al solo livello nazionale. Come nel caso della campagna di eradicazione del Panace Gigante in Belgio, che sarà vanificata se la specie tornerà a reimpiantarsi provenendo dalla Francia. Non a caso il Commissario per l’Ambiente Janez Potočnik ha dichiarato che questa lotta è un classico esempio di settore in cui l’Europa dà il meglio collaborando.
La proposta invita, infatti, a compiere un passo verso un approccio armonizzato e maggiormente preventivo, in grado di aumentare l’efficienza e, a lungo andare, diminuire i costi dei danni nonché quelli degli interventi. L’idea della Commissione è quella di creare un elenco di specie invasive comune a tutti i Paesi membri che sarà compilato avvalendosi di valutazioni del rischio e di prove scientifiche con il contributo di ciascuno Stato. Alla lista sarà abbinato un meccanismo informativo di supporto: la Rete europea per le informazioni sulle specie esotiche.
Le specie così individuate saranno bandite dall’UE, Non sarà ammesso importarle, acquistarle, usarle, rilasciarle o venderle. Si adotteranno misure speciali per accompagnare i commercianti, gli allevatori o i proprietari di animali. Fondamentali saranno, inoltre, i controlli per prevenire l’introduzione deliberata delle specie interessate da compiersi a livello territoriale. Tuttavia, molte specie entrano nell’UE in modo accidentale, nelle merci o nei container. Gli Stati membri dovranno agire per individuare tali vettori e adottare correttivi. Una volta isolata la specie che sta iniziando ad insediarsi, dovranno immediatamente adottare i provvedimenti necessari alla sua eradicazione. Se poi una specie è già ampiamente diffusa, ogni Paese dovrà avvalersi di misure per minimizzare i danni degli “alieni”.
Beatrice Credi