Rosalba Forciniti, la medaglia di bronzo che vorrebbe respirare aria più pulita
Alle Olimpiadi di Londra 2012 Rosalba Forciniti ha vinto una bellissima medaglia di bronzo nel judo, categoria 52 chilogrammi. Da allora il suo telefono squilla di continuo fra chi le chiede di partecipare a un progetto per promuovere lo sport, all’inaugurazione di una scuola o qualche stage con giovani allievi di judo.
Lo scorso fine settimana Forciniti era ad Alba per un allenamento agonistico all’interno dell’evento “Aspettando Alba Città Europea dello Sport 2013”. Una breve pausa dalle meritate vacanze che durano dalla fine dei Giochi. Infatti, mentre risponde alle domande di Greenews è già tornata nella sua Calabria, si trova in mezzo al vento, nel Parco Nazionale della Sila. “Qui il panorama è davvero splendido – dice – non c’è modo migliore per sentirsi vicino alla natura”.
D) Rosalba, una sportiva del suo livello non avrà molto tempo per dedicarsi alla cura dell’ambiente o a contemplare paesaggi…
R) Purtroppo no. Quando mi alleno non c’è quasi il tempo per fare altro, e anche adesso che sono in vacanza fra stage, appuntamenti e cerimonie ho davvero poche occasioni per concentrarmi su temi ambientali. Certo, ogni volta che ne ho la possibilità torno a casa, su montagne come queste, ed è sempre bellissimo.
D) Le Olimpiadi di Londra avevano promesso di essere “green” e sostenibili. Lei che esperienza ne ha avuto?
R) C’era tanto smog… (Ride) A parte gli scherzi, ho visto molto poco, della città e dell’organizzazione. Prima della gara sono stata quasi sempre al Villaggio Olimpico cercando di riposarmi e concentrarmi. I giorni successivi li ho passati al palazzetto, a fare il tifo per i compagni di squadra. In pratica ho visto solo qualche palazzone nei brevi trasferimenti. Voglio tornarci, però, e capire un po’ meglio la città.
D) Più in generale, che ti po di consapevolezza sui temi ambientali pensa ci sia nel mondo dello sport?
R) Non molta. Ho qualche dubbio che ci sia un legame diretto fra sport ed ecologia. Anche se forse sarebbe il caso di rifletterci su. Per esempio: respirare aria pulita quando ci si allena all’aperto dovrebbe essere una delle prime preoccupazioni di un atleta, dovremmo impegnarci perché questo avvenga.
D) Pensa che gli sportivi potrebbero essere importanti per promuovere l’attenzione e la cura per l’ambiente?
R) Certamente sì. Anche se non tutti hanno la visibilità dei calciatori, o il potere d’influenza dei politici, alla fine gli sportivi sono comunque personaggi pubblici: penso che dovremmo essere veri portabandiera di certe istanze.
D) Ad Alba, ad esempio, è andata a incontrare molti giovani. bisogna cominciare da lì?
R) Dobbiamo essere d’esempio. Non solo per i giovani, spesso sono proprio i più grandi ad avere comportamenti sbagliati…
D) Le hanno mai chiesto di fare da testimonial per qualche campagna o promozione?
R) A breve poserò per alcune foto che andranno in un calendario di un’associazione che aiuta i bambini con sindrome di Down. Ma ho anche un progetto mio: ricordate la maglietta che indossavo il giorno della medaglia? Diceva, in inglese: “Le brave ragazze vanno in paradiso, quelle cattive vanno a Londra”. È piaciuta a tante persone così ho deciso di produrne un cero numero, venderle e con il ricavato portare generi alimentari alle popolazioni di Haiti, colpite dal terremoto e dagli uragani.
D) Un forte interesse per il sociale, dunque…
R) E anche per l’ambiente. Purtroppo come dicevo il tempo è davvero poco, e quello che non passo ad allenarmi lo uso per studiare: sono iscritta a Scienze Politiche. Penso che quando smetterò con il judo avrò molte più occasioni per dedicarmi a questo genere di cose. Ma è ancora presto, diamo tempo al tempo.
Matteo Acmè