Rifiuti a tutto tondo in UE: trasporto illegale, smaltimento navi e un concorso
Nell’ultima settimana è stato il sempre scottante tema dei rifiuti ad animare il dibattito in seno alle maggiori Istituzioni europee. E’partita la Commissione UE che ha lanciato un’offensiva contro il trasporto illegale degli scarti pericolosi che spesso, una volta giunti a destinazione, vengono abbandonati o gestiti male, con gravi conseguenze per l’uomo e l’ambiente.
Dietro le esportazioni illegali vi sono forti interessi economici rappresentati dai costi di trattamento e smaltimento dei rifiuti notevolmente inferiori nei Paesi in via di Sviluppo, determinati principalmente da norme ambientali e sanitarie meno severe di quelle applicate nell’UE e, in alcuni casi, dalla possibilità di eludere totalmente i controlli.
L’Esecutivo di Bruxelles propone pertanto di rafforzare la normativa in materia di ispezioni nazionali, per armonizzare i livelli di controllo in tutti gli Stati membri. Se alcuni dispongono, infatti, di sistemi d’ispezione a tutto campo ed efficienti, che mirano ad individuare le spedizioni illegali nei porti oppure nei luoghi di produzione e di raccolta, altri ne sono sprovvisti. Questa situazione è all’origine della pratica nota come “port hopping”, mediante la quale gli esportatori di rifiuti illegali scelgono di far transitare le spedizioni negli Stati membri che applicano controlli meno severi. Si stima che circa il 25% delle spedizioni dall’Europa verso Paesi in via di sviluppo di Africa e Asia avvenga in violazione delle leggi internazionali L’iniziativa propone che gli Stati membri effettuino regolarmente ispezioni basate sui rischi, con una maggiore collaborazione tra le autorità e una migliore preparazione degli addetti. Questo permetterà di concentrarsi maggiormente sui percorsi, gli orari e i veicoli più frequentemente coinvolti nel trasporto illegale.
Inoltre, una maggiore concentrazione sui punti di raccolta e sugli impianti di stoccaggio farà in modo che le ispezioni possano essere condotte nella fase iniziale, in maniera tale da bloccare a monte le esportazioni illegali. La pianificazione delle ispezioni aiuterà le autorità ad aumentare l’efficacia dei controlli. Le ispezioni in loco permetteranno, poi, di ottenere, da parte dei responsabili della spedizione, elementi di prova sulla legittimità della spedizione stessa. Dimostrando, ad esempio, che i rifiuti in questione sono destinati ad una gestione ecocompatibile in un Paese terzo. Il nuovo sistema dovrebbe, inoltre, portare vantaggi economici diretti per gli Stati membri e per il settore dell’industria, in quanto saranno evitate le spese di bonifica e reimportazione. Si potrebbe anche fare in modo che materie prime di un certo valore (ad esempio minerali preziosi quali cobalto e indio contenuti nei rifiuti elettronici) non vadano perdute, in modo da essere riutilizzate e reimmesse nel mercato. Ciò porterà, infine, all’ottimizzazione dei processi di trattamento dei rifiuti, al miglioramento delle tecniche di cernita e riciclaggio e a una maggiore disponibilità di materie prime di alta qualità.
Una rivoluzione, quella pensata dalla Commissione, visto che il Regolamento UE relativo alle spedizioni dei rifiuti non contiene disposizioni specifiche riguardanti la pianificazione delle ispezioni o le modalità di esecuzione. Vieta solo l’esportazione di rifiuti pericolosi verso Paesi non appartenenti all’OCSE e l’esportazione di rifiuti destinati allo smaltimento verso paesi non membri dell’UE/EFTA. Quando vengano individuate spedizioni illegali, i rifiuti devono essere rispediti nel paese di provenienza. Il regolamento consente l’esportazione di rifiuti non pericolosi verso paesi non appartenenti all’OCSE per operazioni di recupero, purché le autorità nazionali verifichino che tali rifiuti siano trattati in conformità a norme grosso modo equivalenti a quelle dell’UE.
Sul fronte del Parlamento UE, protagoniste sono state invece le navi. Un nuovo regolamento approvato nei giorni scorsi, a larga maggioranza, in Commissione Ambiente, vieta lo smantellamento illegale delle vecchie imbarcazioni europee e rende l’eco-riciclo obbligatorio. Oltre alle navi UE, anche quelle extra UE sono incluse nel regolamento. Infatti, quando attraccheranno in un porto europeo, le imbarcazioni dovranno fornire l’inventario dei materiali pericolosi contenuti. Le nuove regole prevedono che le navi europee vengano smantellate, con il loro carico di veleni, come amianto, PCB, mercurio e altre sostanze chimiche nocive, solo in strutture ”certificate”, incluse in una lista europea. Attualmente, invece, la maggior parte delle navi da rottamare viene spedita nel Sudest asiatico, dove vengono smantellate sulle spiagge in condizioni inaccettabili per la salute e provocando un forte inquinamento dell’ambiente. Il testo passerà al vaglio della plenaria il prossimo autunno e poi sarà il turno del Consiglio UE. Il regolamento dovrebbe entrare in vigore all’inizio del 2014. Previsto anche un sistema di sanzioni determinate dai singoli Stati membri.
Dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) arriva, invece, il concorso ”Waste-smART” per raccogliere idee su come riciclare meglio i rifiuti, ridurli e riutilizzarli. Tutti i cittadini europei sono invitati a dare libero sfogo alla fantasia. Al concorso si prende parte scattando una fotografia originale (lato lungo >2000px) o realizzando un breve video (30-90 secondi). Sono anche accettati i fumetti (vignetta unica), con un breve testo, che rispettino le indicazioni contenute nel regolamento di partecipazione. Il premio per ognuna delle tre categorie è di 500 Euro. Il file va poi caricato su un sito di condivisione online, come Youtube, Vimeo, Flickr, Shutterfly, Snapfish o Photobucket. Il link andrà infine inserito nella domanda di partecipazione. Il termine ultimo per l’iscrizione è il 30 settembre 2013.
Beatrice Credi