Pozzetto: il “ragazzo di campagna” che ama la città
Lo diceva Artemio, “non si vive di solo smog”. Con “Il ragazzo di campagna“, Renato Pozzetto ha dato vita ad uno dei personaggi più riusciti e indimenticabili del cinema comico italiano. Racconta di un contadino che vive a Borgo Tre Case, nella campagna pavese, che un giorno, in cerca di una vita “normale” parte alla volta della metropoli milanese. E proprio da Milano, città della moda, delle banche, dell’industria, ma che non brilla certo per qualità dell’aria, il vip di questa settimana giura che non si separerà mai.
D) Pozzetto, lei è nato e vissuto sempre nel capoluogo lombardo. Perché questo amore incondizionato per la città? Tra nebbia in Val Padana e inquinamento, non ha mai pensato di trasferirsi altrove, magari a “Borgo Tre Case”?
R) Beh, Milan l’è sempre Milan, si potrebbe dire parafrasando una mia celebre frase. E’ la mia città da sempre, non si può mica liquidare il discorso dicendo che è inquinata. Lo smog è una condizione che riguarda tutti, in tutte le grandi città. Cosa ci possiamo fare?
D) Ad esempio, provare a inquinare di meno…
R) Bisognerebbe vivere fuori dalla metropoli, ma come si fa? La mia famiglia è qua, ha studiato qua, i punti di riferimenti sono tutti milanesi, le abitudini, le comodità. Come molti milanesi, ho una casa in campagna, sul Lago Maggiore. Trascorro lì molti mesi all’anno. Per lavoro ho vissuto diviso tra Milano e Roma, ma la casa vera sta nella metropoli meneghina.
D) Mai venuta la tentazione di fare davvero il “ragazzo di campagna” a tempo pieno?
R) La vita di tutti noi è organizzata per stare in città. Vado sul lago un mese a Natale e 3-4 mesi d’estate. Lì è un altro ambiente, in mezzo alla natura. Non dico tanto per le passeggiate, perché poi finisce sempre che passo il tempo con gli amici, o attaccato ai miei giocattoli, primo fra tutti la moto. L’Italia per me è un paradiso terrestre. Oggi si vive peggio del solito, ma sono ottimista che supereremo alla grande questa crisi.
D) A fianco di una carriera di comicità, lei ha anche prestato il volto per serissime campagne di sensibilizzazione della popolazione. Una delle più celebri è quella contro il fumo, voluta dal Ministero nel 2009. E’ mai stato un fumatore?
R) Sì, per trent’anni da giovane, poi ho smesso. Il fumo è una piaga sociale. Chi non ha mai incontrato da vicino quanti problemi porta questo vizio? Chi non ha mai conosciuto un malato di fumo? Eppure la gente continua a fumare, è strano ma è così, nonostante gli appelli. Ma non sono le campagne ciò che contano, chiunque dovrebbe convincersi dei problemi provocati sulla base dell’esperienza quotidiana.
D) A proposito di esperienza quotidiana, quali sono i suoi piccoli gesti di attenzione all’ambiente?
R) Seguo banalmente le regole che sono raccomandate a tutti i cittadini. E dunque, raccolta differenziata prima di tutto. Vivendo in un condominio in centro, la temperatura di casa, invece, non la decido io purtroppo. Ho le mani legate. Guardo davanti a me un camino che fuma, dall’altra parte della strada e penso che il grosso dello smog è dovuto ai riscaldamenti. Ma alle comodità acquisite è così difficile rinunciare…
Letizia Tortello