Plantfoodsec: un progetto per la biosicurezza delle colture europee
Quando si parla di biosicurezza si intende lo sviluppo di strategie di risposta rapida in caso di introduzione deliberata o accidentale di patogeni nelle coltivazioni e nella catena agro-alimentare.
Una delle prime iniziative europee su questo tema si è sviluppata tra tra il 2005 ed il 2007, sotto il nome: “Crop and Food Biosecurity and Provision of the means to Anticipate and Tackle Crop Bio-terrorism”. Tuttavia, gran parte della taskforce coinvolta all’epoca fa oggi parte del progetto Plant and food biosecuriy (PLANTFOODSEC) di cui Agroinnova, il Centro di competenza per l’innovazione nel campo agro-ambientale dell’università di Torino, è coordinatore.
In un incontro appena organizzato a Bruxelles, alcuni rappresentanti di questa esperienza hanno evidenziato i progressi effettuati a livello europeo negli ultimi cinque anni nel campo della biosicurezza agro-alimentare come risultato della cooperazione internazionale promossa dell’UE.
Nel 2000 è stato calcolato che i danni causati dall’impatto globale delle Specie Aliene Invasive (IAS) era di 1.4 trilioni di dollari all’anno, quasi il 5% dell’economia mondiale. Nel mondo i patogeni introdotti causerebbero da 55 a 248 miliardi di dollari di perdite l’anno all’agricoltura. Inoltre, i parassiti transfrontalieri hanno un effetto negativo sulla sicurezza alimentare globale, visto che un quarto della produzione agricola mondiale è persa a causa delle malattie delle piante. Il costo totale dovuto all’azione dei patogeni vegetali resta comunque difficile da quantificare poiché non ha un impatto solo economico, ma anche ecologico, ambientale, sociale e legato al benessere umano e animale.
La salute delle colture è quindi d’importanza globale per un’agricoltura sostenibile e competitiva, nonché per il settore forestale, così come per la protezione della biodiversità degli ecosistemi.
Il progetto PLANTFOODSEC coinvolge esperti mondiali provenienti da Italia, Francia, Germania, Ungheria, Regno Unito, Usa, Israele, Turchia e dall’Istituto internazionale delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la giustizia. Il progetto, avviato nel febbraio 2011, è stato finanziato con quasi 6 milioni di euro dalla Commissione Europea nell’ambito del VII Programma Quadro, con l’obiettivo di creare un Centro Virtuale di Competenza a livello internazionale sui temi della biosicurezza in campo agro-alimentare.
I traguardi raggiunti includono inoltre una mappatura dello stato dell’arte e delle normative che regolano oggi i temi connessi alla biosicurezza; un approccio all’epidemiologia delle malattie delle piante basato su modelli sperimentali; strumenti di diagnostica molecolare avanzata, oltre a numerose attività di formazione, disseminazione e networking per incrementare la consapevolezza dei produttori, degli agronomi, dei ricercatori e dei decisori politici, sull’importanza della biosicurezza alimentare e vegetale.
È stata, per esempio, stilata una lista di 555 colture rilevanti per l’Europa. Questa lista include coltivazioni da pieno campo, vigneti, frutteti, vivai, colture orticole e specie ornamentali, piante medicinali e aromatiche, prodotti forestali. Inoltre, sono stati identificati 570 parassiti che potrebbero minacciare la biosicurezza delle colture. Oltre a una lista di 21 coltivazioni strategiche in Europa, incluse coltivazioni di pieno campo quali grano, patate, pomodori, uve da vino ed una “short list” di parassiti particolarmente pericolosi che include 63 patogeni.
Sono state poi definite le misure che vanno adottate per prevenire lo svilupparsi e il diffondersi di patogeni dannosi per le coltivazioni, protocolli di contenimento e eradicamento.
Nell’ambito del progetto è stato infine sviluppato un network diagnostico virtuale. Che consente di raggruppare e ricercare informazioni sul tema della biosicurezza del sistema agricolo e forestale europeo e che rende inoltre possibile un flusso continuo e rapido di informazioni tra esperti e addetti ai lavori.
Beatrice Credi