Paradiso terrestre con ticket (per pagare la tutela). Il modello di Baunei in Sardegna
Ben 40 chilometri di spiagge da sogno difese dal massiccio del Supramonte. Montagna che ha impedito la cementificazione del litorale dei paesi di Dorgali e Baunei, dove è possibile approdare solo in barca o dopo suggestivi, ma faticosi, trekking. Un angolo della costa orientale della Sardegna con tutte le caratteristiche in regola per essere definito un “paradiso terrestre”.
Tutto bene dunque? Non proprio. Ci sono da tutelare le spiagge che, soprattutto nel mese di agosto, subiscono un forte carico antropico, cioè troppe persone che insistono su piccoli fazzoletti di sabbia. Niente di eccezionale rispetto alla tradizione balneare nazionale, nella gran parte delle spiagge italiane la concentrazione turistica è ancora maggiore. Cala Luna, Cala Sisine, Cala Mariolu, Cala dei Gabbiani, Goloritzè sono però ambienti fragili e delicati. Per difenderle inizia a muoversi qualcosa e qualcuno, con le prime forme di regolamentazione approvate dal Comune di Baunei su proposta del sindaco Salvatore Corrias, schieratosi in prima linea.
L’amministratore, 43 anni, laurea e dottorato in lettere, insegnante di italiano alle superiori, quest’estate ha fatto approvare dalla giunta comunale un ticket da 5 euro per attraversare i sentieri che portano a Cala Goloritzè, monumento naturale riconosciuto dalla Regione, con l’obiettivo di finanziare il progetto di difesa, tutela e manutenzione di questa incantevole spiaggia. Ma non è finita qui perché questo modello si vuole replicare nelle altre spiagge del Golfo per razionalizzare le presenze e garantire un modello sostenibile di turismo. Sempre minacciato, come conferma un post dal significativo titolo “Piccolo mondo fragile“, che il sindaco ha postato nei giorni scorsi sulla propria pagina Facebook, accompagnato dalla foto di un gommone approdato illegalmente a Cala Goloritzè. Il messaggio è chiaro: ”Noi non siamo più disposti a tollerare il mancato rispetto delle regole, e ci rivolgiamo a voi, trasgressori recidivi e seriali: contravvenire alle regole significa violentare gli spazi di libertà, che non è quella che ci si arroga per sé e solo per sé e per i propri interessi di cassa (magari con il pretesto che la natura è universale e quindi: faccio quel che voglio). Lo sanno tutti, ma proprio tutti che a Goloritzè è fatto divieto di attracco ai natanti!”.
Oltre alla denuncia via social network è però interessante conoscere il modello che Corrias sta realizzando. “Il ticket non è una mera riscossione o un semplice dazio, piuttosto la legittima richiesta di un contributo finalizzato alla manutenzione del territorio in un periodo di vacche magre – queste le ragioni del sindaco – Il carico antropico crescente su un territorio molto sensibile ci obbliga a dare un’organizzazione dei servizi finalizzata alla tutela del bene comune“. Il primo cittadino fa esempi concreti per spiegare il ticket che intende approvare per un’altra spiaggia, Cala Biriola, dove “quest’estate abbiamo contato 1.400 persone in un giorno. Serve controllo, sorveglianza perché non mancano i maleducati e questo sistema costa. I nostri turisti non chiedono la luna, ma gli dobbiamo assicurare il minimo: pulizia e ambiente incontaminato“. Una sfida ardua in un territorio difficile, dove nel tempo le diverse ipotesi di regolamentazione si sono scontrate con l’opposizione di alcuni operatori turistici che le norme le hanno sempre viste come “fastidio” ai propri clienti.
Ma i tempi cambiano. “Il turismo sostenibile rappresenta il nostro presente e il nostro futuro - dice il Sindaco - Oggi una decina di imprese lavorano nel settore escursionistico, l’info-point comunale non ha chiuso prima del 1°novembre perché ci sono sempre più persone che frequentano il nostro territorio in bassa stagione grazie all’offerta legata alla fruizione attiva e rispettosa della natura: trekking, biking, climbing“. Corrias punta sulla programmazione: “un’ordinanza recente è indirizzata al contingentamento degli approdi per difendere la poseidonia e trova conforto nelle direttive Regionali ed Europee e nella filosofia del SIC (Sito d’Interesse Comunitario) Golfo di Orosei, che dobbiamo dotare di un piano di gestione indirizzato alla preservazione degli habitat e di un ecosistema che amo definire un piccolo mondo fragile“. Non solo dal punto di vista strettamente naturale, ma anche delle architetture spontanee con valore testimoniale: “abbiamo ristrutturato sette Cuiles (gli antichi ovili dei pastori in pietra e legna, oggi abbandonati dai caprai, Ndr) per tutelare la memoria storica e per renderli funzionali ad un turismo rispettoso dell’ambiente e delle tradizioni locali“.
Gian Basilio Nieddu