Paola Gianotti: come ritrovare se stessi lungo la Transiberiana
Agguerrita e piena di energia. Così potremmo definire Paola Gianotti, 32 anni, che vanta alle sue spalle esperienze uniche a bordo della sua bici, come il giro del mondo e la Transiberiana. Appassionata di viaggi e avventure, si è reinventata dopo la perdita del lavoro a causa della recente crisi. Paola ha infatti trovato il coraggio per vivere i suoi sogni en plein air. A Greenews racconta la sua ultima impresa.
D) Paola, parlaci della Transiberiana: cosa ti ha lasciato questa esperienza, come donna e come ciclista?
R) Una bella esperienza di vita, diversa dal giro del mondo per il suo impegno, ma altrettanto affascinante. Come ogni esperienza estrema ho messo a nudo, davanti allo specchio, anima e corpo per scoprire i miei limiti e per conoscere nuove culture, nuovi mondi e soprattutto conoscere sempre di più me stessa…
D) Hai recentemente pubblicato il libro “Sognando l’Infinito”: qual è il messaggio che volevi condividere con i lettori?
R) Il mio libro non vuole essere un diario di viaggio, ma il racconto di un percorso di vita dove – dopo tante difficoltà, peripezie, sacrifici e scelte – sono arrivata a seguire quelli che erano i miei reali desideri e a essere la protagonista della mia vita, perché ognuno se vuole può esserlo. Questo libro è la dimostrazione che non ci sono limiti ai sogni e che se crediamo davvero in un obiettivo non c’è nulla che possa impedirci di realizzarlo.
D) Come è nata l’idea del viaggio intorno al mondo? Come lo hai organizzato?
R) Sono sempre stata una viaggiatrice e un’amante dello sport. Quando ho perso il lavoro nel 2012 ho deciso di reinventarmi inseguendo il mio sogno più grande: fare il giro del mondo in bici. Dal punto di vista organizzativo è stato molto complicato perché volevo anche tentare di battere il Guinness World Record e quindi ho dovuto gestire la logistica di 144 giorni intorno al mondo, un team di supporto con me, contattare tantissimi sponsor e prepararmi fisicamente e mentalmente.
D) Hai girato ogni parte del mondo: quali sono i paesaggi più incontaminati e quali invece quelli più deturpati che hai incontrato nel tuo viaggio?
R) Sicuramente sono rimasta affascinata dalla Groenlandia, il ghiacciaio del Polo Nord e l’oceano costellato di iceberg. I deserti di Atacama e del Nullarbor, le foreste del Venezuela e le riserve dello Swaziland. Credo che i paesaggi più deturpati siano la zona dei pozzi petroliferi in New Mexico e alcune zone dell’India. Ma anche in Europa non ci facciamo mancare nulla!
D) Quali sono stati i risultati delle rilevazioni di smog che hai fatto per conto di Politecnico e Università di Roma?
R) Sono ancora in fase di analisi. Spero di poter ripetere il test in una futura impresa perché i prototipi che mi sono stati dati erano in fase di sperimentazione e non so quanto siano stati efficaci.
D) Qual è secondo te l’emergenza ambientale oggi prioritaria , a livello planetario?
R) Il ritiro dei ghiacciai e l’innalzamento dell’oceano. Forse sono quelli che vivo in modo più diretto perché scalando spesso le montagne ogni volta mi rendo conto di quanto i ghiacciai stiano scomparendo.
D) Banale chiedertelo dopo quanto hai raccontato, ma qual è il tuo rapporto con l’ambiente?
R) Io vivo per la natura e nella natura. Ho sempre imparato a rispettare l’ambiente e ogni volta che vado in città metropolitane inorridisco e mi intristisco di fronte a tanto cemento. Penso che la natura sia vita e la vita vada rispettata.
D) A parte le tue imprese, quali sono i piccoli gesti quotidiani che compi per rispettarla (raccolta differenziata, riduzione dei consumi …)?
R) Tutto quello che posso fare nel mio piccolo lo seguo. Inutile e scontato dire che ogni volta che posso prendo la bici invece della macchina e poi a casa sono molto attenta alla raccolta differenziata, a non consumare troppa acqua, a utilizzare pochissimi detersivi per lavare, a spegnare sempre le luci, a tenere il riscaldamento sui 18 gradi, a spegnere la macchina quando sono ferma ad esempio al passaggio di un treno, a non buttare mai nulla per terra. Insomma tutti quei piccoli gesti che credo ognuno di noi dovrebbe rispettare.
D) Come hai sviluppato la passione per la bici? E secondo te quanto è diffusa la sensibilità per l’uso di mezzi a basso impatto ambientale in Italia?
R) Mi ha sempre affascinato la bici perché è il mezzo per eccellenza che ti permette di fare sport e di viaggiare. Negli ultimi anni trovo che ci sia una tendenza all’utilizzo di mezzi a basso impatto ambientale, ma sicuramente siamo ancora lontani dal capire quanto sia fondamentale rispettare l’ambiente che ci circonda.
D) Qual è il prossimo sogno che vorresti realizzare?
R) Sicuramente un altro viaggio per il mondo unito a una nuova sfida sportiva. Al momento non ho ancora un’idea precisa, ma su keepbrave.com o sui social potete seguire tutte le mie avventure…
Daniela Falchero