Oh!Dear. Tea Campus e il Summer Fest che pianta gli alberi in Sardegna
Culla ad Alghero, adolescenza a Sassari, studi alla facoltà di lettere dell’Università di Bologna, specializzazione in Scozia, più precisamente a Glasgow, in Music Business. Ha solo 25 anni la sarda Tea Campus, ma ha già fondato una sua etichetta discografica, la Oh!Dear Records ed è ideatrice del festival musicale Oh!Dear Summer Fest, un evento che vuole unire promozione musicale, tutela ambientale e solidarietà sociale.
D) Tea, per festeggiare il primo anno di attività della tua etichetta “Oh!Dear Records” hai tirato fuori dal cilindro “Oh!Dear Summer Fest”, un festival musicale che fa crescere anche le piante. Ci racconti di cosa si tratta?
R) Sì, le note musicali si sono diffuse nell’incantevole baia di Porto Ferro, in Sardegna in un lembo della provincia di Sassari, dove i musicisti che si sono esibiti. In particolare il 22 luglio (il 23 ci si è spostati al centro sociale Pangea a Porto Torres), hanno dato il loro contributo per raccogliere i fondi necessari a seminare delle piante nella zona retrodunale di Porto Ferro e farla così verde. Un agronomo si sta occupando del progetto.
D) Ho saputo che, sul fronte musicale e del fundraising, ti dai da fare anche con un’ operazione originale (e molto vintage!), grazie alla riscoperta delle “antiche” e introvabili musicassette. E’una forma di riuso creativo?
R) Abbiamo scelto questo formato per Oh!Dear Summer compilation#1. E’ una cassettina da 27 minuti per lato che ospita i 21 progetti preferiti di Oh!Dear Records all’interno del panorama musicale indipendente italiano e non. Con il ricavato delle vendite della compilation verranno acquistati vasi antispiralizzazione, alberi, arbusti in fitocella da litro, per contribuire al progetto “Cortecce Sonore” promosso dalla Cooperativa Sociale Piccoli Passi. Anche in questo modo si avvia il recupero dell’area di Porto Ferro, tra le spiagge più belle del nord Sardegna. Partiremo ad ottobre 2016 con la messa a dimora dei primi alberi!
D) Musica per l’ambiente, dunque, ma anche per il sociale mi dicono…
R) E’vero, la cooperativa Piccoli Passi affiancherà l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati: uno o due operai per la piantumazione e cura delle piante e la raccolta dei semi. Mi piace questa integrazione tra diversi livelli, il passare dall’arte al sociale, dall’intrattenimento all’ambiente…
D) Dove è nata l’idea di questo piccolo “Live Aid” in versione green?
R) In Scozia, dove noto una diffusa sensibilità ambientale e una forte affinità con la Sardegna. Mi è sembrato doveroso abbinare musica e ambiente anche per sensibilizzare i musicisti. Io avevo un’idea vaga, che si è affinata nella relazione con la cooperativa, che ha reso concreto il progetto ambientale. Loro lavorano già da tempo su progetti ambientali e di animazione culturale in questi bellissimi luoghi. Una presenza viva e “di spessore”.
D) Ok, passiamo dal locale al globale: qual è, secondo te, l’emergenza planetaria principale, quando si parla di ambiente?
R) Sono tante e per questo è necessario riciclare, recuperare, consumare di meno, ma le cose non si cambiano da un giorno all’altro. Ritengo che, oggi, l’azione fondamentale sia quella informativa, divulgativa, puntare sulla comunicazione perché le persone diventino consapevoli di quello che fanno nella loro vita quotidiana. Il festival, per esempio, non è solo un evento, ma un luogo d’incontro dove educare alla sensibilizzazione ambientale, creare consapevolezza e far crescere l’esigenza della tutela della natura.
D) Grandi idee e grandi progetti, ma tu cosa fai nel tuo quotidiano per tutelare l’ambiente?
R) Non ho mai preso la patente, quindi niente auto. Poi tante piccole cose: non buttare niente per terra, raccogliere la carta, la plastica che si trova in giro. Faccio la differenziata a casa e naturalmente durante il festival ci si è organizzati in questo senso!
Gian Basilio Nieddu