Oggi non c’è spazio per i Campioni d’Italia
Tutti i mercoledì, dal 2011 – nel pieno acume della crisi – la nostra testata pubblica una puntata della rubrica “Campioni d’Italia“, dedicata a tutti coloro (imprese, cittadini, amministratori) che da anni lottano contro le storture di questo Paese, inspiegabilmente diverso dal resto d’Europa e del mondo civile. Una rubrica nata per raccontare quanto di positivo ed eccellente si nasconde (spesso sotto traccia) nelle città, nei borghi e nelle campagne italiane, lontano dalla ribalta delle grandi news, che “devono fare notizia” a tutti i costi. Una rubrica nata prima dell’inutile ottimismo da cabaret del premier Renzi.
In tre anni e mezzo abbiamo raccolto 183 storie esemplari, per cercare di rincuorare gli altri Italiani, quelli che iniziavano a dare segni di cedimento sotto il peso di un fisco nemico, di uno Stato assente e di una politica inconcludente, per ricordare a tutti noi che fare meglio e fare diversamente è ancora possibile. anche in questo Paese – e qualcuno c’è già riuscito. Qualcuno da prendere come esempio (“campione” anche in questo senso).
Oggi, però, qualcosa nella nostra volontà di remare contro la crisi e lo scoraggiamento generale si è incrinato. Abbiamo patito anche noi il peso di un Paese che sembra insanabile, delle troppe cose che non vanno e sembrano non cambiare mai. Forse non si tratta di una, ma di tante gocce che, nell’ultimo anno, hanno fatto traboccare un vaso di sopportazione già ampiamente colmo.
Le ultime due “gocce” non sono infatti più gravi di altre, ma sono, drammaticamente, le ultime, quelle della tracimazione. Oggi non riusciamo quindi a essere positivi, a mantenere il sorriso e i denti stretti.
Perché a Napoli una palazzina, nel complesso della Facoltà di Veterinaria, è crollata a causa di una voragine che si è aperta nel sottosuolo. E pensare che solo ad agosto il Ministro Galletti aveva annunciato trionfalmente a Palazzo Chigi: “Questa è una giornata importante per il Paese perché presentiamo un piano da 1,2 miliardi di euro contro il dissesto idrogeologico“. Oggi gli risponde il neo presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Francesco Peduto, ex presidente dell’Ordine dei Geologi proprio in Campania: “La voragine che si è originata a Napoli e il successivo crollo delle due palazzine della Facoltà di Veterinaria, è solo l’ultimo episodio di dissesto idrogeologico ed evidenzia, al di là dei proclami, quanto siamo ancora distanti da una vera pianificazione in materia di difesa del suolo e di gestione delle emergenze, ammesso che ce ne sia ancora bisogno dopo tutto ciò che è accaduto e continua ad accadere con frequenza sempre maggiore nel nostro paese…”.
Ma anche perché, contemporaneamente, a Taranto, si consumava un nuovo colpo di scena di “Ambiente Svenduto”: il processo Ilva, nel quale sono coinvolti 47 imputati, tra cui i membri della famiglia Riva, l’ex prefetto Bruno Ferrante e l’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, deve ripartire da zero! Perché nel verbale mancava il nome di un legale… “Erano assenti dieci avvocati – scrive Repubblica – e lì dove a verbale doveva essere indicato il legale in sostituzione, il cancelliere ha lasciato il rigo in bianco. Una sciocchezza, se paragonata alla mole gigantesca di carte e documenti prodotta fra indagine e processo, ma per il Codice di procedura penale è una insanabile compromissione del diritto di difesa, un motivo di nullità così grave da far crollare tutto il processo.”
Di fronte a questa notizia la sensazione di vomito ha preso il sopravvento e abbiamo perso la capacità di reazione, almeno per oggi. Forse questo Paese non merita il velo di copertura che il meglio del Made in Italy e degli Italiani continuano ad assicurargli, preservando la sua immagine nel mondo, nonostante tutte le schifezze quotidiane. Forse merita il peggio dello sputtanamento internazionale, dell’umiliazione, della punizione. Forse solo da lì – tornando a raccontare e inchiodare all’indignazione pubblica i “caproni d’Italia” prima ancora che i Campioni, si potrà ripartire seriamente. Noi cercheremo di fare entrambe le cose. Ma ripartiremo da domani, oggi non ne abbiamo le forze.
Andrea Gandiglio