Ode al cicloviaggio: la bici come mezzo di trasporto ideale
Greenews.info ha chiesto a Lisa Merighi, cicloturista all’arrembaggio, di raccontare, per la rubrica “Impressioni di Viaggio“, la sua avventura ad Oriente: migliaia di chilometri in bicicletta.
Il 2010 è stato per me l’anno dei sogni. In gennaio ho preso un aereo, sono scesa a Bangkok dove è cominciata un’avventura lunga un anno che mi ha portato ad attraversare 14 paesi. In bicicletta.
C’è da dire che quando sono partita non avevo chiaro né lo scopo né la vastità di questa epica—se così vogliamo chiamarla—impresa, sapevo solo che ero alla ricerca di “ispirazione”. Ho dei trascorsi da ciclista amatoriale e da ciclista urbana, conducendo dal 2006 una vita libera dall’automobile. Ma un viaggio così non l’avevo progettato. Perché a me piace improvvisare e vivere alla giornata per vedere cosa succede. E’ successo che ho attraversato l‘Indocina, dove ho scoperto in brevissimo tempo, trascinandomi dietro pochi oggetti personali, che io e la bici eravamo fatte l’una per l’altra: 25 km all’ora è la velocità perfetta per vedere il mondo. Ho fatto una breve sortita in Australia, dove originariamente pensavo di trascorrere un anno lavorando grazie al visto “working holiday”, ma ho deciso subito che volevo continuare a pedalare. Allora sono ritornata in Cina. Dalla provincia occidentale dello Xinjiang ho pedalato lungo la strada del Karakorum, la strada più alta del mondo, entrando in Pakistan. Poi Iran, Turchia, Grecia e Italia, lungo la Via Appia da Brindisi a Roma.
Sono partita in solitaria, i risparmi in banca fino ad esaurimento, molto entusiasmo, spinta da una mai prima sperimentata ebbrezza di totale ed esilarante libertà quando ogni mattina salivo in sella. Già lo sospettavo, ma durante questo viaggio ho avuto la conferma che la bicicletta è, senz’ombra di dubbio alcuno, il mezzo di trasporto perfetto, una di quelle invenzioni di cui la razza umana dovrebbe essere fiera.
Lungo la strada ho incontrato ciclisti estremi, impegnati in imprese pluriennali attraverso i 5 continenti, famiglie con bambini al seguito in anno sabbatico, coppie che organizzavano raccolte di fondi per le più svariate attività benefiche, amici in vacanza con la bici. Giovani e meno giovani di tutte le nazionalità, con bici super tecniche ultimo modello, mountain bike, bici reclinate, bici economiche acquistate in viaggio.
Quello che mancava erano… gli italiani in bicicletta. Eppure in molte regioni d’Italia la cultura della bicicletta è forte. Nei fine settimana non è inusuale incontrare gruppi di numerosi ciclisti per la strada. Nella mia città la bicicletta è un mezzo di trasporto comunemente usato da chiunque, indipendentemente da provenienza sociale e età. Tuttavia l’idea del cicloviaggio non è ancora molto diffusa fra i cicloamatori del Bel Paese. Ma in cosa consiste esattamente un viaggio in bicicletta?
Io considero un cicloviaggio come la scelta consapevole di rallentare i ritmi frenetici della vita quotidiana, di spezzarne la routine, grazie alla possibilità di trascorrere la propria giornata all’aria aperta facendo una piacevole attività fisica, gustando i tesori paesaggistici, culturali e gastronomici della regione che si sceglie di esplorare. Non c’è un modo giusto o sbagliato di programmare un cicloviaggio: un fine settimana pernottando in confortevoli hotel o un viaggio avventuroso di alcuni mesi in zone selvagge dormendo in tenda sotto le stelle sono due esperienze altrettanto valide. La bellezza del cicloviaggio sta proprio nelle infinite possibilità che offre, a individui con necessità e profondità delle tasche diverse, di lasciare l’auto parcheggiata in garage e fare un gesto un po’ rivoluzionario: pedalare.
A livello pratico servono una bicicletta in buone condizioni, borse da bici da viaggio e un itinerario. Molte compagnie, anche italiane, mettono in vendita biciclette ibride a prezzi accessibili (dai 600 ai 1300 euro) adatte sia a un viaggio di un paio di settimane ma anche a uno più lungo. Questi modelli hanno tutte le caratteristiche necessarie per percorrere strade asfaltate in zone dove un meccanico è (quasi) sempre a portata di mano: sono solide, con componenti di buona qualità e comprendono già accessori come portapacchi posteriore e portabottiglie.
La qualità fondamentale delle borse da viaggio sta nella loro impermeabilità. Cambiano i modelli e le marche, ma è importantissimo che, una volta posizionate sul portapacchi, ci sia abbastanza spazio per pedalare: se il tallone si impiglia é garantita la scomodità. Ci sono diverse correnti di pensiero sulla necessità di avere borse da viaggio sia posteriori che anteriori. Considerando la durata e la stagione in cui si intraprende il viaggio, le borse anteriori aumentano lo spazio a disposizione per il bagaglio ma allo stesso tempo fanno crescere anche significativamente il peso da trasportare.
Pronti a pedalare con la nuova attrezzatura, non c’è cosa più soddisfacente che fare ricerche sui paesi da esplorare, le strade da percorrere, le pendenze, le distanze! Il bello della bici è che si può personalizzare il percorso secondo le proprie necessità e capacità fisiche. Si possono scegliere percorsi pianeggianti e un numero limitato di chilometri per tappa o lanciarsi in scalate di montagna. L’importante è essere onesti con se stessi e darsi dei traguardi realistici. Quando i chilometri per tappa diventano l’unico obiettivo, si corre il rischio di perdere l’entusiasmo. Pedalare non è l’unica cosa che conta: assaporare il paesaggio, gustare un pasto, incontrare nuovi amici sono anch’essi ingredienti della ricetta di viaggio. Mi è capitato di incontrare un cicloviaggiatore stremato, arrabbiatissimo perché sarebbe dovuto ripartire il giorno successivo per mantenere una tabella di marcia davvero ambiziosa. Al suggerimento che si sarebbe potuto fermare un paio di giorni per esplorare la zona circostante e riposarsi, mi ha guardato con gli occhi sgranati come se fosse un concetto alquanto originale.
Se l’idea di programmare una vacanza nei minimi dettagli non attira quanto il concetto di viaggiare pedalando, esiste la possibilità di noleggiare bicicletta e attrezzatura lasciando che siano altri ad occuparsi del resto con la formula del viaggio “self-guided”. Una semplice ricerca su internet riporta tour operator che si prenderanno cura di prenotazioni e bagagli, consegnandoli a destinazione ogni sera all’alloggio prescelto. Quella “self-guided” è un’ottima introduzione a una prima esperienza di cicloviaggio, soprattuto per chi si sposta in famiglia.
Spero di essere riuscita a solleticare l’interesse degli amanti della bicicletta con questo breve compendio sul cicloviaggio. La rete offre molte risorse per chi è interessato a approfondire questo argomento e alcune case editrici specializzate si occupano della pubblicazione di guide con itinerari per cicloviaggi.
Buona pedalata!
Lisa Merighi