“Nemmeno Harry Potter può migliorare l’aria”. Intervista a Luca Bono
Il suo magico mondo è racchiuso in due mani. Nelle lunghe notti in cui resta sveglio per lavoro, lo accompagnano quattro colombe e un pappagallino, complici dei suoi superpoteri e amici di meraviglie mozzafiato. Ecco a voi l’Harry Potter italiano. Luca Bono ha appena 20 anni, di Pino Torinese, è già “campione italiano di magia”, famoso in mezza Europa, rivelazione anche dei mondiali dello scorso mese a Blackpool, in Inghilterra, dove si è aggiudicato il 13° posto su 50 della sua categoria.
D) Luca, quando hai cominciato?
R) Cinque anni fa. Prima di fare il mago correvo sui go kart, ma ho avuto un brutto incidente. Ho trascorso molto tempo in ospedale e mio fratello, appassionato di prestidigitazione, ha iniziato a trasmettermi la passione, con l’intenzione di intrattenermi. All’inizio il gioco era quello di scoprire il trucco, come accade a qualunque profano si avvicini a questo mondo. Poi è diventata una scelta seria e mi sono iscritto al Circolo della Magia a Torino, sotto l’egida di Marco Aimone e Tiziano Berardi, e ovviamente di Arturo Brachetti, che è diventato il mio direttore artistico.
D) Chi è il tuo modello di mago?
R) Arturo è Arturo. Mi forma sull’arte e sul teatro, è aperto mentalmente e ha scelto di non concentrarsi solo ed esclusivamente sulla magia. C’è anche un buon numero di maghi stranieri, come il mito Lance Burton, a cui rubo trucchi, metodi, dettagli infiniti. Burton ha lavorato per 20 anni Las Vegas, nell’82 ha vinto a Losanna il primo premio mondiale, con un numero con le colombe che ha fatto scuola e ha poi continuato a lavorare lì, ottenendo risultati di grandissimo livello. Da tutti traggo una piccola idea, ma alcuni di loro restano inarrivabili.
D) Campione giovanissimo, un successo folgorante. Domani andrai in onda, in prima serata, su France2 e in replica su TV5 Europa sabato 22 a “Le plus grand cabaret du monde”, un programma che fa ascolti da capogiro in Francia, seguito da circa 5 milioni di persone per serata. Ci sarà pure un trucco?
R) Esercizio, passione. Lavoro continuamente, di notte, perché le idee mi vengono meglio e ho meno distrazioni. Il mio obiettivo è divertire il pubblico, non sono di quei maghi che si esercitano solo per stupire gli altri maghi e vincere le competizioni. Quella con lo spettatore non deve essere una sfida, non devi mai invogliarlo solo a voler scoprire il meccanismo che ti porta a illuderlo, devi accontentarlo, saziare la loro meraviglia, meglio se con una storia di qualche minuto che li lasci a bocca aperta. Credo sia questo che mi ha portato fortuna ai mondiali, dove il mio obiettivo non era il podio, ma guadagnare contatti e contratti internazionali. Sono abbastanza soddisfatto dei “ganci” ottenuti. Grazie alla partecipazione sono appena stato, appunto, a Parigi a registrare un numero per questa trasmissione.
D) Quali sono i tuoi cavalli di battaglia in scena?
R) La manipolazione, con le carte o le palline, e le colombe che appaiono. Ma sto iniziando a lavorare sempre più su altri ambiti. Sto inventando una nuova routine, una serie di effetti più originali.
D) Ci anticipi qualcosa?
R) C’è un numero vecchissimo, in cui il mago prende un arancio, un limone, un uovo e un canarino. Con abilità fa scomparire il canarino. Lo stesso fa con l’uovo, poi con il limone. Dove siano andati, non si sa. Ma con l’arancio no, non ci riesce. Allora decide di tagliarlo a metà, e dentro ci trova il limone, dentro il limone l’uovo e dentro l’uovo l’uccellino.
D) Incredibile…
R) Questione di magia. Ho deciso di riadattare il trucco usando il mio pappagallino Otto. Ho fuso insieme diversi metodi di sparizione, per crearne uno nuovo.
D) Ci hai già confessato che per te l’orario di lavoro inizia quando calano le tenebre. Ma com’è la tua giornata tipo?
R) Mi piace alzarmi con calma, verso le 10,30. Se mi devo alzare presto mi sento uno zombie. Quando c’è il sole mi esercito, ma non troppo. Faccio tutto ciò che fa un ragazzo della mia età, come andare a giocare a calcetto e via dicendo. Poi vado al Circolo della Magia. Se invece ho spettacoli la sera, poi torno a casa e approfitto del buio per continuare a provare e provare i numeri nuovi.
D) Dove vivi?
R) A Pino Torinese, vicino a Torino, ottima posizione per essere in città in un attimo, ma stare nel verde e non nello smog.
D) Mi hai stregato e non ti ho chiesto nulla di ambiente e natura! Preferisci il mare o montagna?
R) Assolutamente mare d’estate. Per me andare in montagna è una tortura: è come essere al mare perché fa caldo, ma non c’è l’acqua. Da quando sono piccolo vado a Imperia con la famiglia. Il sogno naturalistico, certo, sarebbe dedicarmi un po’ di tempo nelle varie isolette sperdute del Pacifico, per staccare un po’ la testa, il più possibile lontano dal mondo e da internet, e pensare solo alla magia.
D) Se dovessi usare i tuoi superpoteri per fare un miracolo dedicato alla natura e al paesaggio, quale sceglieresti?
R) Eliminerei lo smog, ma non so quanto potrebbe aiutarmi la magia. Non è tanto questione di miracoli. Da mago ho tanti vantaggi, per esempio essendo timido conquisto meglio le ragazze. Ma a Torino mi chiedo perché non riusciamo a sviluppare auto meno inquinanti, alimentate non a benzina. Certo, abbiamo la metro, ma è inevitabilmente più comoda la macchina, che però sporca l’aria, e si sente! Più che trucchi ci vorrebbero investimenti industriali, ma noi maghi su questo possiamo fare poco.
Letizia Tortello