Monnezza Campana: subito un nuovo piano rifiuti
Italia sotto osservazione e casse europee chiuse a chiave. La monnezza campana preoccupa fortemente il Parlamento Europeo, che ha chiesto all’Italia il rispetto della legislazione comunitaria sulla gestione dei rifiuti urbani: basta ritardi, trasparenza delle procedure per contrastare il coinvolgimento del crimine organizzato e un patto di fiducia con le popolazioni locali. In parole povere un nuovo piano per la gestione dei rifiuti. Solo a questo punto i fondi regionali saranno nuovamente liberati.
Questo è quanto riportato nella risoluzione approvata giovedì 3 febbraio dall’Assemblea, con 374 voti a favore, 208 contrari e 38 astensioni. Il testo critica la decisione di aprire discariche in aree protette e ribadisce che nel caso non si risolva l’emergenza sono possibili sanzioni finanziarie. “Progressi minimi”, vengono definiti i passi compiuti dal nostro Paese, fin’ora, per la riduzione dei rifiuti e per il riciclaggio.
I fondi strutturali bloccati dalla commissione saranno liberati “non appena il piano sarà conforme alle norme”. Attualmente un piano di gestione dei rifiuti presentato dalle autorità italiane è sotto l’esame della Commissione che ne sta verificando la conformità al diritto comunitario, in particolare per la questione della gerarchia del trattamento e la sicurezza delle discariche.
Quello che i deputati domandono con forza, però, è “trasparenza e vigilanza istituzionale”. Secondo i parlamentari UE il crimine organizzato ha infatti finora approfittato della mancanza di chiarezza. Le misure straordinarie impiegate dal governo italiano per derogare alle regole sulle valutazioni d’impatto ambientale e sugli appalti pubblici per nominare i commissari straordinari, senza consultare o informare le autorità locali, sono considerate dalla popolazione “parte del problema”. Tali misure d’emergenza sono state tuttavia cancellate dal governo italiano nel dicembre 2009, restituendo così alle autorità locali i poteri di gestione dei rifiuti.
I deputati, inoltre, hanno espresso contrarietà alla discarica di Terzigno, in quanto all’interno del Parco Nazionale del Vesuvio. No quindi anche alla discarica di Cava Vitiello, anch’essa in area protetta. Infine il Parlamento Europeo ritiene che le autorità italiane non abbiano mostrato sufficiente attenzione alle proteste della popolazione contro la localizzazione dei siti di raccolta e smaltimento.
E ancora di rifiuti si è parlato nella seconda risoluzione votata giovedì, ma questa volta elettronici. Dai frigoriferi rotti ai telefonini fuori moda, il volume di scarti elettrici in Europa è in veloce aumento. Nuovi target per il riciclo, semplificazione degli obblighi amministrativi per le imprese e misure più dure contro l’esportazione illegale verso i Paesi in via di sviluppo, sono state le richieste del Parlamento. Karl-Heinz Florez (Ppe, De), relatore del testo, ha dichiarato: “Non possiamo permetterci più di sprecare i nostri rifiuti. Tutti dobbiamo fare la nostra parte per garantire la raccolta e il riciclo di una quantità maggiore dei nostri prodotti elettrici ed elettronici”. Grandi gli obiettivi di raccolta. Secondo i deputati gli Stati membri dovrebbero, dal 2016, raccogliere l’85% dei rifiuti elettrici (RAEE) che producono. Per il 2012, i deputati propongono 4 chili per abitante. Insomma si chiede un risultato di riciclo compreso fra il 50 e il 75% e una riutilizzazione del 5%. Restano fuori da questi numeri le apparecchiature fotovoltaiche, la cui gestione è già oggi affidata a professionisti e regolata da limiti specifici.
Francesca Fradelloni
Dei rifiuti campani si è occupato anche Domenico Iannacone nell’inchiesta “Spazzatura“, andata in onda il 6 febbraio 2011 nella trasmissione di Rai Tre Presa Diretta.