L’importanza dell’informazione per lo sviluppo della cultura ambientale. Intervista a Monica Peruzzi
E’uno dei volti più noti di SkyTG24, il premiatissimo telegiornale diretto da Emilio Carelli, che per 39 volte al giorno informa gli italiani su quanto succede nel paese e nel mondo. Abbiamo chiesto a Monica Peruzzi, aretina doc trapiantata a Roma per lavoro, di stare dall’altra parte del microfono e raccontare a Greenews.info, come vive, a livello personale, il rapporto con la natura e, da giornalista, i temi più urgenti della sfida ambientale.
D) Prima di tutto, ti consideri una persona quotidianamente attenta all’ambiente o vorresti migliorare il tuo spirito ecologico?
R) Tutto si può migliorare. E il mio spirito ecologico non fa di certo eccezione. Ma nel mio piccolo sono abbastanza soddisfatta. Cerco di fare sempre la raccolta differenziata dei rifiuti e di sprecare meno acqua possibile, anche se non riesco a rinunciare al piacere di una doccia rigenerante alla fine di una giornata passata ad aggiornare i telespettatori di Sky Tg24 . Ho regolato la temperatura della caldaia in modo da non consumare troppo gas, anche per riscaldarla. E soprattutto ho scelto un’auto a Gpl, che riduce le emissioni e permette di risparmiare tantissimo sul pieno. Però, per spostarmi nel traffico di Roma, preferisco le due ruote o i mezzi pubblici (quando è possibile).
D) Qual è, a tuo parere, il più grave e urgente problema ambientale: il surriscaldamento del pianeta, traffico e inquinamento dell’aria, i rifiuti ecc.?
R) Credo l’ignoranza. Ignorare che esista un’emergenza ambientale, reale e tangibile, è il peggior pericolo che stiamo correndo. Non parlo solo dell’Italia, ovviamente. La situazione, a livello globale, specialmente dove le informazioni arrivano con più difficoltà, è letteralmente esplosiva. Durante i miei viaggi fra Asia e Africa, ho visto realtà spaventose. Per questo dico che è l’ignoranza la cosa che deve spaventarci di più. Il fatto che, ad esempio, proprio gli Stati in via di sviluppo come Cina e India non prendano provvedimenti urgenti per diminuire le emissioni inquinanti, per evitare lo sversamento di ogni genere di “veleno” nei fiumi e nel mare, è l’indice della gravità del rischio.
D) Tu abiti e lavori a Roma. Come consideri l’attenzione che la città riserva alle tematiche ambientali?
R) Ci sono tante lacune. Per prima cosa a livello di raccolta differenziata. Basti pensare che nello stesso bidone finiscono plastica e vetro. E’ vero, c’è un sistema di riconoscimento che tramite un magnete divide i materiali, ma non sono del tutto convinta. I rifiuti rappresentano un business per le organizzazioni criminali. Ormai lo abbiamo capito a tutti i livelli, non serve essere una giornalista. Ce lo ha raccontato anche Roberto Saviano in Gomorra. E i mesi di emergenza rifiuti in Campania hanno fatto il resto. Nasconderci dietro un dito e gridare allo scandalo è inutile. Per questo dico che forse dovremmo affrontare l’argomento senza cadere in sterili speculazioni politiche. Ma i problemi di Roma non finiscono certo con i rifiuti. Il fatto che i trasporti pubblici non funzionino, per esempio, significa livelli altissimi di polveri sottili (il tanto temuto pm10) sputati dagli scappamenti delle auto incolonnate. Le poche piste ciclabili, sono utilizzate solo da “temerari” che rischiano la vita nel traffico caotico della capitale. Già prendere il motorino è giocare con la vita, figuriamoci la bici. Il quadro non è confortante.
D) E’più “green” Roma o Arezzo, la tua città natale?
R) Non ci sono dubbi: Arezzo. Però c’è da dire che la mia città natale conta 90mila abitanti…il paragone con Roma non si può proprio fare. Vero è che la cultura di salvaguardia dell’ambiente è profondamente diversa. Da noi andare a piedi o in bicicletta al lavoro è possibile. Siamo circondati dal verde e si può partire da casa e camminare per giorni senza incontrare una strada asfaltata. Una meraviglia. Tantissime famiglie allevano ancora animali da cortile, mentre a Roma la maggior parte dei bambini non sa come sia fatta una gallina dal vivo. E poi c’è un’altra cosa che mi inorgoglisce: l’inceneritore. Sono allo studio progetti che permetteranno di utilizzare l’energia prodotta dai rifiuti per far funzionare i macchinari delle aziende orafe locali. Questo rappresenterà un ulteriore passo avanti e, magari, un esempio a livello nazionale.
D) Abbiamo letto in un’intervista che hai la passione per il cavallo e le cavalcate nei boschi e per le immersioni subacquee: sono passioni prevalentemente sportive o è il forte contatto con la natura ad attrarti?
R) Avete letto bene. Ma l’equitazione di campagna e la subacquea non sono certo sport che uno pratica per “mantenersi in forma”, almeno fisicamente. Anzi, in genere le passeggiate a cavallo per quelli che chiamo “i miei poggi”, ovvero i monti dell’aretino, finiscono con grandi abbuffate in compagnia. Quello che si mantiene in forma, dunque, non è il fisico ma mente e anima. E generalmente, quando queste sono in forma, il resto viene di conseguenza. C’è anche da dire che il rapporto con il cavallo è qualcosa che difficilmente si può spiegare. Bisogna viverlo, per capirlo fino in fondo. E’ un rapporto totale, completo, con un animale che ti accompagna nel viaggio, che vive con te la tua stessa avventura, che dipende dalle tue cure, dalle tue attenzioni. E da cui anche tu dipendi totalmente. La subacquea è ancora diversa: ti immergi in un mondo che, senza bombole, puoi solo intravedere, dall’alto, velocemente. Solo stando dentro l’acqua si ha la possibilità di fermarsi a osservare da vicino quelle creature dai colori sgargianti, dai movimenti eleganti e leggeri. Già il solo fatto di immergersi fa rivivere quella sensazione quasi ancestrale, che ricorda il liquido amniotico in cui abbiamo preso forma e siamo cresciuti nel ventre di nostra madre. Il resto lo fa la meraviglia della natura, in tutte le sue forme più strane.
D) Come inviata hai visitato molti paesi e città nel mondo. Dove hai visto le peggiori condizioni ambientali e qual è invece la città che ti ha maggiormente colpito per sostenibilità ambientale?
R) La condizione peggiore è quella delle grandi città indiane. Delhi o Kolkata, per esempio, esplodono letteralmente di rifiuti. Ma anche qui il sistema di “ri-utilizzo” dell’immondizia è incredibile. Succede, per esempio, che le bottiglie di plastica vengano recuperate e riutilizzate dai poveri, così come il vetro e tutti gli altri materiali di scarto. Ma nonostante questo, la situazione resta comunque esplosiva. Laddove non c’è cultura ambientale, torno a ripetere, le cose precipitano. Devo ammettere che, sia da inviata che per “vacanza”, preferisco visitare i Paesi in via di sviluppo: questo, come avrete capito, non è sinonimo di elevata sostenibilità ambientale. Ma fra i Paesi che ho visitato, direi che la miglior capitale europea, a livello di tutela dell’ambiente, è Parigi. La Francia, in generale, direi che spicca. E poi, spostandosi più a Nord, direi che si piazzano bene anche Danimarca e Svezia.
D) Il ruolo dell’informazione per lo sviluppo della green economy: pensi che i media facciano abbastanza o siano troppo attratti dalle notizie sensazionali (vulcano islandese e marea nera) e diano poco spazio alle “best practices” e ai casi di successo e innovazione (delle imprese, degli enti pubblici e dei centri di ricerca)?
R) Si torna alla tesi iniziale: informazione = sviluppo cultura ambientale. Il ruolo dei media è fondamentale in questo settore. Ovviamente anche noi operatori del settore dobbiamo seguire le notizie sensazionali, come il vulcano islandese. Negli Stati Uniti c’è un motto che dice: Good News, is no news. Una buona notizia non è una notizia. Quindi le cattive notizie sono “più appetibili”, dal nostro punto di vista. Ma quando ci si trova di fronte a notizie catastrofiche, come la marea nera nel Golfo del Messico, secondo me il rischio è un altro, ovvero pensare che ormai non ci sia più niente da raccontare mentre invece ogni giorno, ogni minuto bisogna ricordare quello che sta avvenendo e che mette in pericolo il Pianeta. Non solo per mantenere alta l’attenzione, ma anche per far riflettere e lanciare un grido d’allarme dal basso, dall’opinione pubblica, per chiedere che si trovino alternative al petrolio e che si discuta seriamente di politiche ambientali, archiviando le singole posizioni degli Stati ( a partire dagli Usa fino a India e Cina). Devo dire (e non per portare acqua al mio mulino!) che Sky Tg24 ha sempre un occhio di riguardo per questo tipo di notizie. Siamo sempre attenti e difficilmente ci “dimentichiamo” colpevolmente di informare su questi temi. Abbiamo anche fatto una trasmissione, “Emergenza clima”, condotta da Emilio Carelli, che si è occupata di queste tematiche. E ovviamente la nostra sensibilità sull’argomento è massima. Con la rubrica “Io reporter”, poi, i cittadini possono contribuire con i loro filmati per denunciare situazioni fuori controllo. Basta visitare il nostro sito internet, per capire come si fa a diventare parte della notizia, non solamente uno spettatore. Ripeto, l’impegno civile di ognuno di noi è fondamentale. Sia per la tutela dell’ambiente, che per diffondere la cultura dell’ambiente.
Andrea Gandiglio
Domani, in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, Greenews.info lancerà il nuovo servizio di video-interviste di V.I.P. – Very Important Planet. Non perdete il Video del Giorno con l’intervista a Monica Peruzzi!