Lucart: con Natural la seconda vita del Tetra Pak
Sono stati la prima azienda italiana a ottenere il marchio Ecolabel, una delle prime a raggiungere le certificazioni FSC e PEFC e la prima del nostro Paese a riciclare la parte cellulosica del Tetra Pak per produrre tovaglioli, carta igienica e da cucina. Il Gruppo Lucart, nato in provincia di Lucca nel 1953, fa un bilancio di 60 anni di attività segnati dall’impegno per l’ambiente: una lunga timeline scandita dal lancio di linee di prodotti sostenibili.
La prima data significativa è il 1997, quando nasce Eco Lucart: tissue per il mercato professional e consumer realizzati con carta da macero. Nel 2005, il marchio per la grande distribuzione cambia nome e diventa Grazie, ma la sostanza è la stessa. Quello che porta però l’azienda ad essere veramente innovativa è l’idea nata tre anni dopo: “Lucart ha da sempre una forte vocazione ecologica. In quest’ottica, nel 2008 pensammo di iniziare a riciclare il Tetra Pak, una risorsa che fino a quel momento non veniva utilizzata per i prodotti tissue”, spiega Massimo Oriani, direttore Marketing del gruppo che conta sette stabilimenti, 1.400 dipendenti e un fatturato di 450 milioni di euro.
Il processo per passare dall’idea alla realtà è durato due anni e ha richiesto un investimento non da poco: “Gli investimenti a livello tecnico-produttivo per disaccoppiare la parte cellulosica, circa il 75% del Tetra Pak, da plastica e alluminio, pari al 25%, sono stati di circa 10 milioni di euro. Oggi abbiamo due impianti che producono questa tipologia di prodotti, uno a Diecimo, vicino a Lucca, e l’altro in Francia. Abbiamo dedicato particolare attenzione alla qualità: la nostra sfida era di offrire un prodotto green ma nello stesso tempo dalle performance eccellenti. Il consumatore italiano, d’altra parte, è sempre meno disposto ad acquistare carta tissue sostenibile, se poi risulta di qualità scadente”. Nel 2010 è stata lanciata sul mercato professional, quello cioè di locali pubblici, scuole, ristoranti, aeroporti, la linea Eco Natural: “Ha avuto da subito grande successo, gli esercizi pubblici sono sempre più sensibili alla sostenibilità”.
Visti i buoni risultati, nel 2011 i prodotti Natural, in formati diversi adatti agli utilizzi domestici sono arrivati anche nella grande distribuzione, con il marchio Grazie Natural e un forte investimento in comunicazione, necessario per spiegare come venivano prodotti e il perché del colore marroncino. “Trattandosi di tissue sostenibile, abbiamo deciso di non intervenire sul colore lasciandolo naturale. Si tratta di un prodotto innovativo, diverso anche dal punto di vista visivo: era necessario far capire a consumatori e clienti il motivo del colore e il processo di produzione. Grazie alle attività di promozione realizzate in 18 centri commerciali, durante le quali il consumatore veniva coinvolto in un gioco alla scoperta del prodotto, siamo stati premiati pochi mesi fa da Mediastars per la nostra attività di comunicazione innovativa”. Un riconoscimento che si è aggiunto all’Ethic Award di GDOWeek del 2011, alla menzione nell’ambito dello European Paper Recycling Award 2013 e a quello consistente già arrivato dal mercato, visto che oggi, a livello di gruppo, i prodotti Natural valgono 15 milioni di euro in termini di fatturato. In futuro, l’idea è di continuare a investire sui due marchi: “Stiamo lavorando per allargare la gamma e introdurre prodotti e formati diversi”.
E se il 75% del Tetra Pak viene recuperato e trasformato in tissue, anche l’altro 25%, costituito da plastica e alluminio viene riciclato: “Lo cediamo ad aziende che lavorano questi materiali in modo da chiudere il ciclo in una logica di massima sostenibilità”, continua Oriani. L’anno scorso sono stati utilizzati dalla società Rein di Venezia per la realizzazione di pali da ormeggio più resistenti, in sostituzione di quelli tradizionali in legno che hanno una vita più corta.
Veronica Ulivieri