Luca Tommassini e l’ambiente: “alla politica manca il fattore T”
Ballerino di formazione, Luca Tommassini è anche coreografo, regista, attore e direttore artistico. Noto al grande pubblico come direttore artistico di X Factor, ha partecipato alla quarta edizione di Pechino Express in coppia con l’amica Paola Barale. La sua carriera in passato lo ha visto al seguito di star internazionali del livello di Madonna, Prince, Janet Jackson, Whitney Houston, Kylie Minogue e Michael Jackson. Nel suo libro di recente uscita, Il fattore T, racconta la sua vita con una formula biografica innovativa. A Greenews.info rivela perché ha scelto di scriverlo.
D) Luca perché hai deciso di scrivere questo libro inconsueto?
R) In realtà io non mi sentivo pronto per scrivere una biografia, ma Mondadori mi ha proposto questa idea di scrivere degli aneddoti che raccontano i momenti di svolta della mia vita. Ho accettato perché spero che la mia storia possa aiutare i ragazzi giovani, questa è la motivazione principale. Poi scrivere mi ha aiutato a capirmi meglio, mi ha fornito un’occasione di analisi per mettere ordine negli avvenimenti della mia vita e anche per questo occuparmi di questo libro è diventato a sua volta un ulteriore momento importante della mia vita.
D) Cosa ha significato per te avere talento? Come lo hai scoperto e come hai imparato a valorizzarlo?
R) Per me avere talento ha significato tutto, perché fin da piccolo ho sempre desiderato diventare un ballerino, non ho mai cambiato idea. Ho sempre avuto talento nel ballare, poi ne ho scoperti altri, ma soprattutto ho capito come ottimizzarli e metterli a fuoco. Questo ha significato la salvezza, la mia vita è cambiata rispetto alle prospettive già disegnate di un ragazzo come me nato in una zona e in una situazione difficile.
D) Qual è secondo te il merito di una trasmissione come X-Factor?
R) I meriti sono tanti. Prima di tutto è un palcoscenico di grandi opportunità. Ognuno di noi che partecipa lo vive in questo modo. E poi ha anche il merito di essere una trasmissione rivoluzionaria, che ha riportato alla televisione un pubblico che si era allontanato da questo mezzo di comunicazione.
D) Hai abitato in molti posti diversi: cosa significano per te altre due T come “territorio” e “tradizione”?
R) Ricordi. Per quanto sia bello viaggiare e staccarsi dalle proprie origini e dal proprio territorio, a volte ci si sente persi. Io nelle tradizioni ci torno sempre, perché mi sento a casa, ma me ne allontano anche. Sono in continuo duello con questi due concetti.
D) Cosa ti ha lasciato Pechino Express, come esperienza di viaggio?
R) Pechino Express mi ha dato l’opportunità di ritrovarmi in una situazione che mi ha riportato alla mia gioventù, quando non avevo soldi e mi dovevo arrangiare. Mi ha permesso di mettere a fuoco tutte le energie e di tirare avanti nonostante le difficoltà. È stato importante farlo, perché in quella situazione lì non mi ci trovo più da anni. Costretto da questo format – che io adoro – ho goduto di un’esperienza che sicuramente non avrei potuto ripetere nella mia vita personale.
D) Qual è il tuo rapporto con la natura? Quanto riesci e quanto vuoi viverla nella tua vita quotidiana?
R) Mi manca, perché sono sempre impegnato a lavorare, chiuso in uno studio, per cui è difficile per me incontrarla. Ma ogni volta che posso mi ci tuffo.
D) Ci sono delle azioni che compi ogni giorno per rispettare l’ambiente?
R) Cerco di farlo sempre e più che posso. Sono stato residente a Los Angeles per tanti anni, dove forse c’è un’educazione più legata all’ambiente rispetto alla nostra, ma trovo che oggi in Italia le persone siano diventate più rispettose nella quotidianità, per lo meno le persone intorno a me. I problemi sono più a livello politico e istituzionale secondo me.
D) Come ti mantieni in forma, che tipo di alimentazione segui? Cosa ne pensi della dieta vegetariana?
R) Pizza al taglio! Scherzo… Io sono stato vegano per tanti anni perché quando ho seguito Madonna nel tour ho voluto fare esperienze approfittando della vicinanza delle persone che ruotavano intorno a lei, nutrizionisti professionisti specializzati e anche molto estremi. Ho sperimentato tantissimo, per lavoro sono sempre stato obbligato a seguire diete per rimanere in forma. Da quando non ballo più, ogni tanto mi concedo un pasto senza regole. Comunque da trent’anni non mangio fritti, non mangio carne rossa, preferendo alimenti e cotture più leggeri. Ho imparato a formulare le mie strategie. Se devo fare il ragù faccio tutto arrostito e non fritto, uso olio crudo. Sono piccoli accorgimenti cui ormai sono abituato, non potrei fare diversamente perché starei male fisicamente.
D) Quali sono le fonti di ispirazione per le tue coreografie?
R) Non ho fonti precise, le prendo un po’ da tutto. Attingo spesso dalle persone e dalle loro storie, dai loro occhi.
D) L’ambiente e la natura ti sono di aiuto in qualche modo?
R) Assolutamente. Sono convinto che non ci sia migliore direttore artistico di Dio, siamo tutti qui a fare abbastanza bene quello che lui fa meglio di tutti. Attingere dalla natura e dall’ambiente è la scelta più facile, ma anche quella che ti ispira di più. Io fotografo sempre i momenti di cambiamento della luce nel paesaggio, albe e tramonti, sono molto affascinato dalla luce, sono sempre a osservare fuori dalla finestra…
Daniela Falchero