“Leave everything and wonder”: il salto di Luca e Sara nella natura selvaggia
Il pubblico televisivo li conosce per la partecipazione a “Ballando sotto le stelle“, ma nella giovane storia dell’altoatesina Sara Bertagnolli e del torinese Luca Sguazzini c’è molta più densità di quanto si possa vedere sul piccolo schermo. Lei, dopo la laurea in storia e critica del cinema, è stata l’assistente personale e il braccio destro dello stilista Philipp Plein. E’ poi attrice in diverse campagne pubblicitarie e cantante del gruppo MadameX insieme allo stilista Alessandro de Benedetti. Una buona carriere secondo gli standard del mondo patinato, eppure, come ama dire, “Senza paura ho scelto di cambiare vita e partire“. Luca è invece un modello di fama, nato in Brasile e già protagonista di un viaggio in solitaria in Australia. In Italia si afferma come influencer su Instagram e Facebook, dove raggiunge i 200 mila followers. Ora per entrambi si è aperta la nuova sfida del progetto LeAw - Leave Everything and Wander ovvero “lascia tutto e vaga”. Un viaggio di sei mesi, tra Canada e Alaska, vissuto e raccontato sui social, tra storytelling e ricerca della libertà…
D) Sara, Luca, come definireste “LeAw”? Un viaggio dentro la natura canadese, un progetto mediatico in salsa ecologica, un reportage all’aria aperta?
R) E’ stato innanzitutto un cambiamento di stile di vita: da quello urbano a quello selvaggio nella natura. Abbiamo cercato anche, per quanto possibile, di essere “ecologici” utilizzando, per esempio, i pannelli solari sul camper. Poi il risparmio idrico: docce veloci usando meno acqua possibile, stesso discorso per lavare i piatti. Non si pensa a queste cose quando si vive in città, ma quando ti lavi in mezzo al nulla capisci quanto sprechiamo. Impari anche che si può vivere con poco e che c’è tanto superfluo nelle nostre vite… A iniziare dagli spazi, spesso esagerati. Quando facciamo la spesa ora stiamo attenti al packaging perché non possiamo lasciare la spazzatura per strada o abbandonarla. Qui giustamente ci sono multe altissime per tutelare la natura.
D) Fino adesso quale luogo del vostro viaggio vi ha particolarmente colpiti?
R) Siamo stati nella parte più a Nord dell’Alaska fin dove arriva un mezzo a 4 ruote. Un posto bruttissimo perché di proprietà delle compagnie petrolifere: è tutto privato. Per vedere l’Oceano artico devi prenotare un pass, vietato fare video e foto perché tutto è top secret… Dal punto di vista paesaggistico è qualcosa di orrendo, questa pipeline in mezzo ad una natura stupenda…
D) Questa sensibilità per la natura e le sue “ragioni” l’avevate già prima o è venuta fuori durante il viaggio?
R) Luca: avevo realizzato un progetto del genere in Australia, ma non l’ho documentato... Io sono nato in Brasile, sono cresciuto nella natura. Sara: Per me è stata una scoperta, ero vittima di ritmi frenetici, lavoravo in un ufficio. Lasciare alle spalle quello stile di vita è stato difficile, ma rifarei di nuovo questa scelta. Molti pensano sia semplice, ma non è andare in vacanza. Ti ritrovi in mezzo alla strada, in mezzo al nulla…
D) La vostra esperienza ricorda per certi versi “Into the Wild“, anche se mi sembrate più accorti e meno spericolati del povero Christopher…
R) Siamo stati dove è morto Christopher McCandless e, dopo di lui, molte altre persone per raggiungere quel luogo… La natura è così, come il mare, non si è mai completamente pronti. Ma è importante sottolineare la necessità di prepararsi bene, in questo modo i rischi si possono valutare e ridurre. Se la si rispetta, la natura non è pericolosa. Per esempio ci sono regole precise per evitare gli attacchi dell’orso, noi abbiamo seguito tutte le regole.
D) Avete vissuto e gestito emergenze che vi hanno messo in pericolo?
R) Poche perché eravamo preparati, ci siamo attrezzati e per questo siamo tornati a casa… Avevamo 3 ruote di scorta, diverse taniche di benzina. Poi i canadesi sono molto carini, le poche auto che passano si fermano e ti chiedono se ti serve qualcosa. E’ come essere in mare, sai che incontri qualcuno che sa che ti deve aiutare, come nel deserto e in montagna. Amche noi abbiamo incontrato viaggiatori in bici, ci siamo sempre fermati per chiedere se avevano bisogno.
D) Parlando invece del Pianeta (il vero protagonista di questa nostra rubrica V.I.P. – Very Important Planet), secondo voi qual è il pericolo maggiore che corre?
R) Luca: L’indifferenza a tutto quello che stiamo facendo…Eppure c’è la tecnologia per usare combustibili più puliti per il trasporto, per scaldarci. Ma siamo vittime del dio denaro, il prezzo da pagare può essere la distruzione del pianeta. Sara: io aggiungo l’ignoranza nel senso che proprio in tanti ignorano, non sanno. C’è bisogno di tante piccole azioni quotidiane: come il risparmio dell’acqua e dell’energia elettrica…
D) Appunto, veniamo alle piccole cose. Nella vostra vita pubblica state dando un messaggio di tutela dell’ambiente, ma riuscite a mantenere l’impegno anche nel privato di casa vostra?
R) Cerchiamo di produrre meno inquinamento possibile, per fare questo prestiamo molta attenzione a ciò che compriamo. La casa, tra l’altro, è fuori città proprio per amore della natura. E’ riscaldata a legna, oggi ci sono molti boschi abbandonati e questo porta due vantaggi ambientali: pulire i boschi senza tagliare gli alberi vivi perché ci si limita a prendere il secco e si evitano così gli incendi. Inoltre anche la visibilità mediatica è un gesto concreto di impegno, che permette di sensibilizzare le persone, ridurre l’indifferenza. Io (Luca, NdR) cerco sempre, con frasi motivanti, di offrire informazioni, a iniziare dal riscaldamento globale.
Gian Basilio Nieddu