Le connessioni ambientali di Danco Singer, direttore del Festival della Comunicazione di Camogli
Ha iniziato insegnando nei licei ed è arrivato a collaborare con Umberto Eco e i più grandi intellettuali italiani. Danco Singer, nato a Roma nel 1947, dalla cattedra liceale nel 1986 fa il salto nel mondo Olivetti dove diventa protagonista per i progetti europei dedicati al marketing educativo e alle applicazioni dell’intelligenza artificiale per l’insegnamento. La cultura sposata con la tecnologia, come confermano le collaborazioni con il CNR e l’Istituto di Psicologia di Roma, dove viene prodotto il primo prototipo multimediale per bambini non udenti. Nel 1993 fonda, sempre all’interno del gruppo Olivetti, OPERA MULTIMEDIA, e Encyclomedia, la prima guida multimediale della storia della civiltà europea diretta da Umberto Eco. E poi arriva il 2014, con la creazione, insieme a Rosangela Bonsignorio, del Festival della Comunicazione di Camogli…
D) Direttore, siamo arrivati alla quarta puntata del Festival, che si è chiusa il 10 settembre scorso, quali sono stati i contenuti dell’edizione 2017?
R) Il tema di quest’anno è stato le “connessioni” intese non solo in senso tecnologico, ma anche negli ambiti del sociale, della natura, culturale e nella dimensione emotiva. Un’edizione molto varia, abbiamo invitato i maggiori protagonisti del mondo dell’arte, della matematica, dell’economia che possono descrivere e raccontarci l’evoluzione delle forme e dei modi dell’interconnessione.
D) Uno dei padri del Festival è stato Umberto Eco. Come ha contribuito alla nascita di questa manifestazione?
R) Il ruolo e il peso di Umberto Eco – che ha iniziato con noi questa avventura – sono stati fondamentali. E’ stato lui a scegliere il tema della prima edizione nel 2014. Siamo partiti con l’affrontare la comunicazione in senso ampio, poi negli anni abbiamo dedicato il Festival all’analisi dei linguaggi con Tullio De Mauro e lo scorso anno con Monica Maggioni ci siamo concentrati sul tema, molto caro ad Eco, del web, pro e contro, l’uso positivo e quello inquietante e oggi ci sembrava naturale affrontare la connessione. Quella che ci porta a integrarci con i dispositivi mobili, ma ci costringe anche alla riflessione su temi sociali e culturali forti…
D) Ricordiamo tutti la frase di Eco: “Il problema di Twitter è il fenomeno da bar sport: al bar sport la gente straparla”… A proposito però di temi forti e attuali, c’è un’attenzione del Festival alle questioni ambientali?
R) Certo, non potrebbe essere altrimenti, anche per la location scelta: Camogli. Un borgo marino con tante attrazioni naturali uniche. Non solo ci ospita, ma la natura è anche elemento forte del Festival che si arricchisce di eventi sul territorio. Ricordo la navigazione nel promontorio di Portofino, le passeggiate in notturna, l‘avvistamento di delfini e balene, le escursioni sul monte alla scoperta delle connessioni (il tema del festival 2017) che caratterizzano ogni ambiente in natura. Poi la passeggiata notturna nel bosco per conoscere i pipistrelli e la fauna notturna ed infine l’escursione filosofica tra foglie, onde e parole. Infine tantissimi laboratori per ragazzi e per adulti con tema ambientale…
D) Per restare al locale, questo ambiente naturale unico è ben comunicato a Camogli?
R) In modo fantastico. Penso alla modalità con cui è stato concepito l’arredo urbano che valorizza il contesto: uno scenario teatrale di grande impatto emotivo. Vi è una sempre maggiore e forte connessione ambientale, sempre più consapevolezza di salvaguardia, protezione e valorizzazione della natura. Temi vissuti e affrontati da tempo in quest’area geografica. Camogli ha avuto la bandiera blu, un riconoscimento per la cura del territorio. Un percorso che è stato fatto anche dal punto di vista economico e produttivo e questo ci rende orgogliosi.
D) In un festival dedicato alla comunicazione non può mancare una domanda sul futuro del giornalismo. Sarà, come ha scritto Philip Meyer, che l’ultima copia cartacea del “New York Times” sarà acquistata nel 2043?
R) Vedo una ripresa dell’editoria cartacea, ma anche dei periodici e dei quotidiani. C’è una evoluzione e probabilmente una necessità di cambiamento del prodotto in quanto tale, del suo uso e delle sue caratteristiche. Assistiamo ad una crescita dell’editoria per ragazzi, le nuove generazioni non rinunciano alla lettura, però cambieranno le caratteristiche del prodotto rispetto alla sua nascita.
D) Come avete raccontato e comunicato il Festival?
R) Le 4 giornate si sono svolte in diretta streaming, con una squadra di redattori, di videomaker e poi i giovani della Scuola Holden di Torino, gli studenti dell’Università di Pavia, Radio Bocconi. Utilizziamo i social per raccontare tutto quello che succede. Un modo di coinvolgere e creare connessioni con il nostro evento…
Gian Basilio Nieddu