L’applicazione per la raccolta differenziata di Francesco Cucari
A dirsi è facilissimo: si scrive sulla tastiera del cellulare l’oggetto che si deve buttare, si seleziona “getta”, e l’applicazione risponde indicando il cassonetto giusto: carta, plastica, vetro alluminio, umido, o indifferenziato. A farsi, è stato un po’ più complicato: la prima App per non sbagliare a differenziare i rifiuti è stata resa disponibile on line un paio di mesi fa, «dopo un lavoro molto lungo e certosino», spiega oggi Francesco Cucari, un ragazzo lucano di 18 anni, all’ultimo anno di liceo scientifico, ideatore e creatore del Dizionario dei rifiuti, che sta alla base dell’applicazione. Un’idea sviluppata quasi per gioco, da uno studente appassionato di informatica e tecnologia, che certo non si aspettava tutto questo successo (non è forse nato così anche Facebook?).
Prima Francesco, il “Marc Zuckerberg lucano” (ci assomiglia anche) si era cimentato con RotoApp, una guida turistica gratuita del suo paese, Rotondella, in provincia di Matera, per avere a portata di cellulare la mappa dettagliata, i punti di interesse, il meteo e tutte le altre informazioni per una vacanza nel borgo affacciato sul mar Ionio. Ma con il Dizionario le cose sono andate oltre le sue aspettative: l’App infatti è stata già scaricata nel Market Android da oltre 1.600 utenti in meno di 60 giorni e gran parte dei commenti sono entusiasti. «L’idea del dizionario è nata da un’esperienza personale. Un anno fa nel mio paese è stata introdotta la raccolta porta a porta e i cittadini avevano spesso dubbi su dove buttare certi rifiuti, a volte sbagliavano e si trovavano in difficoltà. Così, ho pensato di facilitare il compito ai miei compaesani e in generale a tutti quelli che useranno l’applicazione».
Il Dizionario contiene oltre 700 voci di oggetti. «Se si sbaglia a digitare il nome, o se si scrive un termine troppo generico – spiega Francesco – esiste la funzione “forse cercavi”, che suggerisce parole simili o più specifiche». Scrivendo carta, per esempio, l’App ci chiede se intendiamo “carta unta”, “carta crespa”, e così via.
Le informazioni sul corretto conferimento sono state prese direttamente dalle aziende che si occupano della raccolta differenziata, come l’Ama di Roma, l’Amsa di Milano, l’Asia di Benevento, Basilicata Pulita, Cidiu Torino, Acea Pinerolese, CSA Ambiente, Centroanchio.it. «Le indicazioni dell’App sono valide per tutta l’Italia. Non essendoci però nel nostro Paese una legislazione univoca in materia di conferimento dei rifiuti, è possibile che in certi casi si debba differenziare in modo diverso in base alla città. Per questo sto cercando di implementare l’applicazione aggiungendo la geolocalizzazione dell’utente». Ossia, far sì che l’App ci dia le informazioni esattamente in base al luogo dove in cui ci si trova, in modo da evitare qualunque tipo di errore. Al miglioramento del progetto possono partecipare anche gli utenti: «Mi stanno arrivando tanti suggerimenti, sia su altri tipi di rifiuti da aggiungere alla lista, sia per quanto riguarda la grafica».
Nonostante tutto il lavoro necessario per svilupparlo («Ho dovuto inserire gli oltre 700 termini uno per uno»), il Dizionario dei rifiuti è scaricabile in modalità rigorosamente gratuita. Vista la grande diffusione degli smartphone, l’applicazione potrebbe diventare un servizio utile offerto dalle aziende di gestione dei rifiuti ai propri utenti. «Per ora non mi ha contattato nessuna azienda, ma sarebbe sicuramente un progetto interessante per le società che offrono il servizio, e soprattutto una cosa molto utile per i cittadini», spiega Francesco. E, nel frattempo, in questi giorni in cui si avverte, sempre più urgente, la necessità di un ricambio generazionale per favorire il cambiamento e l’uscita dalla crisi, c’è già chi lo invita a convegni e incontri per presentare l’applicazione e parlare di “Giovani e new media”.
Veronica Ulivieri