La green economy come driver della smart city: Green Digital Charter e NICE
La tecnologia per migliorare la qualità della vita dei cittadini. È questo il significato base del concetto di “Smart City”. In particolare nei campi della comunicazione, della mobilità, dell’ambiente e dell’efficienza energetica il fine è quello di garantire una gestione oculata delle risorse e uno sviluppo urbano ecosostenibile. Le Information and Communication Technologies (ICT) possono, infatti, consentire un migliore utilizzo dell’energia negli edifici, nei trasporti, nell’illuminazione stradale e nelle infrastrutture in generale.
L’idea nasce, a livello mondiale, a Rio de Janeiro, che rappresenta uno dei primi esempi di implementazione intelligente delle tecnologie al fine di migliorare la vita delle comunità e ridurre gli sprechi. In Europa si è iniziato a parlarne in tempi relativamente recenti, ma l’UE prevede ora un investimento totale su questi progetti che si aggira tra i 10 ed i 12 miliardi di euro, da qui al 2020.
Per rafforzare in legame tra “Green Economy” e “Smart City”, alla fine del 2009, la Commissione Europea ha lanciato la “Green Digital Charter”. Si tratta di una iniziativa per incoraggiare i centri abitati a ridurre l’impronta di carbonio stimolando soluzioni tecnologiche il cui fine sia quello di una maggiore efficienza energetica in settori quali le costruzioni, i trasporti e l’energia. Finora le città che l’hanno sottoscritta sono: Amsterdam, Barcellona, Belfast, Birmingham, Bologna, Bristol, Eindhoven, Genova, Gand, L’Aia, Helsinki, Linköping, Lisbona, Malaga, Malmö, Manchester, Murcia, Nantes Métropole, Nice Cote d’Azur, Norimberga, Reykjavik, Rijeka, Tallinn, Stoccolma, Venezia, Vienna, Zagabria e Saragozza. L’impegno è quello di lavorare insieme per abbassare, in ognuna, le emissioni di CO2 del 30% entro dieci anni e lanciare cinque grandi progetti pilota per città entro cinque anni dalla firma.
Obiettivi ambiziosi a supporto dei quali, fino a febbraio 2014, ci sarà NICE, Networking Intelligent Cities for Energy Efficiency, un progetto finanziato dal Settimo Programma Quadro dedicato alla ricerca e allo sviluppo tecnologico, che sostiene le città nel raggiungimento dei target, come indicato dalla Green Digital Charter. NICE, in primo luogo, stabilisce il monitoraggio e gli strumenti di reporting che consentono di osservare i progressi circa il livello di emissioni di carbonio. Sviluppa inoltre un quadro di azioni efficaci per la compatibilità ambientale delle nuove tecnologie, che presuppone anche la creazione di raccomandazioni politiche mirate. Organizza, infine, scambi mirati tra le città ed attività di sensibilizzazione per aumentare il numero di firmatari della Carta. Punto centrale del progetto sono gli “Study Tours”, che offrono la possibilità di interazione tra i diversi attori locali potendo osservare da vicino come i progetti sono realizzati nella realtà. Piccoli gruppi di 5-15 persone beneficiano di visite in loco, manifestazioni, occasioni di sperimentazione di tecnologie e discussioni con gli esperti della città ospitante. I “Technical trainings”, invece, sono attività di potenziamento delle competenze tecniche per aiutare le città a superare gli ostacoli e le sfide poste dall’attuazione concreta della Carta. I corsi di formazione sono aperti a rappresentanti delle amministrazioni locali, responsabili del settore e politici.
Per aumentare la visibilità della Carta Verde Digitale e consentire la promozione di partenariati tra città firmatarie, istituzioni europee e altre parti interessate, NICE organizza, inoltre, workshop, come quello che si terrà a Bologna, dal 29 al 31 ottobre, nell’ambito dell’evento “Smart City Exhibition”.
Le azioni di NICE non si rivolgono solo ai firmatari della Carta, ma anche verso la comunità internazionale, con focus prioritario sulla Cina. In particolare, il network si pone l’obiettivo di sviluppare una nuova rete di metropoli attraverso il sostegno della città di Yantai, a cui è chiesto di istituire e coordinare un insieme di Smart City della Repubblica Popolare disposte a collaborare nel campo del “green”, prendendo la Carta come un punto di partenza per lavorare su una serie di questioni urbane di comune interesse. Questa collaborazione consente di trasformare la Green Digital Charter in un catalizzatore per nuovi partenariati tra l’UE e le città cinesi che lavorano su questo tema e di fornire un feedback reciproco sull’attuazione di strategie locali.
NICE lavora poi in stretta collaborazione con il “Covenant of Majors”. Il Patto dei Sindaci è il principale movimento europeo che coinvolge più di quattromila enti locali e regionali impegnati ad aumentare l’efficienza energetica e l’utilizzo delle fonti rinnovabili associati all’attività urbana nei loro territori per raggiungere l’obiettivo dell’Unione Europea di riduzione delle emissioni di CO2 del 20% entro il 2020.
Per tradurre il loro impegno politico in misure e progetti concreti, i firmatari del Patto si sono impegnati a redigere un Inventario base delle emissioni (BEI), per quantificare i livelli di CO2 emessa per il consumo di energia nel territorio in un determinato periodo di tempo. A livello locale questo fenomeno dipende, infatti, da molti fattori: la conformazione dell’attività economica, la densità della popolazione, le caratteristiche del patrimonio, le modalità di trasporto, gli atteggiamenti dei cittadini, il clima. Il BEI è quindi utile per comprendere l’influenza di questi parametri e come variano nel tempo per individuare, identificando le principali fonti di emissioni e i loro rispettivi potenziali di riduzione, le possibili soluzioni attuabili dall’autorità locale. Proprio perché fornisce la conoscenza della natura dei settori legati alle emissioni di CO2, il BEI è il punto di partenza per l’elaborazione del Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (SEAP) che delinea le azioni chiave che ogni firmatario intende intraprendere. Ognuno di questi è libero di scegliere il formato del proprio SEAP, a condizione che sia in linea con i principi generali indicati nelle linee guida del Patto. Al di là del risparmio energetico tra i target ci sono la creazione di posti di lavoro qualificati e stabili, non soggetti a delocalizzazione, un più sano ambiente e una migliore qualità della vita, una maggiore competitività economica e l’indipendenza energetica. Queste azioni servono come esempi di buone pratiche e sono raccolte in uno speciale database.
Nonostante un numero crescente di enti locali stia mostrando la volontà politica di firmare il Patto, non sempre questi dispongono delle risorse finanziarie e tecniche per realizzare i propri impegni. Per questo motivo, uno status speciale all’interno del Patto è stato concesso alle amministrazioni pubbliche e alle reti che sono in grado di assistere altri firmatari nella realizzazione dei loro obiettivi più ambiziosi. Anche la Banca Europea per gli Investimenti assiste i firmatari nei loro progetti.
Beatrice Credi