La Commissione UE vara l’Unione dell’Energia: si potrebbero risparmiare 40 miliardi l’anno
“Oggi abbiamo posto le basi per un mercato dell’energia connesso, integrato e sicuro in Europa. Ora dobbiamo trasformare i nostri obiettivi in realtà. La strada che porta a un’autentica sicurezza dell’approvvigionamento energetico e un’effettiva tutela del clima inizia qui, a casa nostra”. Con queste parole il Commissario per l’Azione per il clima e l’energia Miguel Arias Cañete ha commentato il lancio ufficiale dell’Unione Energetica targata UE. “Intendo concentrarmi sulla costruzione del nostro mercato comune dell’energia, incrementando il risparmio energetico, aumentando il ricorso alle fonti rinnovabili e diversificando l’approvvigionamento. Dopo decenni di ritardi, non ci faremo sfuggire quest’opportunità di costruire un’Unione dell’energia”. Ha poi aggiunto.
In effetti, questo era uno dei grandi obiettivi annunciati dalla nuova Commissione Juncker per i prossimi anni. Un traguardo reso ancora più impellente dalla situazione geopolitica alle porte dell’UE, caratterizzata dalla costante tensione attorno alle forniture di gas invernali provenienti da Est. Un problema che si pone anche perché l’Unione Europea è il primo importatore di energia al mondo. Deve, infatti, fare affidamento su fonti esterne ai suoi confini per il 53% del proprio fabbisogno, con un costo di circa 400 miliardi di Euro all’anno.
Inoltre, le infrastrutture europee sono vecchie e la frammentazione dei mercati associata alla mancanza di coordinamento delle politiche impediscono ai consumatori, alle famiglie e alle imprese di beneficiare di una scelta più vasta o di prezzi meno elevati. Una rete europea dell’energia adeguatamente interconnessa potrebbe, infatti, generare risparmi fino a 40 miliardi di Euro l’anno.
L’Unione dell’Energia nasce, quindi, per porre rimedio a tutto ciò. In particolare, secondo quanto presentato dalla Commissione Europea, si svilupperà lungo quattro direttrici. Comporterà, in primo luogo la stipula di una clausola di solidarietà per ridurre la dipendenza da singoli fornitori potendo fare pieno affidamento sui Paesi vicini, soprattutto in caso di perturbazioni dell’approvvigionamento energetico. Perciò, in questo quadro, gli accordi conclusi dagli Stati Membri per acquistare energia o gas da paesi terzi saranno caratterizzati da una maggiore trasparenza.
In seconda battuta, l‘energia dovrà essere libera di attraversare le frontiere. Un obiettivo che richiederà un grande sforzo visto che 12 Stati (Cipro, Estonia, Irlanda, Italia, Lituania, Lettonia, Malta, Polonia, Portogallo, Romania, Spagna, Regno Unito) non soddisfano ancora gli standard minimi di interconnessione fissati dall’UE: il 10% della capacità installata di produzione di elettricità deve poter “attraversare le frontiere”. Perciò dovranno essere applicate rigorosamente le regole attuali in ambiti come la separazione (unbundling) dell’energia e l’indipendenza dei regolatori. Gli interventi dello Stato nel mercato interno saranno sostanzialmente rivisti e i sussidi che hanno ripercussioni negative sull’ambiente gradualmente eliminati.
Inoltre, siccome la realizzazione di un’Unione dell’Energia resiliente non può non essere coniugata con una politica per il clima lungimirante, l’efficienza energetica sarà ripensata radicalmente e considerata una fonte a sé stante. Per garantire poi una transizione verso una società a basse emissioni di CO2, l’energia prodotta a livello locale, anche da fonti rinnovabili, dovrà essere assorbita nella rete in modo agevole ed efficiente. In questa maniera si dovrebbe promuovere anche la leadership tecnologica dell’UE.
Per attuare tutto ciò, sono, tuttavia, necessari ingenti investimenti. E la piena interconnessione del mercato è una delle principali priorità della strategia appena illustrata. Al fine di sostenere questo obiettivo, la Commissione Europea ha lanciato un invito a presentare proposte nell’ambito del meccanismo per collegare l’Europa (CEF), con il fine di contribuire a supportare importanti progetti di infrastrutture transeuropee. In particolare, 100 milioni di Euro saranno resi disponibili per progetti finalizzati all’eliminazione dell’isolamento energetico e delle strozzature nel settore dell’energia. Le domande vanno presentate entro il 29 aprile 2015. Per metà luglio è poi prevista la selezione delle proposte da finanziare. In linea generale l’importo del sostegno dell’UE non può superare il 50% dei costi ammissibili. In casi eccezionali, se un progetto contribuisce in misura significativa alla sicurezza dell’approvvigionamento, rafforza la solidarietà energetica tra gli Stati membri o offre soluzioni particolarmente innovative, il contributo comunitario può arrivare fino al 75%.
In totale, il finanziamento CEF ammonta a 5,85 miliardi di Euro per il periodo 2014-2020. Per le sovvenzioni 2015 sono previsti 650 milioni di Euro e quello appena descritto è il primo di due inviti relativi all’anno corrente. Queste risorse dovranno fungere, inoltre, da catalizzatore per garantire finanziamenti aggiuntivi da parte di investitori privati e pubblici.
Per fornire maggiori dettagli a chi ha intenzione di presentare un progetto, dalle opportunità di finanziamento fino alle indicazioni pratiche relative alle modalità di candidatura, il 16 marzo la Direzione generale “Energia” della Commissione europea, in collaborazione con l’Agenzia esecutiva per l’innovazione e le reti (INEA), organizzerà una giornata informativa a Bruxelles.
Beatrice Credi