La biodiversità che “rende” protagonista della Green Week 2015
Si è appena conclusa l’edizione 2015 della Green Week. Il più grande evento che Bruxelles dedica alla politica ambientale dell’Unione Europea.
Focalizzata quest’anno su natura e biodiversità, la Settimana Verde ha preso il via il 3 giugno con il discorso di apertura del Commissario all’Ambiente Karmenu Vella. “È importante ricordare – ha dichiarato – che noi abbiamo bisogno della natura più di quanto la natura non abbia bisogno di noi. La natura ci aiuta, senza mai chiedere il conto”.
Tuttavia, secondo le stime degli esperti, se non si arresta la perdita di biodiversità entro il 2020 il conto economico potrebbe essere alquanto salato: 50 miliardi di euro all’anno. Nonostante negli ultimi 25 anni l’UE sia stata leader mondiale nella lotta per la difesa della biodiversità, e le direttive Habitat e Uccelli siano il principale manifesto di questo impegno, la biodiversità europea, nel suo complesso, non gode di buona salute. Il 18% degli uccelli presenti nei cieli europei è minacciato di estinzione, e lo stesso vale per il 7,5% dei pesci che nuota nei mari del Vecchio Continente. Per alcuni rappresentanti delle associazioni ambientaliste, come per esempio BirdLife International, il problema risiede, principalmente, nella mancata applicazione di direttive in sé ottime. Sul piatto, inoltre, c’è anche la possibilità che la Commissione, riveda le legislazioni. Determinante, in tal senso, sarà l’esito della consultazione pubblica in corso in questi mesi.
Per monitorare uccelli e specie marine, è stata, inoltre resa nota, durante la manifestazione, la “Red list for birds and marine fish”. Una “lista rossa” di specie a rischio che ha l’obiettivo di analizzare lo stato di conservazione della fauna a rischio e gettare le basi per le future strategie di tutela. Un punto di partenza su cui i vari Paesi si possono basare per realizzare specifiche politiche di intervento.
È interessante notare, inoltre, che il tema della natura e della sua difesa, offre possibilità di sviluppo economico da non sottovalutare. Natura 2000, il più grande network mondiale di aree protette – che copre il 18% del territorio dell’Europa e il 4% della sua superficie marina, in una forma di cooperazione unica tra i 28 Stati membri – porta nelle casse dei Paesi UE qualcosa come quasi 300 miliardi di euro l’anno. Un dato importante, che sfata il mito secondo il quale la protezione della natura sarebbe nient’altro che un costo.
Un approccio, quello economico, che ha toccato anche l’ultima giornata di conferenze, il 5 giugno. Quando la biodiversità è stata analizzata attraverso l’interazione con il settore commerciale e con quello dell’informatica. Nei due seminari dal titolo “The trade and biodiversity interface” e “The WEB and IT for nature”. Un tema presente anche ad Expo. Dove La World Association of Agronomist e il CONAF – il Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali – hanno dato vita alla Fattoria Globale 2.0. Uno spazio definito “unità di misura per la valutazione del benessere del Pianeta”.
La chiusura dell’evento è stata assegnata al regista francese Jacques Perrin, realizzatore nel 2009 del film “Oceans”. Il quale ha presentato in anteprima alcune scene della sua nuova opera dal titolo “Les saisons”, che ha come protagonisti i lupi e altri animali dei boschi.
Beatrice Credi