Ivano Marescotti: “A casa tutti bene, ma sul Pianeta mica tanto…”
E’ attore in teatro, al cinema, in televisione, il suo volto in Italia ormai lo conoscono tutti. Ma Ivano Marescotti prima di calcare le scene ha lavorato per dieci anni all’ufficio edilizia della Provincia di Ravenna – e questo lo sanno in pochi. Poi nel 1981 la scelta del teatro al posto dello stipendio fisso da impiegato statale. E da qui il salto al cinema, con grandi registi internazionali e nazionali: da Anthony Minghella a Ridley Scott, da Marco Risi a Roberto Benigni, Pupi Avati e Maurizio Nichetti. Negli anni novanta ritorna ai classici della letteratura: Dante e Ariosto, ma in romagnolo. Nel 2014, per dare seguito alla passione politica, si candida pure alle Europee per la lista Tsipras, ispirata alla sinistra radicale, e continua a recitare. E ora, 14 febbraio prossimo, uscirà di nuovo nelle sale con “A casa tutti bene” di Gabriele Muccino…
D) Ivano stai vivendo un periodo professionalmente intenso, grandi film in uscita…
R) Il 14 tocca a “A casa tutti bene” di Muccino, ma ci sono altri film dove ho recitato e che sono già finiti e conclusi come “Lovers” di Matteo Vicino. In televisione, invece, interpreto l’architetto Andrea Palladio in “Meraviglie – La penisola dei tesori” di Alberto Angela.
D) Prima l’ufficio edilizia e poi Palladio! Ma parliamo di ambiente e politica: i sacchetti a due centesimi hanno scavato una voragine culturale, una frattura tra gli italiani che hanno contestato e quelli che hanno difeso la misura di emanazione europea. Cosa ne pensi?
R) Probabilmente ci sono persone che speculano, c’è da chiedersi perché tale scelta e tale incarico, ma è politica. Un’altra storia. Alla fine i sacchetti che ci sono ora, sono sempre meglio di quelli di plastica che, in ogni caso, si pagavano. In qualche modo erano compresi nel conto finale, non so come, non so nello specifico ma era così. L’imballaggio, ora tutto è imballato, è sempre compreso nel prezzo. Nessuno ti regala niente!
D) Da tempo hai dichiarato di aver abbandonato l’auto. Una scelta forte, non facile, come mai?
R) Prima era indice di libertà, ora mi muovo in treno, in bici, a piedi. E’ una scelta propriamente ecologica. Bisogna incentivare i mezzi pubblici, poi ci sono i veicoli elettrici, anche loro hanno bisogno di energia, anche loro inquinano ma sempre meglio un’auto elettrica che diesel!
D) Qual è secondo te il pericolo maggiore per il nostro piccolo grande mondo?
R) E’ impressionante quel troglodita di Trump che nega il surriscaldamento del pianeta, poi l’ottusità del capitalismo internazionale nello sfruttare i combustibili tradizionali. Eppure ci sono tante possibilità, tante alternative come il solare, come l’eolico, e poi l’acqua con l’idroelettrico. Questi elementi naturali ci danno molte opportunità rispetto al carbone e al petrolio. Dobbiamo stare attenti, perché in pochi anni rischiamo di consumare i “gioielli di famiglia”. Si deve trovare il modo di eliminare le automobili e l’eccesso di consumo di petrolio che produce le guerre che conosciamo e vediamo nei paesi Medio Orientali. Tutta la violenza si è scatenata per il petrolio…
D) Grandi temi, ma nel tuo piccolo tu come ti muovi per dare un contributo alla tutela ambientale?
R) A casa ho quattro bidoni per la raccolta differenziata, ma non so dove vanno a finire i rifiuti differenziati… Tengono conto del nostro lavoro? Ho sentito voci che mescolano tutto. Insomma, a volte il problema non è nostro, non dipende da noi. Un altro aspetto su cui riflettere e che quando si va a fare la spesa si compra la roba con plastica, carta, alluminio. Materie diverse tenute insieme e che così creano problemi alla differenziazione. C’è una esagerazione di confezionamento, anche per i cibi. Negli anni 50 e 60 non esisteva la plastica e gli scarti si buttavano nei campi e non si inquinava…
Gian Basilio Nieddu