In partenza verso “Altri Mondi”. La divulgazione scientifica a pedali salta in sella alla Decrescita Felice
La sostenibilità spiegata da due teatranti: Valerio Gatto Bonanni, regista ed attore, e Guido Bertorelli, attore ed illustratore del progetto SemiVolanti. Il duo è protagonista di Altri Mondi Bike Tour ovvero, come recita il sottotitolo: “Un viaggio. Uno spettacolo eco-sostenibile. Racconti iperscientifici su Piante, Animali, Universo”.
Valerio e Guido raccontano con leggerezza e in modo accattivante, ma nel rispetto del rigore scientifico, il fantastico mondo della natura. Si definiscono “una banda di ciclisti” e pedalano per l’arte e per l’ambiente: “Abbiamo visitato territori con forti conflitti ambientali, dove le bellezze naturali sono minacciate”. Ora l’appuntamento è alla IV edizione del Decrescita Bike Tour 2019, insieme al Movimento per la Decrescita Felice, che, dopo le puntate al Sud e al Centro Italia, sale ora al Nord. Dal 26 maggio al 2 giugno una quarantina di ciclisti viaggerà dalla Val Susa fino a Savona, dove il 1° giugno in occasione della “Giornata Mondiale della Decrescita” è in agenda un grande evento sul tema.
“Il nostro progetto SemiVolanti – ci spiega Valerio – nasce con la compagnia teatrale e la voglia di raccontare la sostenibilità ambientale e il pianeta in una maniera totalmente diversa”. Anche lo spettacolo, per coerenza, gira quasi ad emissioni zero: “In bici durante l’estate, in inverno treno più bici”.
I contenuti che Valerio e Guido rendono maggiormente fruibili per il loro pubblico vanno dall’intelligenza delle piante alla vita sociale nelle comunità degli animali. In questo programma, “con punto di vista stupefacente” sottolinea Valerio, c’è spazio anche per mirar le stelle con l’astrobiologia, ovvero la ricerca della vita negli altri pianeti. Sono teatranti che divertono, emozionano, ma svolgono pure una funzione didattica: “Siamo divulgatori scientifici giocosi e divertenti” dicono loro. ” Ci muove la convinzione che con lo stupore e la meraviglia possiamo far rientrare le persone in connessione ed armonia con gli altri esseri, compresi quelli umani”. Programma ambizioso in tempi di muri e barriere (fisiche e culturali).
Il sacco delle meraviglie è pieno di sorprese, tutte da ammirare nel tour della Decrescita Felice, che offrirà molto altro: “Varie tappe e tanti incontri: a Venaus conosceremo il Movimento NO Tav, a Torino saremo ospiti della Cavallerizza Reale, conosceremo il progetto del panificio cooperativo Panacea, e poi ancora Alba e Millesimo, per conoscere alcune tra le realtà italiane più resistenti e resilienti che, dal basso, si battono per il cambiamento, la sostenibilità e il futuro di tutti”.
Il tour seguirà ovviamente la filosofia del “viaggiare lento” perché ci vuole tempo per scoprire antichi borghi, tradizioni, culture e colture mentre contemporaneamente si diffonde l’eco-turismo e la mobilità sostenibile. “Durante i chilometri percorsi si avrà la possibilità di ammirare bellissimi paesaggi, visitare piccoli borghi nascosti, incontrare persone del luogo e approfondire le conoscenze attraverso workshop, conferenze, aperitivi e spettacoli teatrali”.
La vita di questi due teatranti scientifici è dunque intensa, ma a ritmo di pedale: “Lo spettacolo dal 2017 ha già fatto 70 repliche in tutta Italia in un percorso che ha toccato scuole elementari ed università adottando un linguaggio universale, accessibile a tutti - sottolinea Valerio – Un gran lavoro frutto della collaborazione con associazioni ambientaliste che ci hanno sostenuto e di un crowdfunding a cui hanno contribuito 110 persone” .
Tre anni di studio e un anno di produzione per uno spettacolo vincente, ma ora si lavora già al prossimo, anche se il format resterà quello rodato: “Le persone hanno voglia di conoscere di più, di sapere cosa c’è in questo pianeta. Le storie scientifiche che raccontiamo fanno ridere, piacciono. Il pubblico che abbiamo coinvolto va dagli 8 ai 99 anni e lo spettacolo è interattivo con domande, giochi, coinvolgimento”. In fondo c’è anche da divertirsi quando si scopre il mondo…
Gian Basilio Nieddu