In Friuli nasce la prima chitarra artigianale con legno FSC: musica contro la deforestazione illegale
Certificata dal liutaio per il suono, certificata da FSC per la sostenibilità del legno. Stiamo parlando della prima chitarra in Italia ad essere prodotta artigianalmente e certificata – con certificazione non solo dei legni, ma dell’intero progetto – dall’organizzazione internazionale non governativa Forest Stewardship Council. Un riconoscimento che è più di un semplice “bollino”, indica un percorso di fornitura attraverso la gestione responsabile di foreste e piantagioni. In questo caso di 7 specie arboree: Abete Rosso, Mogano, Rovere Chiaro e Scuro, Betulla, Pao Ferro e Ovangkol. Non è la prima chitarra al mondo con “impronta sostenibile”, esistono altri produttori su scala semi-industriale – come l’americana Martin Guitar, che già utilizza legni FSC e commercializza il prodotto a livello mondiale – ma qui siamo di fronte al mix irripetibile di materiale e immateriale che caratterizza il miglior Made in Italy.
L’opera è firmata infatti dal liutaio Marco Lorenzon e dal wood expert Gianni Cantarutti, a cui si deve l’idea. Friulano di Manzano, in provincia di Udine, Cantarutti è il fondatore di Slow Wood e curatore di Lignamundi, una xiloteca (una raccolta di specie legnose) ricchissima di materiali. “Faccio parte dell’Associazione Culturalegno e ho pensato di coinvolgere un giovane associato in questa missione: il liutaio Marco Lorenzon. Abbiamo pensato che lo strumento musicale rappresenti uno dei simboli più attrattivi per parlare e comunicare all’opinione pubblica. La musica parla a tutti, tocca il cuore e l’anima di tutti“. Una chiara operazione mediatica, ma a fin di bene: far sapere che per proteggere il pianeta dai tagli indiscriminati esistono dei legni che possono essere usati con coscienza (ambientale).
Un’azione necessaria perché oggi nel mondo ci sono troppe ruspe in azione e l’Italia è uno dei principali importatori di legno in Europa: “Abbiamo dei legni che vengono da foreste dove esistono forti criticità, ovvero tagli illegali ed uno sfruttamento intenso dell’ambiente – sottolinea Cantarutti- Impiegare legname certificato nelle attività produttive è un messaggio per tutti. E’ necessario che ci si ponga sempre il problema e la domanda: in questo caso che legno sto usando? Il settore degli strumenti musicali muove molti soldi, c’è un industria dietro. Quindi con il nostro lavoro pensiamo di poter incidere concretamente“.
La chitarra dei sette legni è anche un’opportunità per parlare del Sistema di certificazione FSC: “Una certificazione valida in particolare per i legni tropicali, maggiormente bersagliati delle attività illegali. Colgo l’occasione – dice Cantarutti – per sottolineare che i danni maggiori sono creati più dagli allevamenti estensivi che dai piccoli tagliaboschi locali. Un esempio che conoscono in tanti: la coltivazione dell’olio di palma. Una coltivazione per cui sono state bruciate estese foreste”.
E in Occidente? E’ vero che i boschi stanno riguadagnando terreno, ma in precedenza tante foreste europee sono andate in fumo ed il paesaggio si è completamente antropizzato. “E se ne vede ancora l’eredità – spiega Cantarutti – Pensiamo al ginepro in Sardegna: ora c’è di nuovo quantità, ma la qualità non è più quella di una volta”.
La chitarra di Lorenzon/Cantarutti è dunque destinata a diventare “un amplificatore della campagna sul legno certificato“. “Negli strumenti musicali – prosegue Gianni – si utilizzano legni a lento accrescimento: l’ebano per esempio. Il problema è però la riforestazione perché è più facile farla con varietà a crescita veloce, ma spesso questa scelta è dannosa. Che senso ha piantare degli eucalipti australiani in Sardegna? Meglio le specie locali, bisogna vedere lungo. In un paese come il nostro dove c’è molta cultura, bisogna ripiantare quelle specie che raccontano storie tradizionali autoctone“. Un messaggio glocal da far risuonare sulle corde della nuova chitarra, in giro per la Penisola.
Gian Basilio Nieddu