Il peggiore dei “noir” secondo Carlo Lucarelli? “Finire bruciati dai cambiamenti climatici”
Il grande pubblico lo conosce per lo stile personale ed inconfondibile di Blu Notte, trasmissione televisiva dedicata ai piccoli e grandi misteri italiani: dai delitti della porta accanto ad intrighi e complotti con dentro mafia, politica, stragi o le mazzette di tangentopoli. Carlo Lucarelli (nato a Parma nel 1960) però non è solo un volto noto del grande schermo, ma anche un autore affermato del genere noir, nonché ideatore della fiction “L’ispettore Coliandro”. Ha scritto inoltre fumetti, firmato un soggetto di Dylan Dog, partecipato a videoclip musicali, curato libri di storia e criminologia. E poi gioca nell’Osvaldo Soriano Football Club, la “nazionale italiana scrittori”. Dopo aver fondato la scuola di scrittura Bottega Finzioni oggi inaugura la sesta edizione di Scriba, il primo festival dedicato alle “scritture di mestiere”, da cui ha preso le mosse questa intervista…
D) Carlo, oggi presenti l’edizione 2017 di “Scriba Festival” dedicato alle scritture di mestiere: dagli annunci di lavoro – il tema di quest’anno – alle scritture per il teatro, per la scienza, per l’ antropologia. Un festival unico e originale, diverso dai soliti eventi letterari…
R) Noi ci occupiamo di scritture di mestiere, scritture a tutti i livelli. Solitamente è al centro dell’attenzione quella artistica, ma ci sono tante sfumature nelle scritture di mestiere che hanno anche una dimensione artistica. Un punto di forza di Scriba sono le cose che la gente non conosce e che permettono di affrontare problemi più grossi come, in questo caso, il lavoro. Siamo partiti con i bugiardini dei farmaci ed erano tutti incuriositi, poi sono emersi una serie di elementi che ti fanno capire che c’è sempre qualcosa e un pensiero dietro ogni scrittura...
D) In quest’edizione il tema centrale è il lavoro. Vedo, ad esempio, che c’è un incontro dedicato alla scrittura degli annunci e del curriculum. Massima concretezza…
R) Sì, il lavoro è uno dei temi più importante, soprattutto in quest’epoca. Si deve ragionare di lavoro in modo concreto, metterlo in relazione con la scrittura e la narrazione, sottolineare la parentela tra lavoro e un tipo di scrittura effimera, ma che ha un ruolo importante.
D) Gli insegnamenti che dispensate anche alla “Bottega di Finzione”, giusto?
R) Facciamo sempre le cose in modo molto concreto, come nelle botteghe rinascimentali... E funziona: molta gente che ha frequentato i nostri corsi oggi lavora in questo campo. Qui non si paga – grazie alle borse di studio che finanziano il 60% delle attività – ed è la nostra politica: dare voce al talento, non perderlo perché la frequenza costa troppo, come succede in altre scuole…
D) Lo scrittore Amitav Ghosh lamenta uno scarso interesse per il tema ambientale nella letteratura contemporanea. Concordi?
R) Mi pare che gli scrittori rispondano e debbano rispondere al problema. Il lavoro (per rimanere sul tema di Scriba), produce oggi un problema ecologico, invece dovrebbe salvare la Terra. Tema che dovrebbe essere centrale nella nostra agenda. A me capita spesso di far riflettere sulle stragi, sugli attentati, ma poi potremo morire “bruciati” tra qualche anno per il riscaldamento globale! La narrativa noir infatti parla di questi temi perché molti problemi ambientali hanno a che fare con il crimine. Io ne ho scritto ma penso anche, per esempio, alle opere di Massimo Carlotto. Ma forse non facciamo abbastanza…
D) Secondo te quali sono le emergenze ambientali da affrontare prioritariamente?
R) Ci sono diversi problemi, ma inizierei dallo smaltimento criminale dei rifiuti e dal surriscaldamento globale. Io ho due figlie di sei anni e penso a come vivranno – e se ci sarà ancora questo mondo!
D) E cosa fai nella tua vita quotidiana per migliorare l’ ambiente?
R) Ho la fortuna di vivere in una regione come l’Emilia-Romagna che è abbastanza attrezzata a questo riguardo. Per esempio, per la raccolta differenziata o il risparmio energetico, ma dobbiamo fare di più. Io uso poco l’auto ma comunque l’agire individuale non basta. Va benissimo, ma è necessaria un’azione politica anche se non ci si può limitare all’approvazione di buone leggi che poi non si rispettino o non si applichino…
Gian Basilio Nieddu