Il 2015 è l’anno di una nuova Macroregione UE, quella alpina
Con la fine di luglio è arrivato anche il varo ufficiale da parte dell’Unione Europea della Macroregione alpina (Eusalp), che oltre all’Italia coinvolge altri 4 Paesi UE: Austria, Francia, Germania e Slovenia; e due Paesi terzi: Liechtenstein e Svizzera. Per un totale di 48 Regioni dislocate intorno alla catena alpina di cui 8 italiane, con la Lombardia capofila e più di 70 milioni di persone su una superficie complessiva di 450 mila chilometri quadrati.
Si tratta della quarta strategia macroregionale, dopo quelle per il Mar Baltico (Eusbsr), il Danubio (Eusdr) e quella adriatico-ionica (Eusair) lanciata nel 2014. Tutte hanno il fine di individuare aree transnazionali con identità comuni e risorse ma, al tempo stesso, fragili e bisognose di essere valorizzate e protette grazie all’aiuto di strategie comuni che forniscono, inoltre, anche la possibilità di dare voce ai cittadini che le abitano.
Nel 2013 il Consiglio europeo aveva invitato la Commissione, con i Paesi membri, a elaborare una strategia relativa all’area per la metà del 2015. Ecco quindi il piano di azione che deve, entro l’anno, ottenere l’approvazione del Consiglio.
Come negli altri casi, si tratta di lavorare in sinergia in alcuni settori piuttosto prioritari come la mobilità, la gestione delle risorse energetiche, il sostegno alle piccole e medie imprese, la tutela ambientale.
La messa in comune di risorse e idee dovrebbe generare un impatto concreto che conduce alla ricerca di prodotti e servizi specifici della regione alpina; a un miglioramento della rete stradale e ferroviaria nel contesto della mobilità e all’espansione dell’accesso a alle nuove tecnologie nelle aree più isolate.
Tuttavia, pur trattandosi di uno tra i contesti più innovativi e competitivi dell’intera area continentale, le sfide non mancano: si va dalle disparità significative tra le zone geografiche, alle tendenze demografiche che vedono invecchiamento e nuovi modelli di migrazione; non meno importanti, poi, gli impatti del cambiamento climatico sulla biodiversità e sulle condizioni di vita delle persone e le sfide sul fronte energetico.
Nell’ambito della creazione della nuova Macroregione sono già stati approvati alcuni progetti inerenti ai temi più caldi. Come, per esempio, “Efficienza energetica e tutela climatica nell’arco alpino”. Dedicato a un’analisi comparativa sulle misure di efficienza energetica allo scopo di incoraggiarne la promozione. O quello che ha come tema il dissesto idrogeologico per approfondire i temi della previsione, prevenzione e gestione dell’emergenza. Sono, inoltre, già attive azioni che si prefiggono l’obiettivo della rinaturalizzazione dei fiumi valorizzando, anche dal punto di vista didattico, le attività svolte su corsi d’acqua e laghi della regione alpina.
In terra tutta italiana, poi, un primo passo di coordinamento territoriale è stato appena compiuto con la firma tra la Regione Lombardia e la Provincia autonoma di Bolzano, di un Protocollo per la valorizzazione dell’area del Passo dello Stelvio e per avviare uno studio di fattibilità per la realizzazione di un collegamento permanente fra l’Alta Valtellina e la Val Venosta. Tra i punti affrontati nel documento c’è, infatti, anche lo studio di fattibilità per il traforo e la valutazione di quale tipo di infrastruttura sia più adatta, se quella di tipo ferroviario o stradale o entrambe.
La vera novità è, però, rappresentata dalle modalità di finanziamento delle attività legate a questa porzione di territorio. La Macroregione Alpina potrà, infatti, contrattare direttamente con Bruxelles senza passare dai governi centrali dei vari stati coinvolti. Una novità assoluta in Europa, nell’ottica della territorializzazione degli investimenti, di cui non godevano le realtà già attive.
Beatrice Credi