I biocarburanti infiammano la Settimana Europea della Mobilità
È bufera sui biocarburanti. Il Parlamento Europeo ha approvato il limite all’uso di quelli di prima generazione nell’UE. Si tratta del tipo di biocarburanti che ha origine da colture alimentari (come mais, colza, olio di palma) e che non dovrà superare il 6% del consumo finale di energia nel settore dei trasporti entro il 2020, rispetto all’obiettivo del 10% della legislazione vigente. Mentre viene inserito un nuovo target del 2,5% per i biocarburanti di seconda generazione, quelli prodotti da alghe, scarti e rifiuti. Una decisione controversa che ha visto l’Assemblea di Strasburgo spaccata quasi a metà.
Non solo i rappresentanti politici europei, del resto, non sono unanimi nel giudizio su questi tipi di carburante. Per molte associazioni ambientaliste la decisione del Parlamento non è stata abbastanza forte, per i produttori di biodiesel, al contrario, si tratta di una scelta che invia un segnale sbagliato ai cittadini.
Da una parte, quindi, chi considera la decisione un compromesso a causa del quale aumenteranno la povertà e i disastri ambientali (poiché, dicono i contrari, pur riconoscendo il danno dei biocarburanti alle colture alimentari, L’Europa decide di continuare a sostenerli dal punto di vista finanziario). Dall’altra parte della barricata il mondo dell’industria, secondo il quale l’UE non può permettersi di mettere a rischio 220mila posti di lavoro basandosi solo sulla questione del “cambio indiretto di destinazione d’uso dei terreni”.
A gettare benzina sul fuoco arriva poi uno studio americano presentato dallo European Biodiesel Board che rivela l’inadeguatezza dei modelli scientifici applicati dalla Commissione UE nell’ambito della valutazione dell’impatto dei biocarburanti sui terreni.
La ricerca dal titolo: “Land use change greenhouse gas emissions of european biofuel policies utilizing the Global trade analysis project (Gtap)” sostiene, infatti, che le emissioni indirettamente provocate dai campi coltivati per la produzione di biocarburanti (Iluc, Indirect Land Use Change) sono il 95% in meno di quelle calcolate dall’Ifpri, International food policy research institute, per conto della Commissione. Gli Iluc calcolati usando l’ultima versione del Gtap sarebbero molto meno di quelli calcolati dall’Ifpri nel 2011. Nello specifico, per quanto riguarda il biodiesel si registra un valore di 2,33gCO2eq/MJ, a fronte dell’attuale 55g Co2 eq/MJ assegnato dalle ricerche di Bruxelles. La grande discrepanza è dovuta, secondo lo studio, soprattutto a una migliore comprensione dell’uso della terra, del rendimento dei raccolti e dell’uso delle foreste nell’Unione Europea, Canada e Usa.
La divergenza dei risultati riapre dunque, ancora una volta, la questione della validità scientifica dell’Iluc per decidere la politica dei biocarburanti. Ma sembra costituire anche una non trascurabile base scientifica a favore dei produttori di biocarburante che, dopo la decisione del Parlamento Europeo, si sono espressi definendo “semplicistiche” le conclusioni relative all’Iluc.
La polemica sui biocarburanti, neanche a farlo apposta, tiene banco proprio nella Settimana che Bruxelles dedica alla Mobilità. Al grido di “Clean air – It’s your move!”, la European Mobility Week dal 16 al 22 settembre coinvolgerà più di duemila città europee. Quest’anno la campagna sarà dedicata alla sensibilizzazione circa l’impatto dei trasporti sulla qualità dell’aria per migliorare la salute e il benessere dei cittadini puntando a modificare il loro approccio alla mobilità urbana. Il traffico è infatti, come noto, una fonte crescente di inquinamento atmosferico, in particolare quando si tratta di particolato e biossido di azoto. Le autorità locali hanno quindi la responsabilità di sviluppare le strategie di trasporto urbano in grado di soddisfare la domanda di mobilità, proteggere l’ambiente, migliorare la qualità dell’aria e rendere la città un posto migliore in cui vivere. Anche alla luce del fatto che l’edizione 2013 della Settimana Europea della Mobilità coincide con l’Anno Europeo dell’Aria.
Centrale l’accento posto sull’importanza delle nostre scelte quotidiane, su quei piccoli gesti che, tuttavia, possono fare la differenza. Ma i cittadini non possono nulla se al fianco della loro volontà non ci sono opzioni di trasporto alternative o incentivi verso forme di mobilità a minore impatto ambientale.
Beatrice Credi