Home » Off the Green »Rubriche » Green burials: perché da noi sono vietate le “sepolture verdi”:

Green burials: perché da noi sono vietate le “sepolture verdi”

novembre 1, 2013 Off the Green, Rubriche

Ogni anno, quando torno a visitare i cari defunti al cimitero, mi assale un’angoscia: rischiamo di passare tutta la vita in mezzo al cemento…e anche la morte! Personalmente non trovo triste il cimitero perché ospita persone scomparse (talvolta il ricordo di loro è qualcosa di molto felice), ma per come e dove le ospita: un vero e proprio quartiere dei defunti, con condomini sovraffollati a più piani e avveniristici “grattacieli”, che ricordano il potere terreno di alcune famiglie. Molto cemento, marmo freddissimo, ghiaia di riporto e pochissima natura, diversamente dal Nord Europa. Ma perché un “panteista” come me non può scegliere di essere sepolto nel verde di un bosco, sotto un albero, in un cassone di legno biodegradabile?

Le ragioni si fanno solitamente risalire all’epoca napoleonica e sono essenzialmente di carattere igienico, non certo religioso. Ci viene in aiuto, con un’ottima sintesi della discussione – nata già a metà del Settecento – il web magazine “Oltre“, periodico di informazione dell’imprenditoria funeraria e cimiteriale (è incredibile la biodiversità editoriale che si trova in rete!). ” Il decreto napoleonico Sur les sèpoltures del 23 pratile dell’anno XII (12 giugno 1804) – ricorda Roberto Spocci, nell’articolo sul Cimitero di Parma – è la conclusione di un vivace dibattito riguardante la sepoltura dei morti”, che stabilisce di trasferire i cimiteri fuori dalle città e dalle chiese, con alcune precauzioni sanitarie (esposizione a Nord, muro di cinta di almeno due metri ecc.). Nella ratio del decreto napoleonico la natura ha però ancora un ruolo. Si introducono le piante con “funzione purificatrice”, tanto che il successivo decreto di Maria Luigia d’Austria (1819) – che raccoglie ed esegue la volontà di Napoleone nella città di Parma – specifica i tipi di piante adatte al luogo: “cipressi, pioppi piramidali, salici di Babilonia e qualsiasi albero non fruttifero che non si dirami molto orizzontalmente”.

Ma è il bel libro “La sfida dei territori nella green economy“, a cura di Enrico Borghi (Editrice Il Mulino, 2009, con prefazione di Enrico Letta, prima che diventasse Presidente del Consiglio) a illuminarci sull’argomento e sulle opportunità – anche economiche – dei green burials, oggi precluse agli italiani ai sensi del Regio Decreto 1265/1934 e della Legge 130/2001, a cui si aggiungono leggi regionali e regolamenti comunali e il Disegno di Legge 4144 del 2004, “Disciplina delle attività nel settore funerario“, ripreso nel 2008, su iniziativa parlamentare, e dal 2010, a quanto pare, fermo in Senato.

Il tema non è frivolo, né unicamente spirituale e, nel saggio di Borghi, viene trattato nel capitolo “La remunerazione dei servizi ambientali delle foreste: alcune esperienze innovative“, a cura di Laura Secco, Daria Maso, Paola Gatto e Davide Pettenella. “Le sepolture verdi – scrivono gli autori – costituiscono in alcuni paesi europei un servizio forestale decisamente innovativo che interessa aree boscate, ma anche, e forse di più, aree agricole o ex-agricole per le quali si può trovare un uso economicamente conveniente (ma alternativo all’urbanizzazione) e che, col tempo, verranno convertite in veri e propri boschi”.

Nel Regno Unito, dal 1993 ad oggi, sono nati più di 200 green burial ground. Ma esistono servizi analoghi anche in Svizzera, Austria, Svezia. Paesi più “sporcaccioni” di noi e poco attenti agli aspetti igienico-sanitari? Non credo. Non si pone nemmeno il problema religioso, perché, nonostante questi cimiteri verdi non siano solitamente consacrati, ciascuno può scegliere liberamente di far benedire il proprio lotto. La richiesta, in Europa e Nord America, è in vertiginoso aumento e i prezzi variano tra i 300 euro (per lo spargimento delle ceneri in un prato) ai 5.000 euro “per la sepoltura sotto una roccia personale” (cerimonia esclusa).

Chissà che la crescente sensibilità pubblica verso la green economy e l’influenza di un Papa di nome Francesco, più consapevole del rapporto uomo-natura rispetto ai suoi predecessori, non aiutino a cambiare la situazione normativa anche in Italia.

Andrea Gandiglio

Share and Enjoy:
  • Print
  • PDF
  • email
  • Facebook
  • Google Bookmarks
  • del.icio.us
  • Digg
  • Twitter
  • LinkedIn
  • Current
  • Wikio IT
  • Netvibes
  • Live

PARLA CON LA NOSTRA REDAZIONE

Newsletter settimanale


Notizie dalle aziende

Amazon Sustainability Accelerator: al via la seconda edizione per le start up

febbraio 9, 2023

Amazon Sustainability Accelerator: al via la seconda edizione per le start up

Si è aperta oggi, 9 febbraio 2023, la seconda edizione dell’Amazon Sustainability Accelerator, il programma rivolto alle startup nella fase Early Stage focalizzate sulla sostenibilità. Lanciato da Amazon, EIT Climate-KIC (l’hub europeo per l’innovazione in materia di clima) e WRAP (una delle principali ONG britanniche impegnate nel contrasto al cambiamento climatico), Accelerator è aperto alle startup che stanno creando [...]

Rapporto Deloitte “Digital Green Evolution”: nel 2022 gli smartphone genereranno 146 milioni di tonnellate di CO2

marzo 14, 2022

Rapporto Deloitte “Digital Green Evolution”: nel 2022 gli smartphone genereranno 146 milioni di tonnellate di CO2

Di fronte ad un numero di dispositivi che ormai nel complesso supera la popolazione mondiale, cresce l’attenzione ai temi della sostenibilità e degli impatti ambientali derivanti dalla produzione, dall’uso e dallo smaltimento dei “telefonini“, i device di più comune utilizzo sia tra giovani che adulti. A evidenziare la criticità di questi numeri è intervenuto il [...]

Matteo Viviani, una iena in verde a caccia di greenwashing

ottobre 29, 2021

Matteo Viviani, una iena in verde a caccia di greenwashing

L’ambiente e il clima sono ormai diventati temi “mainstream”. Anche se pochissimi fanno, tutti ne parlano! Soprattutto le aziende, che hanno intercettato da tempo la crescente attenzione di consumatori sempre più critici e sensibili all’ecosostenibilità di prodotti e servizi.  Vi viene in mente un’azienda che oggi non si dica in qualche modo “green” o “ecofriendly”? [...]

“L’Adieu des glaciers”: al Forte di Bard le trasformazioni dei ghiacciai alpini

giugno 18, 2021

“L’Adieu des glaciers”: al Forte di Bard le trasformazioni dei ghiacciai alpini

“L’Adieu des glaciers: ricerca fotografica e scientifica” è un progetto prodotto dal Forte di Bard, che intende proporre un viaggio iconografico e scientifico progressivo tra i ghiacciai dei principali Quattromila della Valle d’Aosta per raccontare, anno dopo anno, la storia delle loro trasformazioni. L’iniziativa, che ha un orizzonte temporale di quattro anni, ha iniziato la sua [...]

Quando le rinnovabili conquistano le basi militari: il caso francese di BayWa r.e.

aprile 19, 2021

Quando le rinnovabili conquistano le basi militari: il caso francese di BayWa r.e.

Ormai è noto che la cavalcata delle rinnovabili è inarrestabile, ma questa è una vera e propria “conquista militare”: BayWa r.e., player globale nel settore delle energie rinnovabili, ha annunciato di aver trasformato due basi aeree inutilizzate e dismesse in Francia in parchi solari e terreni agricoli per l’allevamento di pecore. La società del Gruppo [...]

Tree-ticket: il concerto si paga in alberi

aprile 15, 2021

Tree-ticket: il concerto si paga in alberi

Un concerto in presenza, immersi in una foresta, per riavvicinare l’uomo alla natura attraverso la musica del violoncellista Mario Brunello e di Stefano Mancuso, con una differenza rispetto a qualsiasi altro concerto al mondo: l’accesso si paga in alberi, con il TreeTicket. L’esperimento si terrà a Malga Costa in Val di Sella, in Trentino, nella cornice della [...]

Ricerca Mastercard: la spesa post-Covid vira verso modelli più sostenibili

aprile 13, 2021

Ricerca Mastercard: la spesa post-Covid vira verso modelli più sostenibili

Secondo quanto emerge da una nuova ricerca di Mastercard incentrata sulla sostenibilità, a seguito della pandemia da Covid-19 sarebbe cresciuto in modo significativo il desiderio da parte di italiani ed europei di salvaguardare l’ambiente e miliardi di consumatori nel mondo sarebbero disposti ad adottare comportamenti “più responsabili“. Oltre la metà dei nostri connazionali (64% contro il [...]

Visualizza tutte le notizie dalle Aziende