Giuseppe La Spada, il sublime stupore dell’acqua
Siciliano, classe 1974, Giuseppe La Spada è ritenuto uno degli “artisti digitali” italiani più sensibili alla questione ambientale. Vive e lavora a Milano occupandosi di progetti che hanno come comune denominatore l’acqua. Sublimis è il suo ultimo lavoro, esposto alla Triennale di Milano lo scorso ottobre, che ha visto la partecipazione di grandi nomi della musica come Ruychi Sakamoto e Christian Fennesz.
D) Giuseppe, com’è nata l’idea di Sublimis?
R) I miei progetti nascono sempre dall’osservazione del mondo circostante, in questo caso direi da una serie di considerazioni. La prima naturalmente l’emergenza ambientale, la seconda la constatazione del fatto che viviamo in un’epoca in cui le immagini, le informazioni nascono e muoiono velocemente e forse poco resta nel percepito. L’ultima, ma non la meno importante, che la ricerca artistica per me oggi deve assolutamente avere una finalità sociale e di sostenibilità. Per cui è nata la voglia di un progetto costantemente in fieri, che si ingrandisse ad ogni rappresentazione nel contenuto e nella forma.
D) Hai collaborato con musicisti prestigiosi, qual è stato il codice comune che avete condiviso?
R) Sicuramente la sensibilità e l’impegno ad utilizzare un driver così importante a livello emotivo per coinvolgere le persone su un tema importante e, a volte, considerato “noioso”, soprattutto dalle nuove generazioni…
D) Perché l’acqua ti affascina così tanto?
R) Perchè per me è la chiave di tutto, l’elemento indecifrabile, è la vita con il suo fluire e le sue contraddizioni. Lavoro con questo elemento da una decina di anni e non mi stanca mai,ho sempre la sensazione di non riuscire a comprenderlo. Per questo ho deciso di affrontare questo viaggio accanto a scienziati, pensatori, ecc.
D) Quale sarà il tuo prossimo progetto? continuerai a mettere al centro la natura?
R) Il mio prossimo progetto è Sublimis 2.0 ancora più coinvolgente, con più contenuti, con la possibilità di migliorarlo nelle sfumature ma soprattutto di renderlo sempre più efficace nell’obiettivo di far cambiare l’approccio all’elemento Natura.
D) Qual è il tuo rapporto personale con l’ambiente?
R) Di immersione, distensione ed evasione, vivendo in città per me è un momento di grande contatto con qualcosa che mi stupisce costantemente. Mi ritengo molto fortunato quando passo una giornata di lavoro in mezzo alla natura.
D) Come definiresti natura e ambiente?
R) Qualcosa di cui facciamo parte integrante e che spesso consideriamo solo come una risorsa da sfruttare. La definirei, invece, la prima risorsa per salvarci da questo declino.
D) La citazione “La bellezza salverà il mondo” pensi possa essere calzante per il rapporto fra arte e ambiente? Credi che sia un mezzo per costruire una coscienza ambientale?
R) Credo che il mondo stia diventando sempre più artificiale ed artefatto. L’ascolto, anche visivo, e quindi lo stupore per la magnificenza di qualcosa che spesso viviamo come solo rappresentato, saranno la chiave per riappropriaci della nostra natura di essere umano. Molte volte mi stupisco di come immagini semplici destino una grande impressione e fascino. Questo è l’inizio della presa di coscienza, di un nuovo ciclo. Credo si debba lavorare molto sulle nuove generazioni.
D) Tu sei siciliano, che rapporto hai con la tua terra di origine? Come è vissuta la tematica ambientale nei tuoi luoghi di nascita?
R) Il rapporto è viscerale. Una terra di estreme contraddizioni, che forse non è conscia della propria magnificenza e di come tale patrimonio, proprio perchè unico, debba essere tutelato oggi più che mai. Il patrimonio ambientale siciliano è una risorsa attrattiva unica al mondo, così come quello italiano in generale. Il fatalismo spesso ci impone un’accettazione di fronte agli accadimenti, ma soprattutto gli ultimi che toccano la sopravvivenza, stanno smuovendo la necessità di un nuovo approccio, almeno lo spero.
D) Quale secondo te è l’urgenza ambientale che meriterebbe soluzione immediata e perché?
R) L’accesso all’acqua potabile per tutti. Oggi una persona su sette non lo ha. Ben 1.000 bambini al giorno muoiono per malattie conseguenti a questo problema.
Daniela Falchero