Gianrico Carofiglio: dai reati ambientali al “bordo vertiginoso delle cose”
Oltre che scrittore, Gianrico Carofiglio è stato a lungo un pubblico ministero, specializzato in indagini sulla criminalità organizzata. Ha poi esordito nella narrativa con “Testimone inconsapevole” (Sellerio, 2002), romanzo che ha aperto il filone del thriller legale italiano con il personaggio dell’avvocato Guido Guerrieri, protagonista di tre successivi romanzi di Carofiglio: “Ad occhi chiusi” (Sellerio, 2003), “Ragionevoli dubbi” (Sellerio, 2006) e “Le perfezioni provvisorie” (Sellerio, 2010). Ora torna nelle librerie con “Il bordo vertiginoso delle cose”, edito da Rizzoli.
D) Carofiglio, nella presentazione del suo ultimo libro si legge che «Il bordo vertiginoso delle cose può essere letto in molti modi». Ce li può descrivere?
R) Può essere letto come un romanzo di formazione in senso classico, come una storia di iniziazione alla violenza, come un romanzo d’amore e certamente come un romanzo di passione per le idee e per le parole. E sopratutto, conclusivamente, come una riflessione sul confine labile che esiste tra successo e fallimento.
D) Il suo ultimo libro può essere letto anche in chiave autobiografica?
R) È certamente autobiografico se intendiamo l’autobiografia delle emozioni. Non è autobiografico nel senso che racconti fatti realmente accaduti. Tuttavia può essere considerato come un’autografia generazionale.
D) Nel dicembre 2011 è intervenuto al congresso nazionale di Legambiente a Bari, come ricorda un post dell’associazione su Facebook: «Carofiglio al congresso: legge Camus, ci racconta che la bellezza è una categoria etica e politica, e rinnova la tessera di Legambiente!». Ha avuto modo di affrontare il tema della bellezza nel corso della sua attività di scrittore?
R) Questo è un tema di cui ho parlato in un libro uscito nel 2010 che si chiama “La manomissione delle parole” (un saggio che riflette sulle lingue del potere e della sopraffazione, e si dedica al recupero di cinque parole chiave del lessico civile: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza e scelta NdR). Un intero capitolo de “La manomissione delle parole” è dedicato alla bellezza. Questo tema riguarda anche la bellezza dei luoghi e dell’ambiente e la dimensione etica della bellezza.
D) E il tema dell’ambiente compare nei suoi romanzi?
R) Non direttamente come tematica. Ovviamente è molto presente la collocazione dei luoghi nell’ambiente in cui appartengono. Penso in particolare a Bari, con il mare e tutto ciò che ruota intorno.
D) Oltre che scrittore, lei in passato è stato magistrato e anche senatore. Si è occupato di ambiente nel corso delle sue precedenti attività?
R) Mi sono occupato di ambiente quando facevo il pretore. In quel primo incarico da magistrato mi sono occupato esclusivamente di questioni ambientali: inquinamento delle acque, inquinamento dell’aria e discariche. Poi sono passato ad occuparmi di criminalità organizzata, toccando quindi anche temi legati in qualche modo alla questione delle ecomafie.
D) Ha mai pensato di scrivere in futuro qualcosa legato strettamente alle tematiche ambientali?
R) Sì, ho qualche spunto e delle idee. Può darsi che con il tempo maturino…
Giuseppe Iasparra