Genitori Antismog, la lobby positiva che lotta per un’aria più pulita
Correva l’anno 2001. L’aria di Milano intrisa di veleno, il sindaco Gabriele Albertini consiglia di tenere dentro casa i bambini e le mamme si ribellano: sotto Palazzo Marino, la sede del Comune, con i passeggini a reclamare aria pulita e salute per i polmoni dei cittadini, a iniziare dai più piccoli. E’ questo l’atto di nascita dell’associazione Genitori Antismog, che in 15 anni sono diventati una piccola grande lobby civica, in senso positivo, che battaglia in tribunale, fa proposte, presenta progetti e sensibilizza in nome del diritto all’aria pulita. Donne e uomini, Campioni d’Italia che una ne fanno e cento ne pensano pur di liberare la troposfera milanese da veleni e pericoli per i cittadini.
Il “business” sociale dell’ associazione ce lo spiega Marco Ferrari, presidente uomo di un gruppo nato da donne, che sintetizza azioni e obiettivi dei genitori antismog – che sono di lotta e di governo o meglio ribelli e propositivi: “Elaboriamo progetti con proposte concrete per una sana mobilità scolastica, collaboriamo con le istituzioni e la società civile, portiamo avanti battaglie legali, attività di lobby e pressione politica”. Strumenti potenti per fini nobili e con tanti risultati da leggere e apprezzare nella contabilità dell’associazione “Siamo riusciti a far approvare alcune osservazioni sul piano della mobilità urbana e fatto approvare il piano della qualità dell’aria regionale vincendo un ricorso al TAR e il controricorso al Consiglio di Stato presentato dalla Regione Lombardia”. Una efficace spina nel fianco delle istituzioni, spiega Ferrari.
Oltre le battaglie, le azioni sul campo, anzi sulla strada, come Siamo Nati per camminare, che ha mobilitato oltre ventimila bambini milanesi. Tutti invitati a spostarsi con mezzi alternativi all’auto “andare a scuola a piedi, in bicicletta, skateboard, monopattino o con i mezzi pubblici”, racconta il presidente che coglie l’occasione per affrontare un altro problema: il diritto dei bambini ad andare a scuola in autonomia. “Io ci andavo, a piedi naturalmente. Ci sono studi che registrano che la percentuale di mobilità autonoma degli studenti italiani è la più bassa; altre ricerche scientifiche dimostrano che l’autonomia nella mobilità è correlata con il grado di apprendimento. In altri termini il bambino è più sveglio se si muove solo, si presentano, invece, problemi di apprendimento se viene trasportato come un pacco“. Un “gioco” a somma positiva, ci guadagniamo tutti: genitori, bambini e la collettività perché si liberano le strade dalle auto che inquinano.
Sul fronte della mobilità urbana le idee dell’associazione sono molto chiare: “Faccio l’esempio di Milano, città piatta e compatta e con una struttura urbanistica ideale perché la mobilità si basi sui mezzi pubblici o le bici. Le città italiane sono già pronte, non serve fare chissà che cosa. Servono le corsie preferenziali, più che la metropolitana che spesso diventa un alibi con il ritornello: “non ci sono i soldi per costruirle”, ma possiamo viaggiare sui tram leggeri di superficie come avviene in tutto il Nord Europa. Noi siamo un po’ lenti a recepire le innovazioni”.
I Genitori non amano però lamentarsi e basta, sono pronti alle carte bollate, ma pure al confronto. Come dimostra l’ultima iniziativa lanciata in questi giorni: Negozi amici dell’aria, con un manifesto accolto da alcuni esercenti milanesi che in sintesi prevede: via libera a politiche di riduzione del traffico con pedonalizzazioni, zone 30, Ztl e congestion charge; riduzione sprechi ed emissioni con i limiti fissati per il riscaldamento e la chiusura delle porte dei negozi; sensibilizzazione dei fornitori ad utilizzare mezzi a basso impatto ambientale; offrire a condizioni vantaggiose il servizio di consegna a domicilio tramite il bike messenger. Un decalogo accettato, “nonostante l’opposizione e le critiche delle associazioni dei commercianti, abbiamo stretto un’alleanza con i singoli che hanno capito che lo shopping non ha necessità di auto, chi la vuole usare fa la spesa al centro commerciale. Le proteste contro le pedonalizzazioni sono minoritarie, ma molto rumorose”. Le mamme e papà antismog però non si arrendono e continuano a rullare i tamburi: non basta vincere qualche battaglia, c’è da vincere la guerra per una città dove respirare a pieni polmoni.
Gian Basilio Nieddu