Gavino Murgia, un sax che suona tra grotte naturali e siti archeologici
Nato nel 1971 nell’”Atene sarda”, la città di Nuoro, così chiamata per aver dato i natali al premio Nobel Grazia Deledda e ad altri scrittori ed artisti, Gavino Murgia è un jazzista che inizia a suonare, all’età di dodici anni, il sax alto. Amore per la musica nutrito dalla fornitissima discoteca del padre, mentre a quindici anni inizia a suonare con vari gruppi pop e funky e a collaborare con alcune compagnie teatrali in Sardegna. Una grande immersione e tanto studio del jazz, senza dimenticare la musica tradizionale sarda, fino ad emergere nella scena nazionale ed internazionale. Ha collaborato con Bobby McFerrin, Rabih Abou Kalil, Al di Meola, Gianna Nannini. Vinicio Caposella, Piero Pelù e tantissimi altri artisti. Il 28 dicembre prossimo sarà sul palco della rassegna “Cinema Musica Società” a Dorgali, paese della costa orientale sarda, dove andrà in scena un progetto di memoria storica dedicato ai 30 anni del festival internazionale “Cala Gonone Jazz“ con le immagini, spesso inedite, dei maggiori jazzisti al mondo che hanno suonato su quel palco. Ecco cosa ha raccontato a Greenews.info…
D) Gavino, parlaci dei tuoi ultimi lavori…
R) Mi piace raccontare di “Officium Divinum” un progetto dedicato a Jan Garbarek, un omaggio al suo lavoro, con la Hilliard Ensemble,‘Officium Defuntorum’. E’ l’accostamento del jazz – ovvero del sax – che improvvisa con questa musica antica: i canti religiosi del Cantar Lontano Ensemble. Un repertorio che abbraccia un periodo che va dal 1200 fino al 1550. Voglio poi ricordare un altro lavoro: Endless con il quartetto composto da me, Michel Godard, Luciano Biondini, Patrice Heral, dove si possono ascoltare diversi strumenti, alcuni molto originali come launeddas, tuba e percussioni nordafricane. Con loro ci sono in cantiere altri lavori ed è già pronto il disco con i Blast Quartet…
D) Presto salirai invece sul palco della rassegna di Dorgali, dove ti si vedrà anche nelle immagini storiche di “Cala Gonone Jazz”. La serata del 29 dicembre a “Cinema e Musica” sarà dedicata ai 30 anni della rassegna, attraverso la colonna sonora e visiva delle immagini dei concerti e delle notti sotto le stelle. Lì hai suonato anche con Rabih Abou-Khalil, che ricordi hai?
R) Si tratta di un rapporto molto forte e di una collaborazione che continua ancora oggi. Lui è uno straordinario musicista libanese, forse il più importante. Ha venduto un milione di dischi!
D) Hai suonato in tanti Paesi nel mondo: dalla Finlandia allo Yemen, in diverse location, ma si dice che ami particolarmente quelle legate alla natura. E’ vero?
R) Sì certo, ma amo anche i monumenti artistici, come le chiese antiche. Poi siti spesso legati ad un filo storico lunghissimo, con l’archeologia. Mi piace moltissimo suonare ed instaurare un rapporto stretto con l’ambiente in cui suono, cerco di avvicinarmi il più possibile al suo essere. Ho avuto la fortuna e l’opportunità di suonare in luoghi incantevoli. Per esempio Sana’a, la capitale dello Yemen, una delle città più antiche e più belle al mondo. Alle origini della civiltà… Emozionante anche suonare a Baalbek in Libano, non a caso dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Ma naturalmente non posso dimenticare la Sardegna e il suo ricco patrimonio archeologico, dove ho avuto modo di suonare in numerosi siti preistorici: dal villaggio nuragico di Serra Orrios a Sa Domu e s’Orcu,la tomba dei giganti della Giara di Siddi dove ho suonato con Paolo Fresu e Bebo Ferra. Poi le grotte dove ho suonato: da quella di Ispinigoli a Dorgali a quelle di Frasassi nelle Marche che sono straordinarie. Sale naturali, che sembrano esposizioni di installazioni contemporanee. Suonare in questi posti ti influenza: c’è la risposta della musica, un feedback sonoro. Luoghi che ti consentono di giocare con il suono dell’ambiente.
D) Ambiente, appunto: qual è, secondo te, il pericolo maggiore che corre il pianeta dal punto di vista ambientale?
R) Tutto quello che leggiamo sui giornali mi spaventa moltissimo. Soprattutto leggere di questi (politici e amministratori, NdR) che non si mettono d’accordo per regolare uno sviluppo assurdo, insensato e che sta rovinando tutto!
D) Ma tu cosa fai nella vita quotidiana per tutelare l’ambiente?
R) Io sto tanto fuori casa. Vivo spesso negli hotel e in genere mi affido al buon senso di queste strutture. A casa vige il regime di raccolta differenziata, credo che sia un’ottima soluzione. Almeno il primo passo per iniziare a cambiare qualcosa nei nostri stili di vita…
Gian Basilio Nieddu