Gaia Maschi: Verdi di nome e di fatto
Pronipote del compositore Giuseppe Verdi, Gaia Maschi Verdi “applica” il suo cognome anche nella scelta politica e nello stile di vita quotidiano. Recentemente ha dichiarato che voterà Green Italia alle elezioni europee del prossimo 25 maggio. A Greenews.info ha spiegato che vorrebbe una politica ambientale “basata su tre E: Educazione Ecologia Etica”. E sulla poca attenzione all’ambiente nel nostro Paese ha spiegato: “Trovo strano che così pochi votino per una difesa dell’ambiente mentre i partiti, che fanno demagogia sui soldi e sul lavoro dipendente, vadano al potere. Forse si dovrebbe far capire che la tutela dell’ambiente crea lavoro e che una migliore qualità della vita non ha costi in denaro, ma una ricchezza in pace e benessere”.
D) Sig.ra Verdi, che rapporto ha con un cognome così importante?
R) In realtà il nome importante è Gaia, la Terra come organismo vivente, e ringrazio i miei genitori di essere stati dei precursori. Era un nome molto originale per la mia generazione e molte persone che ho incontrato lo hanno dato alle figlie. Il cognome di Verdi era del ramo materno e mi è stato aggiunto dal Ministero dell’Interno.
D) Nomen omen... Come è nato il suo interesse per l’ambiente?
R) Da bambina andavo con mia nonna Cina Barezzi Verdi a visitare i campi dei contadini che aveva a mezzadria nelle terre della bassa parmense, vicino a Busseto. Anche con mio padre Pierluigi Maschi, medico condotto a Salsomaggiore Terme, ero spesso nelle case dei contadini che andava a visitare e poi lo pagavano con polli o salami. Ho sviluppato un amore per la terra e per la natura che mi è sempre rimasto come nostalgia.
D) Quali sono le azioni che compie quotidianamente per rispettare l’ambiente?
R) Leon, il mio cane, mi ha abituata ad andare due o tre volte al giorno al parco e mi ha cambiato la vita. Con un cane si esce per forza dalla dinamica del lavoro per entrare nella dimensione del tempo libero all’aria aperta. Nel nostro quartiere rispettiamo il parco, che è Villa Celimontana a Roma, come un nostro giardino e sono stata promotrice di una raccolta firme per creare un’area ludica per cani. Risparmio l’acqua domestica perché è un bene comune che rischia di esaurirsi: non la lascio scorrere a vuoto, ne ho fatto una battaglia antispreco con tutti i miei conoscenti. Ho molte piante in casa che mi danno ossigeno e ho un piccolo orto sul terrazzo. Come salutista rispetto il mio ambiente-corpo e quindi inquino poco quello esterno. Non fumo, non compro petrolio o carburanti fossili perché preferisco andare a piedi, non mangio quasi mai cadaveri di animali. Penso che essere ecologisti sia uno stile di vita, anzi un’etica di civiltà.
D) Recentemente ha dichiarato di essere un’ecologista e di avere l’intenzione di votare i Verdi Europei alle prossime elezioni del 25 maggio: qual è il dovere della politica in ambito ambientale secondo lei?
R) I problemi di energia, cibo e sanità sono primari e attraversano tutti i partiti o movimenti politici, di sinistra di destra e di centro. La coscienza collettiva che prima era un’entità astratta ora si può esprimere attraverso Internet e organizzarsi in una vera democrazia popolare. Il dovere del rappresentante politico eletto, per me, deve essere legale. Deve rispondere legalmente degli errori, delle promesse non mantenute, dei soldi guadagnati indirettamente e deve prendere uno stipendio basso. I politici vanno controllati nella loro attività di amministratori e hanno il dovere di investire risorse sui beni primari della collettività che sono ragione di vita. Dovere della politica è quindi investire sull’igiene dell’aria e dell’acqua.
D) Quali sono oggi i punti fondamentali di un programma politico orientato all’ambiente?
R) Migliore immagine e comunicazione della penisola Italiana all’estero come risorsa ambientale e culturale per attrarre viaggiatori e quindi incrementare l’indotto del turismo. Recupero del paesaggio e del patrimonio artistico, per nuove sinergie di lavoro autonomo, agricolo e artigianale a favore della collettività. Investire su una progressiva autonomia energetica con fonti rinnovabili che ci sollevi dalla costosissima importazione dall’estero e dalla schiavitù del gas e del petrolio. Prevenire e diminuire le spese della sanità pubblica con una migliore educazione alimentare e igiene di vita.
D) Cosa ne pensa della politica ambientale italiana?
R) La vorrei basata su tre E: Educazione Ecologia Etica. Vorrei che i Verdi avessero più potere in parlamento o che altri partiti non si appropriassero a vanvera della parola ecologia. Credo che nel DNA degli italiani ci siano le caratteristiche di un Paese mediterraneo e trovo strano che così pochi votino per una difesa dell’ambiente mentre i partiti, che fanno demagogia sui soldi e sul lavoro dipendente, vadano al potere. Forse si dovrebbe far capire che la tutela dell’ambiente crea lavoro e che una migliore qualità della vita non ha costi in denaro, ma una ricchezza in pace e benessere.
D) In un’altra intervista recente ha citato la frase di Giuseppe Verdi “tornate all’antico e sarà un progresso”. Pensa che questa riflessione possa valere anche per le tematiche ambientali?
R) Penso che oggi nella vita quotidiana si debba compensare il mondo virtuale con una maggiore attenzione alla realtà che ci circonda e che “tornare all’antico” voglia dire progredire in una riscoperta dell’ambiente nel quale respiriamo.
Daniela Falchero