EU60: l’Europa vada a lezione dal Papa
Sono sempre stato e resterò un europeista convinto. Eppure è impossibile non notare quanto questa Europa sia ancora “fuori frequenza” con i cittadini se si affiancano le immagini di due eventi che “la Provvidenza” ha voluto far coincidere: la firma della “Dichiarazione di Roma“, con i leader dei 27 paesi blindati dentro il Quirinale, mentre la gente sfila fuori per le strade, e la visita pastorale di Papa Francesco a Milano, che va dentro a parlare e pranzare con i carcerati e poi fa una messa per 1 milione di persone.
I primi degustano, tra cristalli e arazzi antichi, risotto alle erbe con scampi, filetto di spigola e polpo croccante, sformatini di cimone, carciofi alla menta e patate al forno, semifreddo al limone e lamponi, accompagnati da vino bianco aromatico dell’Alto Adige. Il secondo condivide con i detenuti di San Vittore risotto alla milanese, cotoletta con patate e pannacotta, innaffiati da acqua minerale e aranciata.
I primi hanno sguardi distratti e di circostanza mentre ascoltano il soporifero discorso del Presidente Mattarella, pieno di formule che per il 90% dei cittadini assomigliano più alle supercazzole del Conte Mascetti che al concreto programma di “svolta” che vorrebbero sentir pronunciare, almeno una volta nella vita, da un politico: “Poc’anzi, in Campidoglio, avete adottato una Dichiarazione impegnativa che disegna il percorso da seguire per ridare slancio alla nostra Unione. Una Dichiarazione che ribadisce, senza infingimenti, come il nostro futuro si identifichi con il nostro essere, insieme, Europa e si muova nella direzione indicata dagli scenari più ambiziosi tracciati nel recente Libro Bianco della Commissione e nel segno dei valori più autentici alla base del percorso di integrazione.” Ah, gli infingimenti, ah il Libro Bianco della Commissione, che tutti noi teniamo sul comodino e leggiamo prima di andare a dormire, fiduciosi nel futuro…
Certo, come avrebbero fatto i leader UE a scendere per strada e parlare con la gente? Problemi di sicurezza e poi mica puoi parlare con tutti i rappresentanti dei taxisti, commercialisti, artigiani, imprenditori, albergatori, ristoratori, commercianti ecc. ecc. Sì, va bene, Papa Francesco ha voluto salutare e stringere la mano di persona a tutti, ma lui è il Papa, mica è un Capo di Stato (ah no, è anche un Capo di Stato in realtà): “ha salutato tutti personalmente – conferma il cappellano del carcere, don Marco Recalcati – quindi più di 850 persone, più la polizia, si è fermato, ha dato la mano, ha dato una parola, una carezza…”. “Tanti erano luminosi dalla gioia, qualcuno piangeva dalla gioia – racconta il cappellano – quasi stupefatti da una presenza così paterna, così semplice, così bella, così intensa. Potremmo dire che è quasi come se il Papa avesse sciolto le sbarre: in questa giornata, tutti eravamo lì, uomini e donne, accanto a un padre che ci ha dato speranza, ci ha dato forza”.
Ok, non spetta necessariamente ai politici parlare alle coscienze, ma se ogni leader UE – invece di farsi i selfie mossi nei musei della capitale – avesse scambiato due battute con qualche rappresentante delle associazioni professionali o dei consumatori, le celebrazioni UE si sarebbero trasformate in una maxi audizione pubblica per 22.950 persone! Una novità galattica, che avrebbe forse dato, agli altri 743 milioni di cittadini non auditi, una qualche speranza, prima o poi, di essere ascoltati e di poter rappresentare i propri problemi quotidiani, senza infingimenti e con buona pace del Libro Bianco della Commissione. Del resto la “Dichiarazione” firmata dai 27 recita: “Ci impegniamo a dare ascolto e risposte alle preoccupazioni espresse dai nostri cittadini”. Ecco, allora inizio io con la mia prima preoccupazione: che in tutto il testo l’ambiente appaia una sola volta di sfuggita e nella formula più generica e vaga possibile (“un’Unione in cui l’energia sia sicura e conveniente e l’ambiente pulito e protetto”), questo un po’, sinceramente, mi preoccupa...
Andrea Gandiglio