Entra in scena la Croazia. Ecco la politica ambientale del 28° Stato UE
È ufficiale, da oggi, 1 luglio 2013, la Croazia è il 28° Paese membro dell’Unione Europea. Lunghissime coste e tante isole caratterizzano lo Stato mediterraneo che, da ora in avanti, rappresenta il confine UE più a Est.
Tante, in questi anni, le critiche mosse nei confronti della Croazia, principalmente sulla protezione delle minoranze, ma quali sono le caratteristiche delle politiche ambientali del Paese balcanico?
Grazie alla sua posizione geografica, in merito alla biodiversità la Croazia si colloca al terzo posto in Europa. Inoltre, sul suo territorio sono presenti anche un numero abbastanza elevato di specie endemiche. La superficie complessiva delle aree protette del Paese è pari all’8,48%. Otto parchi nazionali – ricordiamo solo il più antico, quello dei Laghi di Plitvice nella regione montuosa della Lika – undici quelli naturali; numerosissime le aree protette.
Particolare attenzione merita la tutela del mare. Lo status ecologico di quasi tutta la zona costiera croata ha ottenuto i massimi voti in base al livello di eutrofizzazione. Per quanto riguarda, invece, i metalli tossici nel mare, la presenza di cadmio e piombo si riferisce principalmente all’afflusso proveniente dalle acque fluviali e in misura minore da acque di scarico comunali ed industriali. A questo proposito è in corso la realizzazione del Progetto di protezione dall’inquinamento nella zona costiera, la cui “fase 2″ terminerà nel 2014.
La materia della tutela ambientale è regolata da numerosi atti legislativi tra i quali il più recente è il Programma Operativo per l’Ambiente 2007-2013, con la regia del Ministero per la Tutela dell’Ambiente e della Natura. In base a quanto definito nel Programma, la Croazia ha concentrato le sue priorità su due obiettivi. Il primo punta sullo sviluppo dell’infrastruttura per la gestione dei rifiuti. La quantità totale prodotta negli ultimi anni è stata di oltre 4 milioni di tonnellate/anno. La media dei rifiuti pro capite è passata da 327 kg nel 2005 a 367 kg nel 2010.
Nel 2007 è stato varato il Piano Nazionale della Gestione dei Rifiuti per il periodo 2007-2015 che prescrive gli obiettivi principali da conseguire in tale ambito. Un sistema integrato, risanamento e chiusura delle attuali discariche – tra quelle ufficiali se ne contano quasi trecento – risanamento delle ubicazioni ad elevata presenza di rifiuti, sviluppo e organizzazione dei centri regionali per la gestione degli scarti con possibilità di lavorazione prima dello smaltimento definitivo. Inoltre, è in aumento (+60%) il numero delle società registrate per le attività della gestione dei rifiuti ed è in crescita l’apporto del settore privato nella fornitura dei servizi, in particolare per quanto riguarda gli scarti industriali e tossici.
Il secondo punto riguarda, invece, la tutela delle risorse idriche attraverso il miglioramento del sistema di fornitura d’acqua e del sistema di gestione integrata del trattamento delle acque reflue. A questo proposito, la Strategia sulla Gestione delle Acque del 2008, prevede due cicli di investimenti fino al 2038, per un totale di 7,04 miliardi di Euro divisi tra i progetti di costruzione della rete pubblica di approvvigionamento, quelli per gli scarichi e i depuratori delle acque reflue comunali, la tutela da alluvioni, i progetti di irrigazione e la costruzione del canale Dunav-Sava. Ma perché tutta questa attenzione all’acqua? La risposta la fornisce la FAO. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite, infatti, la Croazia fa parte dei trenta stati mondiali più ricchi di questo prezioso elemento, collocandosi, anche in questo caso, al terzo posto nella classifica europea.
Nel 2002, inoltre, il Governo di Zagabria ha costituito il Fondo per la Tutela dell’Ambiente e per l’Efficienza Energetica (Fond za zaštitu okoliša i energetsku učinkovitost) per il finanziamento di investimenti nel settore ambientale. Il Fondo segue il settore energetico: miglioramento dell’efficienza ed utilizzo delle rinnovabili e quello della protezione ambientale, attraverso diversi programmi di incentivazione e sussidi. All’inizio del 2013, sono stati presentati 6 progetti sulla tutela della biodiversità. Il contributo del Fondo è pari al 40 % del valore complessivo dei progetti promossi.
Sempre in tema di investimenti, la Banca Croata per la Ricostruzione e lo Sviluppo ha istituito il Programma di finanziamento di progetti per la protezione ambientale, l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili destinati alle amministrazioni locali, agli enti comunali, alle società commerciali e agli artigiani.
Per quanto riguarda invece il piano europeo, nel corso dei negoziati di adesione all’UE il capitolo numero 27, intitolato Protezione ambientale, ha richiesto dei periodi transitori per quelle Direttive e quei settori che necessitano di ingenti investimenti; principalmente per quanto riguarda i sistemi per il trattamento delle acque reflue, per il trattamento dei rifiuti e l’inquinamento industriale.
Inoltre, in quanto paese candidato all’ingresso, nel periodo di preadesione la Croazia ha dovuto assumere gli obblighi denominati “3 volte 20% fino al 2020”, ovvero: migliorare del 20% l’efficienza energetica, raggiungere il 20% di fonti rinnovabili nel consumo totale di energia e diminuire le emissioni di gas a effetto serra del 20%. Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera già dal 1990 si registra una notevole riduzione dei principali inquinanti, anche se nel periodo 1997-2007 è stato registrato l’aumento dell’emissione di alcune sostanze. Evidente riflesso dello sviluppo delle attività economiche. Rispetto agli altri Stati membri la Croazia si classifica, infatti, al 21-esimo posto per le emissioni di gas a effetto serra. Tuttavia, l’attuazione di protocolli internazionali, l’implementazione del quadro normativo nazionale e dei diversi progetti relativi alla problematica hanno contribuito alla riduzione constante delle sostanze che danneggiano lo strato di ozono.
La Commissione ha già predisposto il pacchetto finanziario per il Paese per la seconda metà del 2013 (in totale circa 687,5 milioni di Euro). Questo si andrà a sostituire ai finanziamenti fino ad ora utilizzati e facenti capo allo Strumento di preadesione (IPA), che con la componente IIIB si occupa di progetti nell’ambito della protezione ambientale. Tre i settori prioritari: gestione dei rifiuti (42,4 milioni di Euro), settore idrico (86,8 milioni di Euro) ed assistenza tecnica (2,1 milioni di Euro). Nel primo caso si sta finanziando il Centro regionale per la gestione dei rifiuti di Mariščina e il Centro regionale per la gestione dei rifiuti di Kaštijun, oltre al risanamento della fossa di Sovjak. Nel settore idrico, invece, i progetti riguardano gli impianti per il trattamento delle acque reflue e di sistemi di approvvigionamento pubblico per le città di Slavonski, Brod, Knin, Drniš e Sisak.
La strategia 2010-2013 della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), infine, prevede per la Croazia sostegno all’imprenditoria, miglioramento delle competitività e delle aziende rivolto soprattutto al processo d’internazionalizzazione regionale delle loro attività e investimenti nei settori delle infrastrutture, dell’energia e dell’ambiente.
Beatrice Credi