Elisa Longo Borghini, la campionessa delle Strade Bianche: “Il ciclismo aiuta a valorizzare la bellezza del territorio”
La mamma, Guidina Dal Sasso, è stata sciatrice di fondo olimpionica, campionessa mondiale di skiroll ma anche seconda ai mondiali di corsa in montagna; il padre Ferdinando allenatore di sci nordico, il fratello Paolo ciclista professionista con un quarto posto al Tour de France del 2008. Elisa Longo Borghini è cresciuta a pane e sport tra le mura di casa. La ciclista, classe 1991, ha seguito le orme di famiglia e sulle due ruote si è fatta valere in campo nazionale ed internazionale con una prestigiosa medaglia di bronzo conquistata nella specialità corsa in linea alle ultime Olimpiadi di Rio de Janeiro. L’ultimo traguardo è il podio alla “Strade Bianche NamedSport“ nelle terre senesi…
D) Elisa hai tagliato vittoriosa il traguardo della “Strade Bianche” a Siena. Una gara non priva di brividi: sei caduta sullo sterrato quando davanti a te è scivolata Chloe Hoskings e non sei riuscita ad evitarla. Non ti sei persa d’animo, ti sei fatta prestare la bici dalla compagna di squadra Audrey Cordon, per poi prendere la tua di riserva e correre verso il podio… Una tempesta di emozioni?
R) Una vittoria travagliata. Ho avuto un po’ di problemi, ma siamo riusciti a venirne a capo. Abbiamo vinto. Un traguardo sudato, ma è il mio lavoro. Io ero la punta, la squadra ha lavorato per me e non potevo certo perdermi d’animo.
D) Hai detto che questa corsa è unica al mondo per il contesto culturale, artistico e paesaggistico in cui si svolge. Ti piace pedalare tra storia, arte e natura?
R) Io vengo da una provincia, quella del Verbano Cusio Ossola, in Piemonte, paesaggisticamente eccezionale perché abbiamo laghi, valli, montagne. Territorio ottimo per andare in bici, pedalare qui è veramente stupendo. Un bel paesaggio poi aiuta decisamente anche nella preparazione. Sempre dove abito io c’è ogni tipo di percorso: pianura salite lunghe, salite corte e impegnative, c’è vento e vedere un bel panorama fa sempre piacere. Anche per noi che pedaliamo per lavoro…
D) “Strade Bianche” è una manifestazione che, secondo te, aiuta a valorizzare i beni ambientali e culturali?
R) Certo.Come, d’altronde, il ciclismo in generale. Sono pochi gli sport che fanno risaltare le eccellenze di un territorio, in bici si attraversano dei posti per tanti chilometri e, quindi, vengono inquadrati dei paesaggi e dei monumenti artistici e naturali. Spesso in mondovisione. Il ciclismo è un ottimo veicolo di promozione delle nostre bellezze!
D) Sei cresciuta a pane e sport, che peso ha avuto, nella tua carriere, la spinta dei genitori?
R) In realtà, per me e mio fratello, è stata una nostra scelta. Non ci hanno spinto a praticare una determinata attività agonistica, siamo stati lasciati liberi di prendere la nostra strada, ma educati secondo valori sportivi.
D) Tra i tuoi numerosi successi sportivi qual è stato il podio più importante?
R) Finora le Olimpiadi di Rio perché sono uno degli obiettivi per cui si lavora tanto, a lungo termine. Per tanti sono un’occasione unica, poi bisogna aspettare 4 anni e può succedere di tutto. Io auspico un’altra olimpiade, ma avere ottenuto il bronzo è già un grande traguardo.
D) Segui una dieta particolare?
R) Io mangio di tutto, anche se non tanto. Credo che fare scelte limitanti sia solo uno spreco di energie…
D) La bici è il mezzo di trasporto più ecologico, lo usi anche nella tua vita quotidiana?
R) No. Vado a piedi!
D) Quanto conta per te l’ambiente e quali sono i problemi ecologici che ritieni più importanti?
R) Penso soprattutto all’uso estremo dell’automobile, quando viene presa per qualsiasi spostamento…Un comportamento dannoso sia per l’ambiente che per la salute delle persone. Si dovrebbe andare di più a piedi, usare spesso la bici. Le persone sarebbero più contente!
D) Le pratiche ecologiche nella tua vita quotidiana?
R) Onestamente sono abbastanza “standard”. Cerco di non sprecare il cibo perché mi hanno insegnato così. In allenamento tendo – ed è normalissimo fare così (non sono una mosca bianca) – a tenermi la carta della barretta in tasca… Anche in gara, quando è possibile, o la butto nella green zone.
D) I ciclisti a questa domanda rispondono sempre con questo esempio, perché lo ritenete così significativo?
R) E’ semplice non buttare la carta, tenerla in tasca non è un grande sforzo. Si tratta di una goccia nell’oceano, ma a furia di gocce nell’oceano…