Ecolumière: i led diventano intelligenti, senza bisogno della domotica
Uno dei discorsi più ripetuti nei convegni sulle città intelligenti riguarda i cittadini: “Perché le città diventino smart, bisogna che prima di tutto lo siano i loro abitanti”. Non basta avere un telefonino di ultima generazione, o fare la raccolta differenziata: quello che deve cambiare per davvero è il modo di guardare le cose. La storia di Ecolumière, start-up torinese vincitrice del Premio nazionale per l’Innovazione del network degli incubatori italiani PniCube grazie ai suoi led intelligenti e ad alta efficienza, dimostra come i cambiamenti più preziosi derivino spesso da un approccio più “smart” al lavoro, in questo caso in ambito accademico e imprenditoriale.
Partiamo dall’inizio. Flavio Ghirardi, imprenditore che commercializza lampade a led attraverso la sua società Neodelis, riceve spesso dai suoi clienti una richiesta precisa: avere lampade di questo tipo ma più personalizzabili, senza dover affrontare alti costi di opere domotiche per rifare gli impianti elettrici. Che fare? Ghirardi ci pensa un po’, e poi decide di affidarsi al Politecnico di Torino: con un accordo di ricerca, entra in laboratorio insieme a due ricercatori che fino a quel momento avevano fatto altro. “Io mi occupo di interfacce uomo-macchina, mentre il mio collega Maurizio Martina studia i sistemi di codifica per la comunicazione”, spiega oggi uno dei due ricercatori, Massimo Ruo Roch, che oltre al collega ha lavorato insieme allo stesso Ghirardi, laureato in fisica: “Il fatto di provenire anche lui dall’ambito universitario ha fatto sì che capisse benissimo l’importanza della ricerca”.
Dopo un anno e mezzo di esperimenti, la soluzione viene messa a punto, con risultati ottimi e altamente innovativi: lampade led in grado di regolare automaticamente l’intensità dell’emissione luminosa in funzione della luce naturale o artificiale e alla presenza o meno di persone nella stanza. Il tutto avviene senza bisogno di una centralina di controllo, come sarebbe invece necessario un un sistema domotico: “La centralina è distribuita nelle lampade stesse, dotate di sensori e in comunicazione le une con le altre grazie a un protocollo ottico brevettato”.
Una soluzione che garantisce un risparmio del 30-50% rispetto alle lampade led tradizionali, già molto più efficienti, in grado di garantire un risparmio del 25% in più rispetto a quelle a basso consumo che hanno sostituito le vecchie lampadine a incandescenza. Un grosso beneficio a fronte di un costo aggiuntivo del 10%: “Si rientra dell’investimento in sei mesi, e da quel momento si inizia a risparmiare molto sui costi di illuminazione”, spiega Ruo Roch. L’azienda oggi è ospitata nell’incubatore del Politecnico di Torino I3P e sta avviando la produzione: “In questo momento stiamo cercando partner industriali per produrre i led in Italia. Abbiamo contatti con due aziende piemontesi e contiamo di iniziare la commercializzazione tra dicembre e gennaio”.
Il prodotto è per adesso indirizzato soprattutto agli esercizi pubblici: hotel, ospedali, uffici, aziende. Quando siamo a casa, siamo di solito portati a fare maggiore attenzione, ma in questi luoghi è diverso e spesso le luci rimangono accese inutilmente. La concorrenza nel settore dell’illuminazione led è forte, ma “nessuno – chiarisce Ruo Roch – fa quello che facciamo noi. Nessun’altra azienda è riuscita a inserire l’intelligenza dentro i led”.
I numeri e le previsioni fanno ben sperare: “L’Europa è il secondo mercato mondiale dei led, e l’Italia, che insieme a Francia e Germania è tra i Paesi più attivi, occupa in questo ambito il 17%. Si stima che nel 2016 il 45% degli investimenti europei complessivi nel settore dell’illuminazione sarà proprio destinato ai led, in cui nel 2020 saranno investiti in led 14 miliardi”.
Molte le possibilità di innovazione e risparmio energetico aperte dall’invenzione di Ecolumière: “Siamo solo all’inizio, continueremo a studiare applicazioni nuove dei nostri led intelligenti, che offrono un alto livello di personalizzazione. Bisognerà poi ascoltare anche le esigenze del mercato”. Nei parcheggi sotterranei, per esempio, “le luci perennemente accese potrebbero essere sostituite da led in grado di avvertire l’avvinarsi delle persone, creando una specie di nuvola luminosa”. Negli hotel, invece, i led smart potrebbero offrire una soluzione “anti-furto”: “Gli hotel utilizzano i led solo nelle parti comuni, perché, ci hanno spiegato i gestori di alcune strutture a 4 e 5 stelle, nelle stanze vengono rubati dai clienti. Potremmo però creare un led che, quando non si trova più circondato da altre lampade smart smette di funzionare. Una cosa che, se ben comunicata, potrebbe eliminare il problema”.
Veronica Ulivieri